Il delitto dei neofascisti

Il delitto dei neofascisti Il delitto dei neofascisti Rimane ad Ancona il processo lupo Respinta l'istanza della difesa: voleva il trasferimento per legittima suspicione (Nostro servizio particolare) Ancona, 21 luglio. L'ultima delle mille manovre per far slittare il processo agli uccisori di Mariano Lupo tentate dalla difesa è sfumata stamani. Con voce ferma e tono gelido, il pubblico ministero, Hinna Danesi, ha comunicato che «gli estremi per la legittima suspicione non esistono come non è lecito avanzare legittimo sospetto sulla Corte». Dunque la richiesta formale avanzata dai difensori per cambiare, per la seconda volta sede era ingiustificata e dovrà proseguire il processo al manipolo nero che, nell'agosto di tre anni fa, tese un agguato mortale al giovane militante di Lotta continua. Il rischio che il dibattimento dovesse essere rinviato, certo per molti mesi, si era profilato mercoledì mattina, quando per un battibecco fra difesa e pubblico, il presidente, Fesce, aveva deciso di far sgombrare l'aula. Non era la badptBtddtnppvnvdssBfftaprima volta e il presidente ha I ritenuto opportuno ricordare al pubblico ministero la facoltà di richiedere la sospensione «per motivi di legittima suspicione». Il suggerimento era stato raccolto dalla difesa che aveva fatto istanza formale: Ancona, come già era accaduto a Parma nel gennaio dello scorso anno, agli occhi dei difensori non sembrava più «dare garanzie per un sereno giudizio». I difensori della parte civile i 1 si erano opposti già al trasfe rimento del processo ad Ancona, stabilito, con decisione a sorpresa dalla corte di Cassazione il giorno stesso dell'apertura del dibattimento, il 15 gennaio 1974. Avevano sottolineato: «E' scandaloso che la volontà di giustizia di ogni , democratico e prima di tutto Idei genitori dei quali Mariano Lupo era il sostegno morale e materiale, sia stata offesa così a lungo dall'intervento della corte di Cassazione che ha sottratto il processo alla città di Parma "a causa della mo- bìlitazione di tutte le forse antifasciste" (come dice l'ordinanza di rimessione del processo ad Ancona!». La parte civile, rappresentata stamani dall'avvocato Bonèschi di Milano, ha accolto con soddisfazione le parole del p.m.: per la prima volta, dall'inizio del processo davanti alla corte di Assise di Ancona, infatti, sembra possibile prevedere con una certa approssimazione il giorno del verdetto. Se non si troveranno altri scogli, la sentenza dovrebbe essere letta martedì della prossima settimana. Le arringhe dei difensori si susseguono: il tema trattato è sempre lo stesso. Edgardo Bonazzi, l'accoltellatore confesso di Lupo, uccise per difendersi; il suo gruppo non tese agguati, al contrario furono «i cinesini» a dare inizio alla rissa che avevano preparato da tempo. «Da parte del gruppo di Lupo si voleva dare una lezione a Bonazzi e tutto questo per una ragazza, Ga- oriélla Signifredi, avvenente cassiera di cinema». I motivi politici sono quindi stati ripetutamente negati e del tutto ignorata anche la sentenza di rinvio a giudizio sottoscritta dal giudice del tribunale di Parma, Aristide Angelini. Diceva il documento: «Indubbiamente il delitto trae origine da un movente politico die affonda le radici in un clima di tensione provo cato da un certo rigurgito fa- i fista: ™trlvo e elenio, che 1 ha già dato prova di se con attentati a cippi partigiani e a sedi di partiti democratici». Il calendario del processo prevede arringhe dei difensori fino a giovedì. Il giorno successivo inizieranno le repliche: per la parte civile parlerà anche il senatore Umberv. tess. , It0 ierracinl

Persone citate: Aristide Angelini, Bonazzi, Edgardo Bonazzi, Hinna Danesi, Mariano Lupo, Signifredi

Luoghi citati: Ancona, Cassazione, Milano, Parma