Vince la causa e deve pagare le tasse sui soldi che difficilmente incasserà

Vince la causa e deve pagare le tasse sui soldi che difficilmente incasserà Vince la causa e deve pagare le tasse sui soldi che difficilmente incasserà I giudici hanno riconosciuto a Domenico Cagna Vallino il diritto di essere risarcito dei cento milioni pagati per il riscatto del figlio - Ma li vedrà mai? La voracità fiscale è sempre stuta, nel nostro Paese, un ottimo spunto per gli umoristi. E' la nostra natura che, per fortuna, ci porta a sorridere anche quando siamo tartassati o spogliati. Ma Domenico Cagna Vallino, 11 padre del giovane Antonio, rapito e tenuto prigioniero da una banda che gli estorse 97 milioni, non ha potuto accettare con spirito I l'ultima, incredibile sorpresa che i le leggi gli hanno riservato. j Tanto per essere crudamente chiari. Cagna Vallino, per l'ipote- , tica possibilità di rientrare in possesso, chissà quando e chissà j come, del centinaio dì milioni ver- i sati per il riscatto del figlio e j scomparsi deve intanto versare | una tassa di 1 milione e mezzo. Deve versarla subito, in un termine relativamente breve. In caso contrario, il milione e mezzo salirà a 2 milioni. Riassumiamo i latti. Com'è noto, nel processo contro i rapitori del figlio, Domenico Cagna Vallino si costituì parte civile con il patrocinio dell'avv. Cabri. II tri- bunale, in sentenza, gli ha rico- nosciuto il diritto al risarcimento del danno: 97 milioni di riscatto più 3 milioni di danni morali, in tutto 100 milioni. In forza di recenti disposizioni, tutte le liquidazioni decise in sede penale passano all'Utlicio Registro Atti Giudiziari dove sono tassate come fossero frutto di cause civili. Esattamente il con trario di quanto avviene in altri Paesi, come la vicina Francia, do ve, alla fine del processo, chi è tenuto a pagare è il soccombente, Nel caso in esame l'assurdità e l'ingiustizia della norma appare in tutta la sua evidenza: Dome nico Cagna Vallino, che come par- te civile ha vinto la causa contro i rapitori del figlio, deve pagare una tassa per riavere i soldi suoi e, per di più, senza alcuna certezza di rientrarne davvero in possesso. E risulta tassata persino quella parte del riscatto (7 milioni 200.000 Urei trovata in un muro nella cascina-prigione di Ve¬ i naria che, come « corpo di rea | to », gli verrà al più presto re- stii ulta La vicenda è assurda, ma purtroppo vera. Invano l'avv. Cabri ha fatto presente all'Ufficio Registro Atti Giudiziari che il giudizio non è affatto definitivo e che, in ipotesi, i quattro condannati del processo di primo grado potrebbero essere, in futuro, addirittura assolti. Senza contare che in ogni caso i quattro riconosciuti colpevoli del rapimento di Antonio e dell'estorsione non offrono alcuna concreta garanzia di solvibilità. Assunta Rimasti, vedova del suicida Stefano Blanda, risulta proprietaria dello stabile di Venaria, che però è gravato da ipoteca. Giuseppe Billeri e Antonio Ragusa risulterebbero nullatenenti, mentre il quarto condannato, Pasquale Criscione, è addirittura latitante. Il recupero dei 100 milioni è quanto mai incerto: solo la tassa a carico del danneggiato è certa e tempestiva.

Luoghi citati: Francia, Venaria