La fame di Usai

La fame di Usai La fame di Usai La boxe è un mestiere duro che non consente a volte di misurare il rischio, una professione in cui si paga di persona r che ha quasi sempre la fame come origine di una vocazione. Quanti di quelli che ora seduti in poltrona criticano la drammatica avventura vissuta da Giancarlo Usai (il quale sta fortunatamente riprendendosi) hanno fatto la fame da ragazzi? E' troppo semplicistico levare la mano per lapidare chi ha permesso un impari accoppiamento tra Giancarlo Lisai e il campione d'Europa Ken Buchanan senza tener conto delle realtà umane che purtroppo esistono dietro una brillantu facciata. Questo campionato d'Europa costituiva un grosso traguardo per l'ex povero Usai, costituiva la garanzia se non della ricchezza futura almeno della base per poter costruire qualcosa su cui vivere. Certo l'esito del combattimento, a dispetto delle illusioni personali dello stesso Usai e di una parte dei suoi tifosi, era scontato: non basta diventare campione d'Italia per imparare tutti i segreti della boxe e Giancarlo Usai era una cintura tricolore con un blasone presto raccontato: tanto coraggio, una notevole potenza di pugno, la caparbia determinazione di riuscire ma tecnica poco, intelligenza tattica ancora meno. Lo avevo visto l'inverno scorso a Milano faticare assai per battere un « prima serie » francese discreto ma niente di più che gli aveva insegnato per molte riprese che cosa fossero un jab o un destro dritto prima di cedere alla scomposta aggressività del sardo dopo aver consumato le proprie riserve di biada. Giancarlo Usai pugile ha dunque dei grossi limiti. Ma se la nostra Federboxe — che di gesti di coraggio non ne ha mai avuti — ne avesse una volta tanto compiuto uno negandogli l'autorizzazione per disputare il campionato d'Europa con il fuoriclasse Buchanan, le critiche sarebbero state altrettanto severe e in un certo senso altrettanto giuste. La colpa di tutto non è della boxe insomma — una professione che andrebbe accettata in blocco o abolita in blocco senza compromessi — ma di un sistema socialmente sbagliato per colpa del quale un ragazzo sardo per non morire di fame è stato costretto a cercare fortuna facendosi sfasciare la faccia sul ring. Ha avuto fortuna Usai perché, grazie al suo fisico ancora integro, se l'è cavata meglio di tanti altri: apprezzi questa buona sorte e con questi soldi pagati cosi cari pensi ad un avvenire lontano dal ring. Gianni Pignata Il duro ring

Persone citate: Buchanan, Giancarlo Lisai, Giancarlo Usai, Gianni Pignata, Usai

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano