Santin farà il "libero,, di Maurizio Caravella

Santin farà il "libero,, Se questa è la decisione di Gigi Radice Santin farà il "libero,, "Mi piacerebbe imitare Beckenbauer — dice il difensore del Torino — ma con maggiore cattiveria" - Protagonista di un'infanzia diffìcile, il granata tende a sdrammatizzare il mondo del calcio - Un elogio per la serietà di Heriberto Herrera (Dal nostro inviato speciale) Viareggio, 17 luglio. « Ragazzo, muoviti: vieni a Torino con noi. SI, non fare quella faccia, giochi anche tu », dice Liedholm. Santin ha gli zoccoli ai piedi, un paio di pantaloni malandati ed una maglietta: » Vengo così, mister? ». Non c'è tempo di andare in un negozio a rimettersi a nuovo: e poi, con i pochi spiccioli che stenta a trovare in fondo alla tasca, sarebbe un problema. A Milanello comincia la colletta: chi gli presta una giacca, chi gli dà una camicia, chi un paio di scarpe. Il ragazzo è pronto, come uno scolaretto al primo giorno di scuola, e se la giacca gli sta un pò larga non è mica il caso di andare troppo per il sottile. Santin esordisce nel Milan contro i granata a diciassette anni, gli danno centocinquantamila lire, non ha mai visto tanti soldi tutti insieme in vita sua. Subito un vaglia al paese, perché è minorenne ma già capofamiglia. Dodici in casa, a Cinisello: il padre contadino, la madre a badare a cinque maschi e cinque femmine, ne controlli uno e ne scappa un altro, roba da esaurimento nervoso. Cambiali tante, soldi pochi: e quando una cambiale scade, bussi a una porta, poi a un'altra e a un'altra e a un'altra ancora, ma chissà perché ti rispondono tutti che è un brutto momento, sembra che si siano passati la parola. E allora vendi un mobile, poi un altro. Se si potessero mangiare i debiti, dice papà Santin, faremmo tutti una bella indigestione. Nello studia fino alle medie e intanto gioca nella squadra del suo istituto salesiano. Ha grinta, il ragazzo. Ha quindici anni, lo portano al Milan: gli spiccioli per le piccole spese, ma lui li manda a casa. E se si accorge di non avere i soldi per il tram, pensa che camminare è salute. Muore Il papà. Nello deve sfondare per forza, altrimenti In quella casa, a Cinisello, Ira poco mobili non ce ne saranno più. Vedi Santin al » Principe di Piemonte », adesso, e sembra tutta una tavola: spiaggia privata, piscina, camerieri che vanno e vengono, appartamenti di lusso: non hai die da parlare, i tuoi desideri sono ordini. Un passato da dimenticare, allora? » No — dice —, da tenere sempre ben presente, invece. Nella vita, per gustare una gioia devi fare dei paragoni, perché tutto è relativo. E io i confronti li faccio, nella mia mente. Se nasci ricco, dei poveri magari non ti accorgi neanche: sai che esistono ma non sai che cosa provano. Se nasci povero e hai fortuna, vuol dire che sei fortunato due volte, perché apprezzi tutto ». Ecco perché, per Santin. il calcio non è mai dramma: » Vede, io sono religioso: in chiesa, la domenica, ringrazio per ciò che ho avuto. Ho cercato di sfondare con tutte le mie forze, per anni, ma magari ci hanno provato tanti altri, senza riuscirci. E dopo quello che ho passato, vuole che mi arrabbi per un pallone? E' vero, certe cose dispiacciono, ti fanno star male. Ma poi penso: Nello, non puoi mica aver tutto. E allora sorrido di nuovo, la nuvola sparisce in fretta ». Certe cose dispiacciono: quali, ad esempio? « Bernardini mi fa: sei bravo, ma hai due anni di troppo, questo è il tuo guaio. E poi chiama In nazionale gente della