Un omicidio a "quattro mani "

Un omicidio a "quattro mani " Un omicidio a "quattro mani " "Garage" dello svedese Vilget Sjoman, giallo tra gli insegnanti di un liceo di provincia ■ "Faccia di spia" di Ferrara (Dal nostro inviato speciale) Taormina, 25 luglio. Il Festival di Taormina sprona verso la conclusione, che sarà domani sera, con l'assegnazione dei premi «Cariddi» e la presentazione fuori concorso del film di Monieelli Amici miei in memoria di Pietro Germi. Saranno presenti nel Teatro Antico quelli che in un lungo arco di anni furono i maggiori interpreti dell'opus del compianto regista. Tra gli ultimi gareggianti chiudiamo un occhio su L'importante è amare. Ogni rassegna cinematografica ha un suo infortunio; e va ancora bene se è di quegli infortuni che in qualche modo danno lustro. Tale è il caso del film in discorso, compro duzione franco-italo-tcdesca diretta dal polacco Andrzej Zulawski e interpretata da Romy Schneider e Fabio Testi. E chiudiamoli tutti e due sul «fuori concorso» Les bijoux de famille del francese |. C. Laureaux, scollaeciatissima porno-ricreazione per adulti, da consumarsi nelle ore piccole. Fra i nostri appunti troviamo sottolineato Garage di Vilgol | Sjoman, uno dei più noti registi ! svedesi, un giallo di sottospecie j casistico-morale (alla maniera di Graham Greene, per intenderei), dove si può tranquillamente ! parlare, senza danno della ten sione, della problematica del peccato e della differenza tra atto e intenzione. Ambiente colti vaio dunque (siamo tra gli insegnanti di un liceo di provincia), e perché coltivato, saturo di ve leni. Ne fa principalmente le spese Pia, moglie dell'istruttore religioso Andreas e amante del preside Ulf, al cui nerbo eroticc poche donne resistono. Sulla nevrotica Pia, che ha già tentate d'asfissiarsi in un garage, grava no le incrociate avversioni del marito masochisticamente geloso e guardone, e del preside stesso ormai stanco di lei, distratto da altre prede e da un giro di evasioni fiscali nel quale gli tien mano la moglie. Pia è vittima predestinata d'un delitto per così dire a quattro mani: abbozzato da uno, ter minato da un altro e attribuito, non se ne discorre, al meno col pevole dei due. Ma ella ha l'ani ma fortemente attaccata al cor po: onde un epilogo a più «sor prese», stratificato di tocchi ma cabri che ricordano i grand, «neri» della tradizione francese (Clouzot). Gelido, contorto e diciamo pure antipatico. Garage ha una costruzione sapiente che redime la meccanica del «thriller» in uno studio, non soltanto pretenzioso, di crudele introspezione in ordine alla psicologia nordica. e i i o o l s y Da segnalare, in tutt'ultro campo, anche il teutonico-brasiliano ìracema di |. Brodanzky e W. Gauer, che pur con qualche pesantezza didascalica, denuncia il divario tra il Brasile della propaganda turistica e quello della realtà, compendiato nella storia di una ragazza india (Fracema, anagramma di America) costretta, per sopravvivere, a battere il marciapiede. Sono frequenti nel cartellone laorminesc i nomi nudi di donna, a sottolineare, nell'accezione più indifesa, i guasti del mondo. Ecco Gina, spogliarellista in una quasi polare cittadina canadese, violentata collettivamente da una troupe di «scooteristi», dei quali prenderà alta e un po' rocambolesca vendetta. Ma il film di Dcnys Arcand è anche un diligente «spaccato» di quella comunità di canadesi francofoni; e la malinconia di quei night, sentiti come ridotte per esuli, le difficili condizioni di lavoro in una fabbrica tessile e altre notazioni d'ambiente, allargano il quadro alle ambizioni dell'inchiesta etnico-sociologica. Ricordali per dovere d'informazione il romeno Filippo il buono di Don Pila, storia di un giovane introverso e dei suoi tentativi per inserirsi nel Sisto- ma, e Faccia ili spia del toscane Giuseppe Ferrara, accesa requisitoria contro la Cia. dal 1953 ai nostri giorni (Mariangela Melato, Lou Castel. Merli. Cucciolla, Rubai, e Valpreda nella parte di | se stesso, arricchiscono il cast). resta da accennare, come di prammatica, ai probabili vincitori della rassegna. Ci paiono in posizioni di vantaggio le cinematografie minori, che hanno portato a Taormina echi di storie e problemi concreti, fuori della fiction e magari anche delirii, ma istruttivi sul presente. E per arrischiare qualche titolo: il greco O tliiassos ovviamente, l'australiano Domenica è troppo lontana (sui problemi sindacali e familiari d'una comunità di tosatori di pecore), il panamense Claro di Rocha, il senegalese Lo scolaro mussulmano e. a titolo di eccezione, il britannico Slardust i cui dischi corrono come il pane tra i giovanissimi del pubblico di Taormina. Leo Pestelli Gli ultimi film prima della premiazione al festival di Taormina

Luoghi citati: America, Brasile, Ferrara, Taormina