La principessa indiscreta di Giovanni Bogliolo

La principessa indiscreta Memorie d'una cugina di Napoleone III La principessa indiscreta Isa Dardano Basso: « La princesse Julie Bonaparte marquise de Roccagiovine et son temps. Mémoires ine'dits (1853-1870) », Ed. di Storia e Letteratura, pag. LXIX-589, lire 25.000. Per una principessa Bonaparte che, come Giulia, era animata da una così precoce e pertinace passione letteraria da meritare in famiglia il soprannome di gribouilleuse, imbrattacarte, la tentazione del memorialismo doveva essere irresistibile: oltre alla moda diaristica così diffusa nel suo ambiente e nel suo tempo, a spingerla verso questo difficile genere letterario c'erano il prestigio ancora altissimo del nome (e in lei si congiungevano due rami della dinastia dei napoleonidi, Luciano e Giuseppe), la confidenza di un cugino come Napoleone III e di tutte le personalità della politica, dell'arte e della cultura che, prima a Parigi e poi a Roma, frequentavano il suo salotto, quasi celebre quanto quello I della principessa Matilde. Della grande memorialista i le mancava soltanto il talento e, con maggiore o minore diplomazia, su questo punto si erano trovati concordi i Sainte-Beuve, i Mérimée e tutti gli altri amici letterati. Ma le restava la modesta alternativa della cronaca fitta e minuta, del resoconto quotidiano, del memoriale da lasciare per ricordo ai figli, e a questo più ristretto ambito del suo paziente lavoro la principessa si è rassegnata p.ssai presto, prima ancora che gli imbarazzati giudizi dei suoi primi lettori gliene dessero un'inequivocabile conferma. Troppe remore — di educazione, di gusto e di cultura — le impedivano di dare libero sfogo alla sua vocazione di scrittrice, ma proprio dalla coscienza e dall'acquiescenza di queste limitazioni deriva la più curiosa qualità della sua scrittura: « Mi piace raccontarmi, mi piace ricordarmi e devo fare un grande sacrificio per non scrivere proprio tutto ciò che penso delle persone... ». Per quarantasette anni, dal 1853 fino alla vigilia della morte, nel 1900, la principessa Giulia ha registrato accu- ratamente i grandi e i piccoli avvenimenti della sua vita e del suo tempo, i ricevimenti e i balli, le guerre e i colpi di Stato, gli incontri e le conversazioni, senza mai venir meno a questo principio di discrezione e di ritegno che a volte è solo un sintomo di pruderie, ma in genere è aristocratico distacco e benevolo silenzio per tutto ciò che attiene alle bassezze e alle miserie degli uomini. Il suo diario è dunque l'esatto contrario di quello dei Goncourt, ma, paradossalmente, finisce per essere uno specchio altrettanto fedele della società del Secondo Impero, e non soltanto per la ricchezza di informazioni e di precisazioni che fornisce allo storico, né per la sostanziale correttezza della cronista che, come osserva Isa Dardano Basso, « se dissimula, nasconde, sfuma il reale, non simula mai: toglie dei dettagli veri, ma non ne aggiunge mai di falsi », ma anche e soprattutto perché questo atteggiamento di evasivita e autocensura è di per sé significativamente datato, è esso stesso un prezioso documento di un gusto e di una civiltà. La discrezione e le bienséances, le regole ferree dell'etichetta e del buon gusto sono d'altronde un filtro abbastanza trasparente, dietro il quale non è difficile scorgere il vero pensiero di Giù lia. i suoi sentimenti verso questo o quel membro della sua sterminata famiglia, la simpatia per Thiers e per Renan, l'avversione per Mazzini, le sue preoccupazioni politiche e le sue inquietudini religiose. Questo primo volume delle memorie inedite della principessa, appena diciassette dei sessantadue quaderni manoscritti che Isa Dardano Basso ha opportunamente sfrondato dei dettagli più irrilevanti e ha introdotto e annotato con esemplare dottrina storica e filologica, si riferisce a tutto il periodo francese della sua vita e si conclude con la fuga da Parigi dopo la disfatta di Sedan. Anche dalla Francia però Giulia, italiana di nascita e di formazione, aveva sempre seguito con attenta trepidazione le sorti del nostro Paese, entusiasmandosi alle conquiste unitarie e insieme rattristandosi sul destino del papa e di Francesco II. Resta ora da portare alla luce il diario dei trent'anni del suo soggiorno romano e tutto lascia prevedere che i volumi che coroneranno questa nuova meritoria impresa editoriale della Fondazione Primoli riservino preziosi e inediti contributi alla conoscenza del tardo Ottocento. Giovanni Bogliolo

Persone citate: Bonaparte, Francesco Ii, Goncourt, Isa Dardano, Julie Bonaparte, Mazzini, Napoleone Iii

Luoghi citati: Francia, Parigi, Roccagiovine, Roma