Sulle tracce di Annibale però senza gli elefanti

Sulle tracce di Annibale però senza gli elefanti Una spedizione inglese in marcia nelle Alpi Sulle tracce di Annibale però senza gli elefanti Venti militari britannici ripetono l'impresa del condottiero cartaginese ■ Il tenente che guida il gruppo rassicura gli italiani: "Non c'è da temere un'invasione inglese" (Dal nostro inviato speciale) Grenoble, 25'luglio. Battono le strade della Provenza marciando ai margini della carreggiata, zaino in spalla, pantaloni corti, berretto sugli occhi a proteggersi dal caldo, il viso già cotto dal sole. Quando in fila indiana attraversano un paese vengono attorniati da frotte di ragazzini in bicicletta. E se chiedono notizie — a un flic, ad un turista accaldato, a qualcuno del luogo — la risposta viene quasi sempre con uno strano sorriso, non proprio di cortesia. Sono i venti inglesi che da due giorni si sono messi alla ricerca del fantasma di Annibale, duemila anni dopo il suo passaggio per queste strade, prima di attraversare le Alpi con uomini ed elefanti per la seconda guerra punica. Cercano tracce del passaggio della spedizione che nel settembre dell'anno 218 avanti Cristo percorse queste strade, attraversò queste vallate fino ad arrivare alle Alpi. C'erano in tutto 54 mila uomini e 37 elefanti, meno della metà dell'esrcito che s'era mosso da Cartagine. Per dove con esattezza Annibale sia passato, resta ancora un mistero per gli storici. Le probabilità maggiori sono per il Matrona (Monginevro) o per il Giogo di Cremone (Piccolo San Bernardo). Da uno di questi passi l'esercito cartaginese calò d'improvviso nella pianura Padana, dove seminò panico fra le truppe romane, con l'arma-sorpresa degli elefanti. Di questi ultimi, però, nella spedizione dei giovani inglesi non v'è traccia. Pare che l'eccessiva difficoltà di ottenere per gli animali il mermesso di entrare in Francia sia stata la ragione principale che ne ha sconsigliato l'uso. Non è escluso tuttavia che gli inglesi abbiano rinunciato per le obbiettive difficoltà di movvimento causate da un corteo di pachidermi al seguito. Capeggiati da un biondo e lentigginoso luogotenente di sua Maestà, Gerry Boyle — il vero animatore della spedizione — i 19 marciatori appartengono al «Rovai corp of transport» di Aldershot, una base presso Londra. Sono partiti l'altra mattina, dalla piazza principale di Die, un piccolo centro nella periferia della Provenza, quasi ai confini con la Savoia. Attrezzati con due Land Rover e due camion dell'esercito, per l'occasione dipinti di bianco, hanno stabilito il loro primo bivacco nella Drome. Ieri mattina, dopo una robusta colazione al campo (hamburger, riso al curry, patate) si sono rimessi in marcia dirigendosi nella zona di Chatillon en Diois. La strada da percorrere è lunga, circa 250 chilometri; contano di farcela in una ventina di giorni. Per il 6 agosto prevedono di trovarsi al di là della catena alpina, al Colle delle Travresette, presso Cuneo. Lì, ventidue secoli fa le tribù galliche attesero i rinforzi di Annibale per scontrarsi con i romani, ma i venti inglesi hanno propositi meno bellicosi. «Dall'altro versante — dice il luogotenente Boyle — la situazione politica non si presta ad una invasione britannica, anche se pacifica». Al ritorno alla base di Aldershot il caporale Ray Jones comunque stenderà un rapporto dettagliato sulla spedizione estiva lungo la rotta di Annibale. La marcia intanto prsoe- gue. Sotto Tsote taplarabiìe ! della campagna francese, in mezzo a vallate d'un verde profondo, sotto un cielo tenuto pulito da raffiche di vento, i venti soldati di sua Maestà procedono in colonna, mangiando la strada ad un ritmo di 5 chilometri all'ora. Ogni tanto una deviazione, una breve digressione, in una zona appartata. Le antiche mappe indicano un percorso che la civiltà dell'automobile ha dimenticato, una radura in cui l'esercito di Annibale sostò, una macchia dove gli elefanti si ristorarono dalla lunga maratona. Una breve pausa nella lunga camminata, la ricerca di qualche testimonianza d'allora, poi la camminata prosegue. Destinazione: le Alpi. Giorgio Battistini

Persone citate: Boyle, Gerry Boyle, Giorgio Battistini, Ray Jones

Luoghi citati: Chatillon, Cuneo, Francia, Londra, Provenza, Savoia