Diciotto mesi a Cavallo per stampa clandestina
Diciotto mesi a Cavallo per stampa clandestina Diciotto mesi a Cavallo per stampa clandestina Severo giudizio del pm sull'attività politica "oltre i limiti della legalità" - Promemoria difensivo dell'imputato che annuncia il ricorso Si è concluso ieri mattina il processo contro Luigi Cavallo, e la madre, Maria Unia, entrambi accusati di aver violato le leggi sulla stampa. Andando oltre le richieste del pubblico ministero Russo, che aveva chiesto una condanna di dieci mesi e 300 mila lire, il pretore Guariniello ha condannato il principale imputato. Luigi Cavallo, ad un anno e sei mesi e a 230 mila lire, senza la concessione dei benefici di legge. Maria Unia. per la quale in considerazione della sua età avanzata era stata chiesta la pena minima di un mese, è stata assolta « per non aver commesso il fatto ». Nemmeno a questa udienza Luigi Cavallo si è presentato, ma ha fatto pervenire ai giornali un promemoria di una ventina di pagine nel quale spiega innanzitutto ì motivi che l'hanno spinto a non presentarsi e a non ricusare il giudice Guariniello, che egli accusa di parzialità nell'istruzione della causa. « // pretore — dice Cavallo — indebitamente non ha tenuto conto di alcune precise rivelazioni da me fatte in istruttoria su illeciti di natura politica ed amministrativa commessi da e.r ministri democristiani. Tutta la mia attività — si difende Cavallo — era diretta a scoprire e denunciare scandali ed atti di malcostume della classe dirigente. E' curioso che un pretore intervenga ed accerti reati solo a mio carico trascurando quelli dei potenti ». In particolare dice di aver raccolto in un « dossier » una serie l e i i e o a 0 o o a abusi commessi dalla Sir di melli, ma la denuncia non sa- di Rov rebbe stata affatto presa in con siderazione dal gudice. « Non ac cetto la regia dola a questo prò ! cesso — afferma — e mi riservo I di impugnare la sentenza in ap' pello, presentando tutte le necesI sarie motivazioni ». L'udienza di ieri mattina si era | aperta con la lettura di una se- rie di documenti acquisiti al vo- luminoso fascicolo processuale: promemoria, appunti sulla figura e sull'operato di alcuni funzionari di polizia piani di diffusione della Rivista Difesa Nazionale, un carteggio tra Cavallo e Sogno. Il cancelliere Nappi ha poi introdotto la prima teste della giornata, Laura De Rossi, esponente di un movimento di estrema sinistra sulla quale Cavallo ha redatto un rapporto, descrivendola come politicamente molto impegnata: « Nel suo alloggio di corso Casale — dice — ospitava altri simpatizzanti di estrema sinistra con i quali stampava, tramite una ciclostile, dei volantini da distribuire dinanzi alle fabbriche ». E' stata poi la volta del secondo teste, il funzionario della Banca del Lavoro, Davide Bolis. Ha spiegato il meccanismo con cui Cavallo riceveva cospicui assegni dalla cassa centrale della Fiat, attraverso l'intestazione di comodo ad un funzionario della banca stessa. « Si trattava di una prassi, ormai abbandonata — ha detto — per evitare furti e rapine ». Il giudice avrebbe voluto sentire ancora altri due testi (tra cui u n noto esponente di « Lotta continua », ma entrambi sono risultati Irreperibili. Prendendo la parola il pubblico ministero ha deplorato che ! ratUvltà ultraventennale del Ca | vaUQ| da ,ui deflnit0 come un « mercenario », sia stata spesa oltre 1 limiti della legalità e della correttezza politica. Numerosi i riferimenti politici della requisitoria: proprio per l'insidiosità delle sue mene, Il p.m. ha chiesto che gli venisse una pena detentiva e I irrogata ; non semplicemente pecuniaria. Si è concluso il processo in pretura Luigi Cavallo non si è presentato • Laura De Rossi, teste
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