Padrini parroci e fedeli

Padrini parroci e fedeli Religioni e Società di Lamberto Fumo Il parroco che si rifiuta di battezzare un bambino, perché giudica « inidonei » il padrino o la madrina scelti dai genitori, non è infrequente e, anzi, costituisce un « caso » tanto delicato e controverso da essere discusso nella Chiesa, anche se di solito non fa notizia come quello di recente accaduto a Malvoglio di Robecchetto, in provincia di Milano. Qui, come La Slampa ha riferito domenica scorsa 20 luglio, un sacerdote ha ritenuto « inaccettabile » un padrino che, oltre ad essere animatore d'una Comune abitata generalmente da persone conviventi, sarebbe — a suo giudizio — « non praticante, sposato, separato c convivente con un'altra donna dalla quale ha avuto due bambini ». Se cos'i stanno le cose, nella specifica vicenda vi è stata applicazione delle disposizioni del Diritto Canonico e, in particolare, delle norme fissate nel 1967 dal « Direttorio liturgicopastorale » approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Questo documento, che traduce le leggi del Codice di Diritto Canonico, stabilisce al numero 34: « / padrini, sebbene siano scelti dai genitori, sono, secondo la più autentica tradizione della Chiesa, i rappresentanti qualificati della comunità cristiana, che accoglie il nuovo membro. Per questo motivo, il parroco richieda che i padrini siano fedeli praticanti e tali da edificare cristianamente il battezzato, della cui vita spirituale portano in qualche modo la responsabilità. A garanzia di ciò, il parroco può a volte domandare che i padrini, da lui non conosciuti, abbiano dal loro parroco una presentazione che ne assicuri la idoneità ». Proprio questa norma crea serie difficoltà di coscienza e complicazioni pastorali ai parroci, specialmente nelle piccole località, dove il rifiuto d'un battesimo provoca polemiche tra i fedeli e rischia di coprire con un alone di scandalo il padrino o la madrina respinti. Ma il dibattito in corso sulla rigida applicazione della norma, sull'opportunità o meno che ad ogni battesimo siano presenti il padrino o la madrina, supera le valutazioni contingenti c investe il diritto stesso, di origine « divina », ad essere battezzati. Per antichissima tradizione i « padrini », chiamati anche « sponsorcs » (presentatori), «offerenti», «suscettori ». « fideiussori », sono necessari all'atto battesimale solo in quanto rappresentano numerica, prevalgono oggi la qualità dei fedeli, il loro bisogno di partecipazione, di presa di responsabilità e di coscienza, così da vivere « una fede adulta ». In questa situazione nuova, sempre più complesso è il compito, spesso ingrato, che grava sui parroci, di decidere chi sia un cristiano capace di « edificare » e chi non lo sia. La presenza del padrino o della madrina (quasi sempre di entrambi), al Battesimo non è necessaria di per sé, ma solo « opportuna ». Ciò è tanto vero che risulta in una Bozza di « Direttorio per i Sacramenti del Battesimo, della Cresima e del Matrimonio » elaborala da una speciale commissione nella Diocesi di Lucca, rianimata in senso moderno dalla nomina di mons. Giuliano Agresti ad Arcivescovo. 11 documento, che dovrà essere approvato, stabilisce che se i genitori non si assumano il compito di educare cristianamente il figlio battezzato, il battesimo potrà avvenire a due condizioni: «a) che almeno due persone credenti si impegnino a educare cristianamente il figlio battezzato; b) che i genitori si impegnino a permetterlo ». Non vi è traccia dei padrini, in questo caso specifico, ma solo un richiamo a « due persone credenti », a riprova che la presenza dei padrini non c vincolante per amministrare il Battesimo, essendo invece indispensabile la partecipazione della « comunità cristiana », rappresentata da almeno due credenti. La discussione sui padrini, comunque, rientra nel dibattito teologico-pastorale sull'opportunità di ritardare il Battesimo ad età più cosciente, che renda possibile la scelta personale così da attribuire un senso preciso al can. 769 per il quale un battezzato deve mostrarsi « per lulta la vita quale con cerimonia solenne promise di essere ». Nel frattempo, non sarebbe male che nel Battesimo dei fanciulli — quasi sempre «neonati» — (o «pedobatlesimo»), si evitassero antipatiche complicazioni in materia di padrini, esaltando in loro vece la funzione essenziale della « comunità cristiana ». Anche perché, troppo spesso, il « padrinato » ha ben poco di religioso e molto di convenienza o di abitudine e, in certe regioni, talvolta esso coincide con ben altro « padrinato », contro il quale non risulta, sinora, si sia opposto alcun parroco. Padrini parroci e fedeli la comunità dei fedeli. Essi, specifica il canone 769, « debbono avere il battezzando come figlio spirituale affidato ad essi in perpetuo e curare d'iligentemenle che in latte le cose relative alla vita cristiana egli si mostri per tallii In vita quale con cerimonia solenne promise di essere ». La Chiesa ha indubbiamente il diritto-dovere di garantire l'idoneità religiosa dei padrini di battesimo. Più difficili risultano l'accertamento e il giudizio di questa idoneità. Un cattolico che non vada a messa nelle teste liturgiche « comandale », ma che sviluppi un'intensa opera caritativa — per esempio —, che abbia famiglia normale secondo la Chiesa, è da considerarsi o no un cristiano in grado di « edificare »? Se è vero che le pratiche di culto, necessarie ad una vita cristiana, possono essere un indice di religiosità, chi può formulare giudizi certi sulle coscienze? La società c sempre più secolarizzata e, di conseguenza. { anche l'espressione religiosa ri-1 sente di condizioni ambientali radicalmente diverse dal tempo in cui la vita sociale e personale si scandiva sul suono delle campane, ma forse rimaneva più di oggi superficiale e conformistica sul piano religioso. Adesso la percentuale dei praticanti, in Italia, è scesa attorno al trenta per cento, ma è molto aumentato il numero dei cattolici che si accostano alla Comunione. Sembra corretto dire che, rispetto agli anni della quantità

Persone citate: Giuliano Agresti, Lamberto Fumo

Luoghi citati: Arcivescovo, Italia, Lucca, Milano