Si cercano anche in Francia i complici del fascista Tuti

 Si cercano anche in Francia i complici del fascista Tuti Dopo la recente cattura sulla Costa Azzurra Si cercano anche in Francia i complici del fascista Tuti Il geometra assassino era probabilmente in contatto con cellule eversive d'Oltralpe - Pare si sia recato nei giorni scorsi a Empoli per compiere una rapina alla cassa del municipio Le fasi della sparatoria che ha preceduto l'arresto - Ieri è stato operato, non è grave (Dal nostro inviato speciale) St-Raphaèl, 28 luglio. E' finita domenica pomeriggio, davanti ad un residence, alla periferia di St-Raphaèl, la folle avventura del fascista Mario Tuti, che nel gennaio scorso uccise gli agenti di polizia Falco e Ceravolo che ad Empoli si erano recati nella sua abitazione per arrestarlo. E' finita nel modo selvaggio e convulso che si attaglia alla personalità dell'assassino. Quando si è visto circondato dagli uomini dell'Antiterrorismo e della Sùreté ha impugnato la pistola, ha cercato di sparare come quella sera ad Empoli. Questa volta le forze dell'ordine lo hanno preceduto. Il commissario Vecchi, dell'Antiterrorismo, ha aperto per due volte il fuoco ferendolo al fianco ed alla gola. Tuti, sanguinante, non si è arreso. Ha avuto un'ultima disperata reazione, ha cercato di divincolarsi, ha morso alla mano il dott. Criscuolo dell'Antiterrorismo di Torino, poi gli agenti sono riusciti ad ammanettarlo. Ora è all'ospedale delle carceri di Draguignan, una cittadina a trenta chilometri da St-Raphaèl. Nel pomeriggio di oggi è stato operato alla gola. Pare che le sue condizioni non siano preoccupanti. Si è già iniziata la pratica per la estradizione. Il geometra di Empoli, al momento dell'arresto, era in compagnia di una ragazza, Claire Camber, di 25 anni, una bruna un po' grassottella, che nulla sapeva, così almeno dice lei, dei trascorsi dell'individuo. Eppure è stata proprio questa ragazza a mettere la polizia sulle tracce dell'uomo ricercato da sei mesi con sulle spalle una condanna all'ergastolo. Gli agenti non conoscevano il suo nome ma \ | erano in possesso di una descrizione fisica abbastanza dettagliata e sapevano che abitava a St-Raphaèl. In dodici ore è stata identificata, la sua abitazione rintracciata e si sapeva che, con ogni probabilità, in quella abitazione viveva il fascista di Empoli. Ricostruiamo ora nei particolari le fasi finali delle complesse indagini che duravano ininterrottamente da gennaio. Tuti fuggitive, come sappiamo, appariva in diversi luoghi. Questo, almeno, secondo le testimonianze di parecchie persone. Le apparizioni più frequenti avvenivano in Toscana, la terra dove il geometra di Empoli aveva stabilito la sua centrale operativa. Ma erano allarmi, denunce che presto cadevano nel nulla. Soltanto venerdì scorso c'è stata una segnalazione che I agli uomini dell'Antiterrorismo è apparsa consistente e | degna di essere seguita con la ; massima attenzione. Il geometra assassino era stato vi! sto da quattro ex colleghi del comune di Empoli, dove era stato impiegato nell'ufficio tecnico. I quattro erano sicuri, precisi nelle loro dichiarazioni ed hanno fornito inoltre un particolare che si è rivelato determinante: il numero di targa dell'auto, una «500», sulla quale il geometra si era allontanato subito. La «500» risultava intestata ad un giovane estremista di destra, Mauro Mennucci, residente a Pisa. Mennucci aveva denunciato la scomparsa della macchina mezz'ora dopo che il Tuti era stato visto ad Empoli, un particolare per lo meno sospetto. Ma la sua posizione si è aggravata per un altro motivo. Mennucci era stato fermato per accertamenti dopo il duplice omicidio di Empoli assieme a due presunti esponenti di «Ordine Nuovo», Mario Cotolav e Roberto Torchia. Mennucci, dunque, da venerdì, diventa il centro focale delle indagini. E' interrogato a lungo e finisce con l'ammettere parecchie cose: non solo di conoscere Tuti ma di'sapere dov'è il suo rifugio abituale a St-Raphaèl, sulla Costa Azzurra. E' lui che fornisce la \ descrizione dell'amica di Tuti. 1 afferma che si chiama Nadi- Mario Tuti i : i ! :I'| Saint-Raphael. Claire Camber nella hall dell'ospedale dove è stato ricoverato Mario Tuti (Tclcfoto Ansa) ne, ma questo risulterà un, semplice appellativo. Le indagini degli inquiren- i ti a questo punto si svilup-1 pano in due direzioni: da un lato cercare di ricostruire le I mosse delle ultime ore di Tuti in Toscana, perché l'Antiterrorismo è certo che fos- j se proprio lui l'individuo no- ! tato nell'atrio del municipio ! di Empoli, dall'altro puntare in Francia e cercare di stanare l'assassino. Sul primo punto si acquisiscono importanti elementi. Si ha la ertezza che il geometra assassino è arrivato in Toscana mercoledì 23 luglio, più precisamente si era recato a Livorno ed aveva preso alloggio all'albergo «Quattro mori» esibendo un documento falso intestato a Marcello Lepri. Il giorno dopo si era recato a Pisa mettendosi in contatto con Mauro Mennucci (e qui si vede in filigrana il racconto che lo stesso Mennucci ha fatto ! 1 agli inquirenti), il 25 infine,] cioè venerdì, è a Empoli, j Perché torna nella città da dove era precipitosamente fuggito quella notte di gennaio, dopo l'assassinio? La risposta degli inquirenti è: probabilmente perché aveva bisogno di denaro. Conosceva l'ubicazione degli uffici del Comune e non gli sarebbe stato proibitivo tentare un j colpo a sorpresa. Il riconoscimento dei quattro ex compagni di lavoro avrebbe mandato a monte d piano. Da questa illazione, (ondata su elementi obietti-1 vi, ne emergeva anche un'al-1 tra: se Tuti aveva bisogno di: denaro significava che era stato scaricato dall'organizzazione che fino a quel moI mento lo aveva protetto. Egli ] I era stato abbandonato perché I la sua posizione, con la condanna all'ergastolo, era diventata ormai insostenibile. l'arresto del fascista assassi no. Seguendo le indagini di I Si sentiva braccato, isolato, I non bisognava dargli tregua. I E cosi si sviluppa il secondo capitolo delle indagini, quel- ; lo che è culminato con la sparatoria di domenica e con Mennucci, gli inquirenti par- | tono per la Francia. Che il geòmetra di Empoli, avesse | un rifugio oltr'Alpe, il capo dell'Antiterrorismo dott. SanMilo lo sospettava ed aveva fatto svolgere indagini già due mesi fa. La tracce dell'assassino però si perdevano presto. Ora la polizia ha indicazio-1 ni più concrete. Va a St-Raphaèl dove si presume che il Tuti sia ritornato dopo la sua breve apparizione ad Empoli. Sabato a mezzogiorno partono da Torino il dottor Criscuolo e l'agente Romano Francesco, e sono raggiunti poi dai dottori Lecchi e De Biase e dal maggiore dei carabinieri Leopizzi. In Francia si mettono in contatto con la Sùreté di Tolone competente per la zona di St-Raphaèl. A St-Raphaèl giungono i commissari Tholance, Jacques e Cortes. Come abbiamo detto identificano la ragazza che sta con il Tuti. Claire Camber non ha mai avuto a che fare con la giustizia, anzi risulta che lavora come assistente presso un centro di riposo per minatori. Abita alla periferia della città balneare in una residenza che si chiama « Le petit défend». Gli inquirenti nella notte tra sabato e domeClemente Granata (Continua a pagina 2 in settima colonna) II1'