Pezzi grossi della mafia i mandanti dell'«anontma sequestri» nel Nord

Pezzi grossi della mafia i mandanti dell'«anontma sequestri» nel Nord Proseguono le indagini dopo Parresto di due pregiudicati a Milano Pezzi grossi della mafia i mandanti dell'«anontma sequestri» nel Nord La base sarebbe a Trezzano sul Naviglio, presso il capoluogo lombardo - L'organizzazione legata a Liggio? (Nostro servizio particolare) ; Milano, 23 luglio. «Dall'arresto di Luciano Liggio è uno dei colpi più grossi che siano stati fatti» : dice un funzionario della questura milanese parlando del- ] l'inchiesta che, a poco a poco, sembra stia portando a scoprire la rete delle complicità su cui si è retta per anni l'a-1 nonima sequestri. «Per ades- j so — aggiunge — in galera ci sotzo due tipi da poco. Arturo \ Kravos, 32 anni, e Giuseppe Barbaro, 19 anni, sospettati di avere materialmente rapito Giuseppe Ferrarmi, il trasportatore di Corsico rilasciato pochi giorni fa dopo il pagamento di un riscatto di 800 milioni». «Ma non sono loro che ci interessano — continuano a spiegare in questura — abbiamo fornito al magistrato un elenco di nomi, non possiamo dire quanti, molto interessante. Se si accerterà che sono implicati nell'anonima sequestri, come pensiamo, sarà come se scoppiasse una bomba». Un cauto sondaggio permette di accertare che nell'e¬ \ lenco non ci sono grosse personalità insospettabili: ai mandanti non si è ancora arrivati. Ma, se si tratta di mafia, ci troviamo al rango di questa volta, è importante J _, =. —.i., . i uir^WÌa^tt*n«u%'a^l| «capo-bastone». L'operazione, questa volta, è importante I non solo perché si è riusciti a j risalire un pochino nell'orga- ! nigramma della banda dei sequestratori, ma anche perché si ha la «quasi certezza» di trovarsi davanti a un gruppo responsabile di parecchie azioni criminose, di cui il sequestro Ferrarini sarebbe solo l'ultimo atto. Nell'abitazione dei due arrestati la polizia ha trovato 121 milioni e 150 m somma pagata per il rilascio del titolare della ditta di autotrasporti. Altri soldi, però, collegano i due arrestati al rapimento del torinese Antori io Cagna Vallino per il quale i giudici del capoluogo piemontese hanno già condannato a 18 anni Giuseppe Billeri, figlioccio di Liggio. Ecco che si comincia a risalire nell'organigramma. Un altro condannato per Cagna Vallino, Pasquale Criscione, tuttora latitante, è stato per parecchi anni braccio destro della «primula rossa» di Corleone. Ferrarini e Cagna Valli no, anche se hanno reso parecchio denaro non sono le sole imprese. Gli inquirenti non hanno voluto comunicare i loro sospetti, ma le voci corrono. L'organizzazione che sarebbe sul punto di essere sgominata avrebbe messo le mani anche nei rapimenti di Angelo Malabarba ( l'assessoreimprenditore di Gaggiano), dell'industriale lecchese Giovanni Stucchi (scomparso da dieci mesi) e della signora Emilia Blangino Bosco, titolare della «Stalea» di La Loggia, una delle maggiori aziende europee per la lavorazione delle carni. Ma non basta ancora. Si parla anche del sequestro di Tullio De Micheli, 57 anni, titolare di una fonderia di ghisa, scomparso il 13 febbraio scorso a Gavirate, nello stesso paese era soggiornante obbligato Francesco Ciulla, 30 anni, di Palermo. In casa di un suo parente, Giuseppe, a Trezzano sul Naviglio, i magistrati hanno trovato una cella sotterranea insonorizzata, pronta per «ospitare» ostaggi. A Gavirate erano in soggiorno obbligato altri due presunti mafiosi, Cosimo FaI zio e Antonio Delli Paoli, so1 spettati, un anno dopo che I hanno lasciato la cittadina J lombarda, del sequestro Cai gna Vallino. Ancora: il 14 ot: tobre dello scorso anno viene I rapito a Buguggiate Emanue1 le Riboli, 17 anni, mai più tro- ■ vato. Nello stesso paese è in , soggiorno obbligato Savino Pesce, 47 anni di Ragusa. E' un personaggio importante e riceve visite di «cortesia» da I Francesco Ciulla. ; Questi nomi, piano piano, : portano tutti verso la stessa i direzione: il sequestro Cagna ! Vallino e, di li, il passo per ; giungere a Liggio. attraverso I il suo figlioccio Giuseppe Billeri, e breve. Ma cerne sono , arrivati al Kravos e al Barbaro gli inquirenti? E' stata lo- i calizzata la centrale telefoni- ' ca cui facevano capo i telefo- 1 ni, posti in cabine pubbliche, ! utilizzati dai rapitori per co- 1 municare con i familiari del i Ferrarini e pattuire il riscatto. Dalla centrale si poteva loI calizzare, una mattina, una ■ delle cabine della zona Musocco, proprio mentre era in ì corso una conversazione e I mentre uscivano dalla cabina in questione, era possibile fo- : tografare il Barbaro e il Kra- 1 vos che, dopo avere fissato un : appuntamento addirittura in : provincia di Mantova ai fami- i liari del rapito, si allontanavano a bordo di una «Porsche». Da quel momento le ! mosse dei due pregiudicati erano costantemente seguite. Altre indagini, condotte parallelamente, hanno permesso : di accertare che anche il pagamento del riscatto del gio- , vane Cagna Vallino era avve- J drammataco"per "ÌTy"^^ | i II numero e il nome dei ri- ! cercati è finora ignoto. Se co- me è probabile siamo davanti ad una organizzazione che fa i capo a Liggio, uno dovrebbe essere Giuseppe Ciulla. Questi a Torino era in contatto con i Giuseppe Ugone, che a Mon- calieri aveva acquistato una Icascina dove fu tenuto in l0StaB^ per due mesi Luigi:| Rossi di Montelera. Molti in- terrogativi sono sorti, quando.si e saputo che Kravos abita- va a Trezzano sul Naviglio, capitale della «nuova mafia» |e luogo di residenza di Guz- zardi (rapimento Torielli), Ugone e Ciulla, gli uomini più vicini a Liggio. m. f. nuto nello stesso punto della tangenziale in cui è stato pagato quello del Ferrarini. Kravos e Barbaro sono stati arrestati la scorsa settima na dopo un inseguimento ! I dram j iano. ! Milano. L'auto dei rapitori contro un muro dopo l'inseguimento della polizia (Soncini)