Il salto record di Del Forno nella gran notte di Williams

Il salto record di Del Forno nella gran notte di Williams Il salto record di Del Forno nella gran notte di Williams (Dal nostro inviato speciale) Siena, 17 luglio. A Steve Williams l'Italia piane sempre di più. Gli consente di mettere in tasca rimborsi spese niente male (tra Milano e Siena ha superato il milione, e non di poco), gli offre applausi e grossi titoli sui giornali (si diverte a guardarli, anche se al di là del suo nome non riesce ad andare), adesso gli ha pure permesso un risultato di grosso prestigio: un 9"9 sul 100 metri è sempre un bel « tempo » da iscrivere sul curriculum personale, anche se è il secondo della carriera dopo quello dell'anno scorso ai campionati statunitensi a Los Angeles. Ed ancora, l'Italia gli dà modo di rinfrescare la sua fama anche agli occhi degli appassionati nordamericani che ora sapranno come la rivelazione Me Tear per ora sia ancora un allievo di fronte al maestro Steve, il quale ss arrivare a 9'9 se il ragazzo gioca la carta dei 10 secondi net ti spalleggiato da quel « bestie ne » di Riddik. L'aveva dichiarato alla vigilia, Williams, che voleva arrivare a 9"9 ed è proprio questa coincidenza fra le sue dichiarate intenzioni ed il verdetto dei giùdici ad aver sollevato mormorii dubbiosi. Ma c'è il precedente di Los Angeles a dire che Williams può arrivare sotto il muro dei 10 secondi, c'è soprattutto la lettura dei cronometri ufficiali, due 9"9 ed un 10" appena sfiorato, a far da garante. Lui non si cura certo delle polemiche, manco ne conosce l'esistenza: non ha bisogno di dimostrare nulla, quanto valga lo sanno tutti. In gara al contrario di altri sprinters che offrono la impressione di « dare tutto » e basta, Steve Williams sembra riuscire a spezzettare un 100 metri corso ai 36 orari in tante fasi perfettamente controllate a seconda delle mosse degli avversari. Così ieri sera è andato sino agli 80 metri quasi sulla linea di Me Tear e di Riddik, poi ha dato uno strappo che li ha messi in fila; altre volte è lui stesso a giocare di anticipo. Alto metri 1,95 per 75 chili di peso, Williams non intacca mai II suo stile anche quando forza al massimo. Ac- coppia eleganza e potenza, ha perso un po' della strafottenza che lo rendeva antipatico quando, come fece contro Mennea a Torino, si voltava per guardare in viso gli avversari che perdevano terreno. « Era un ragazzo, allora — dice di lui l'allenatore Brooks Johnson — ma ora è maturato. Ha capito che in atletica quando si va più forte di tutti non si può chiedere altro, tanto meno si può sfottere ». Attualmente Steve Williams attraversa un momento di forma a dir poco favoloso. Non si è concentrato molto sulle gare indoor quest'inverno, dove le sue lunghe leve possono trovarsi in difficoltà, ma all'aperto non ha avuto rivali. Ieri a Siena ha vinto ir, tutta scioltezza (ma in 20"3) i 200 metri in chiusura di riunione, con una facilità di azione che ha incantato tutti. Se l'Olimpiade fosse domani, nessun dubbio sul dominatore dello sprint, ma è certo che saprà dosare gare ed allenamenti per ritrovarsi a Montreal nella condizione attuale. « Ogni gara fa esperienza — ha detto Brooks Johnson — e non capisco perché il vostro Mennea lo si vede così poco in giro. Se c'è uno che ha necessità di gareggiare, questi è lui ». Houston Me Tear ed il suo trainer Willoughby non sono rimasti delusi dell'esordio europeo. Che Steve Williams al momento sia pressoché imbattibile lo sapevano bene, è comunque per Montreal che contano di preparargli lo scherzetto. La diciottenne rivelazione dello sprint mondiale sui 100 metri è andata bene, anche se si è irrigidita un poco per cercare di forzare nel finale, sui 200 però (terzo in 20"9) ha confermato di non essere adatto alla gara ma ha anche pagato la fatica del lungo viaggio di trasferimento. Su Me Tear, sulle sue doti e suoi suoi difetti, si sono accese discussioni vivaci nella dolce notte senese. Sottoscriviamo il parere di Elio Locateli!: « Può non essere piaciuto come stile, ma occorre tener presente che ha soltanto diciotto anni, e che ad un'età cosi verde corre già in 10 secondi netti. Dei giovani ha ancora il difetto di smarrirsi quando forza l'azione: la qualità di saper spingere senza rischiare di imballarsi è frutto dell'esperienza, di anni di attività ». Unanimità o quasi invece sul terzo uomo, Steve Riddik, metri 1,88, due gambe che sembrano stantuffi: è un favoloso atleta naturale, magari solo da registrare un poco per arrivare a mettere d'accordo tanta gente. Mentre l'eco di gare a così alto livello non si spegne, i protagonisti sono partiti o partono per altre battaglie. Gli sprinters al Nord, in Scandinavia, l'ostacolista Foster in Francia, Drut a Roma ^per una breve vacanza, Nallet a Parigi, Sto nes e Woods dove qualcuno li paga per tenere su un meeting. I due statunitensi del salto in alto sono personaggi da favola, si divertono a gareggiare e non perdono un'occasione, anche se il loro girovagare va nenecessariamente a scapito dei miglioramenti tecnici che ancora sarebbero alla loro portata con un maggiore impegno in allenamento. Ieri hanno trascinato Del Forno a un record che il friulano aveva da tempo nelle gambe. Il 2,21 sarà comunque certamente migliorato ancora, se l'automatismo della rincorsa verrà perfezionato. Del Forno è stato uno dei pochi azzurri ad avere il coraggio di tornare in pista, per una rivincita, a pochi giorni dalla semifinale di Coppa Europa. E' stato premiato, sapeva di valere più di quanto avesse dimostrato nella gara torinese. Ed elogi anche a Fontanella e Fava, i quali hanno riprovato rispettivamente sugli 800 e sui 3000. Nulla da fare per il veneto; discorso sempre aperto invece attorno a Fava, che ieri sera, malgrado una chiodata presa in partenza, era per sua ammissione in « ottima vena ». Una vena che però non gli ha consentito di vincere, infatti è stato battuto con irrisoria facilità da uno spunto finale del modesto romeno Cofu. La mancanza di spunto nell'ultimo giro si sta rivelando per Fava un handicap tremendo, e del resto non può pensare di staccare i rivali sul ritmo. Se qualcuno cede, qualche altro rimane nella scia. L'atleta ed il suo tecnico sono sempre più orientati sui 10.000 metri, ma è chiaro che il futuro di Franco è sulla maratona. Prepararla già per Montreal vorrebbe dire non perdere tempo, anche se una decisione di questo tipo richiede soprattutto che l'atleta sia pronto a certe fatiche. Del resto, salvo che per gli Stati Uniti dove i campioni nascono e muoiono senza drammi, dove la base garantisce ricambi continui, ogni federazione ha i suoi problemi. Un dirigente jugoslavo a Siena era ad esempio preoccupatissimo per Susanj, l'asso degli 800 metri: a settembre andrà militare, senza possibilità di ritardare la ferma, e l'esercito jugoslavo non ha la mano leggera con i campioni, tanto meno ha compagnie speciali dove collocarli. Almeno per tre mesi, sino a Natale, Susanj farà soltanto caserma ed esercitazioni militari. Ed intanto la Olimpiade si avvicinerà. Bruno Perucca Siena. Enzo Del Forno «vola» a 2 metri e 21, nuovo primato italiano (Telefoto)