Allarme fra i camosci del Gran Paradiso Dopo cent'anni è tornata la feroce lince di Fabrizio Carbone

Allarme fra i camosci del Gran Paradiso Dopo cent'anni è tornata la feroce lince Liberati due esemplari con una radiotrasmittente nel collare Allarme fra i camosci del Gran Paradiso Dopo cent'anni è tornata la feroce lince L'inserimento di un animale predatore, secondo gli esperti, gioverà al rafforzamento degli erbivori che vivono nel parco Roma, 21 luglio. Da dieci giorni due linci selvagge, catturate in Cecoslovacchia, vivono libere nel parco nazionale del Gran Paradiso. Al collo portano una trasmittente a transistor. Sono state lasciate in una zona boscosa del parco dal biologo Luigi Boitani. lo stesso che conduce in Abruzzo una ricerca ecologica sul comportamento dei lupi. L'esperimento è stato voluto sia dal direttore del parco, Framarin, sia dagli esperti del Wmf italiano (il fondo mondiale per la natura). E' la prima volta, dopo la sua estinzione naturale, che la lince ritorna sulle nostre Alpi. «Potremo seguire le mosse di questi grandi felini — dice Fulco Pratesi, del Wwf — e studiarne il comportamento. Sono animali carnivori e si sono messi subito a caccia di prede. Il bosco dove vivono è ricco di camosci. La lince avrà la funzione di equilibrare naturalmente la vita degli animali in libertà». E' un tentativo a cui gli scienziati italiani tengono moltissimo. Meglio che in laboratorio si potrà capire in quale misura l'inserimento di un animale predatore, come la lince, gioverà al rafforzamento delle razze erbivore che vivono al Gran Paradiso. I camosci — per esempio — non hanno nemici pericolosi. Vivono in pace ! e in grandi branchi. Così la 1 selezione naturale non si ve- I rifica: gli esemplari malati \ si accoppiano con quelli sa- \ ni. E il sangue si indebolisce. I « I camosci del Gran Para- | diso — dicono gli esperti — I sono troppi. La loro capacità i di resistenza è diminuita. Po- ! trebberò insorgere epidemie ! col rischio di decimare la co- 1 Ionia residente e portare, al limite, alla estinzione della specie nella zona». Così è stato deciso di riportare la lince nel parco. L'unico animale da preda che poteva insidiare i camosci, ma solo i piccoli, è Va- • quila reale. «L'importanza di ; un ambiente naturale — ci ha detto il biologo. Luigi j Boitani — è data dalla presenza sul posto di tutte le j specie che vi possono vivere. ! Da questo insieme noi possiamo studiare, oltre al comportamento, la vera vita del- ì la natura». La lince selvaggia in Europa si trova ormai solamente in Spagna e in molti Paesi dell'Est, compresa la Russia. Scomparve dal territorio del Gran Paradiso alla fine del secolo scorso. L'ultimo I esemplare fu ucciso dalle I guardie della riserva reale. J Dal '71 gli studiosi europei i pensavano alla reintroduzione della specie. Esperimenti \ del genere sono stati compiuti in tre zone della Svizzera (tra cui il parco dell'Engadina), in due zone della Germania Occidentale (fra cui il parco della Foresta Bavarese) e nel parco nazionale di Triglav, in Jugoslavia. « L'unica zona del mondo — dice Boitani — dove è possibile catturare linci è la regione della Slovacchia. Tutti gli esemplari reintrodotti vengono da quel Paese. Li esiste un'equipe di specialisti capace di catturarle vive». La cattura avviene con speciali trappole a scatto, indolori. L'esemplare viene addormentato con una iniezione e trasportato nel nuovo ambiente. Non si accorge di nulla: non soffrirà per il cambiamento. Le linci sono arrivate dalla Cecoslovacchia il 18 giugno scorso, con un certo anticipo sul previsto. Gli esperti italiani che le avevano richieste le aspettavano in autunno. Per ora sono solo due maschi. Le femmine arriveranno in seguito e la specie potrà così riprodursi. «Gli esemplari — spiega Boitani — sono stati anestetizzati. Gii abbiamo messo i collari n transistor insieme al professor Ginanni, direttore dello zoo di Torino. Le radio funzioneranno per circa dodici mesi. Prima di lasciarle libere le abbiamo vaccinate contro la rabbia, per precauzione. Abbiamo anticipato la liberazione perché, essendo due esemplari ] assolutamente selvaggi, in I gabbia non mangiavano bej ne e deperivano a vista d'oc| chio. Non possiamo rivelare | il punto dove le abbiamo inj tradotte per ovvi motivi. Nel I parco ci sono bracconieri I che sarebbero tentati di dare la caccia a questi due carnivori». Gli spostamenti vengono seguiti dulie guardie del parco che seno state munite di apparecchi riceventi. Il segnale «betp-beep» aumenta man mano che ci si avvicina alla fonte della trasmissione. E' facile cosi rendersi conto delle loro mosse e sapere come vivono, quanti animali riescono ad uccidere nell'arco di un mese. — E' pericolosa per l'uomo la presenza delle linci al Gran Paradiso? «Non più di un'aquila reale. L'animale — dicono gli esperti — è molto diffidente e non è possibile avvicinarsi. Nel caso in cui fossimo costretti ad ucciderla potremo servirci dei cani: inseguita, la lince s^ arrampica sugli alberi e può essere facilmente abbattuta. I visitatori del parco possono comunque stare tranquilli». Il direttore del Gran Paradiso spera nell'effetto «sanitario» dell'arrivo delle linci che «sbrancheranno» i camosci e li mettertinno in stato d'allerta. Si eviteranno epidemie come quella che, l'anno scorso, colpì gli animali della Valsavaranche. Fabrizio Carbone

Persone citate: Boitani, Framarin, Fulco Pratesi, Ginanni, Luigi Boitani