mia età, o anche più vecchia. Mica po¬ tevo obbligarlo a convocarmi, ma una giustificazione del genere sa di presa in giro. Continuano ad ignorarmi, chissà perché. Adesso che Bearzot a quanto pare ha più poteri, chissà ». Lui è pronto a dire signorsì, come un soldato: ma a chi lo dice, se i generali continuano a dimenticarlo in un angolo? Dirà * ubbidisco » a Radice, senza discutere: « Mi farà giocare da libero? Può darsi, non ne abbiamo ancora parlato. Ma 10 sono pronto a qualsiasi soluzione, pur di essere titolare. Mi piacerebbe provare a fare 11 libero alla Beckenbauer, ma con un po' più di "cattiveria" in difesa. E' un ruolo che mi affascina, pensavo di aspettare ancora un paio d'anni, ma non è un problema ». Non ci sono mai problemi, per Santin? » Beh, la stagione scorsa ce ne sono stati, per la squadra e quindi anche per me. Fabbri ha cominciato bene, senza fare sbagli. Ma i tifosi, forse per partito preso, forse per vecchi rancori, non lo hanno lasciato lavorare in pace. In parte, bisogna capirli: molti continuano a vivere nel ricordo del Grande Torino, aspettano da ventisei anni. Però non accetto certe forme .'i violenza, che non hanno nulla a che fare con lo sport. Picchiarsi per un pallone? Ma siamo matti? Il fatto è che uno scudetto ci vorrebbe proprio, per calmare le acque. E prima arriva, meglio è ». Anche subito? « E perché no? Abbiamo tutto: un allenatore giovane e in gamba, del giocatori che valgono. E. a parte la Coppa Italia, non abbiamo altri obiettivi. La Juve è ancora favorita, ma se andasse avanti in Coppa dei Campioni dovrebbe scegliere, ad un certo punto, e, comunque, gli impegni extracampionato finirebbero col distrarla. A loro la Coppa e a noi lo scudetto? Perfetto, sarebbe: perché io sono un granata, non un antl-juventino per partito preso. Non sono nemico di nessuno, lo ». Lo era stato, all'inizio, di Heriberto: « Facevo gli esercizi come voleva lui, oppure mi riprendeva bruscamente. E se cercavo di reagire mi gridava " zitto! ". con voce imperiosa. Pensavo: Ma che gli ho fatto di male? Gli sono antipatico? Ho preso delle multe, sa. Poi. un giorno, Heriberto mi dice: " Ragazzo, non ti arrabbiare: lo faccio solo per dare un esempio agli altri; so che sei intelligente, devi capirmi ". E da quel giorno, i miei rapporti con lui sono stati perfetti. Parla male di Heriberto solo chi non lo conosce bene: un anno con lui farebbe bene a tutti ». Come la naia? » No. no, la storia del sergente di ferro non c'entra. Diciamo la verità: quando si tratta di fare sacrifici, molti giocatori italiani arricciano il naso, ed allora giù a sparlare di lui. Da Heriberto ho imparato a concentrarmi al massimo in allenamento: fai gli esercizi e ti distrai, pensi magari ai tuoi problemi di famiglia, e cosi rendi di meno; con lui, non era possibile. Heriberto riusciva a tirar fuori il massimo da tutti, a molti giocatori ha allungato la carriera di due o tre anni. Il guaio era questo: lui seminava, ma non gli davano il tempo di raccogliere, come è successo ad esempio all'Inter. Non lo hanno capito, in Italia, ed ora lui va In Spagna. Un esilio che non avrebbe meritato ». Non hanno capito Heriberto, ora Santin vorrebbe che i tifosi capissero lui. Vorrebbe che capissero, ad esempio, che il calcio, per il signor Santin. è ancora una favola: i drammi, quelli veri, lui se li è lasciati alle spalle da un pezzo. Maurizio Caravella Per Nello Santin un ruolo nuovo nel Torino

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