Minoranza della Uil lascia la segreteria?
Minoranza della Uil lascia la segreteria? Previste le dimissioni Minoranza della Uil lascia la segreteria? Esponenti abbandonerebbero il comitato esecutivo e la segreteria confederale - Nella Cisl si tenta un'intesa per evitare una spaccatura (Dalla redazione romana) Roma, 15 luglio. A poche ore dalla riunione del consiglio generale della Cisl, convocato da domani a venerdì per esaminare i rapporti maggioranza-minoranza e deliberare sul «caso Scalia», si discute sulle basi di una intesa che eviti la scissione o comunque ne riduca sensibilmente la portata. Al contrario, nella Uil lo scontro tra maggioranza (repubblicani, socialdemocratici e qualchs socialista) e la mino-anza (socialisti) ha assunto oggi caratteristiche di particolare violenza: esponenti della minoranza hanno preannunciato per domani dimissioni quasi certe dal comitato esecutivo e dalla segreteria confederale, mentre le strutture della maggioranza discutono separatamente oggi e domani sul processo unitario e la strategia del sindacato nell'attuale situazione economica e politica. « Sarà una scissione-pulce » aveva dichiarato Storti, segretario generale della Cisl in mattinata, « se non potrà essere completamente evitata, a parte il caso, del tutto particolare, di Scalia ». Nel pomeriggio la trattativa tra maggioranza e minoranza ha trovato ostacoli, tanto che colloqui ufficiosi si sono protratti fino a notte inoltrata. Si arriva cosi alla sessione del consiglio generale senza un accordo predeterminato, ma il discorso è aperto alla soluzione. Nelle ultime ore la minoranza ha proposto alla segreteria confederale condizioni pesanti, definendole « irrinunciabili », mentre la parte « più avanzata » della maggioranza preme per una maggiore durezza nei confronti della minoranza e in particolare di Scalia. Le condizioni della minoranza, contenute in un documento, riguardano: 1) una seria riconsiderazione degli orientamenti e delle politiche che cauterizzano la identità, il ruolo e il rapporto della Cisl con i lavoratori e con la società italiana nel suo comì. lesso e il processo di unità sindacale; 2) una scelta «inequivocabile» in favore del sistema democratico, opponendosi al totalitarismo fascista, agli orientamenti di alternativa globale al sistema proprio dei gruppi extraparlamentari e al comunismo «come sistema totalitario, che ha eliminato il pluralismo politico e ha ridotto il sindacato a strumento subalterno del partito politico»; 3) la formazione delle decisioni all'interno della Cisl attraverso gli strumenti e gli organismi previsti dallo statuto, l'uso delle garanzie formali senza discriminazioni, l'attuazione di congressi che «tendano a rendere sempre più partecipativi e meno soggetti al centralismo o alle pressioni spontaneistiche con il richiamo costante al principio dell'autogoverno delle categorie»; 4) «la riconsiderazione dell'analisi delle conseguenze determinatesi all'interno del consiglio generale per gli ef¬ fetti della rappresentatività non proporzionale alle componenti reali esistenti nella Cisl». La minoranza Uil ha convocato per domani una riunione in cui « ai fini di una separazione di responsabilità da tutti gli atti della maggiorama » saranno proposte le dimissioni dal comitato centrale e dalla segreteria confederale dei rappresentanti della componente socialista. Saranno invece mantenute la presenza e la partecipazione dei due segretari Rufino e Ravenna nella segreteria della federazione Cgil-Cisl-Uil « per portare avanti l'impegno unitario ». Il sindacato dei metalmeccanici della Uil (Uilm) ha, peraltro, convocato (80 voti su 88 votanti, con sei voti contrari e due astensioni) il congresso straordinario per i giorni 10, 11, 12, 13 dicembre 1975. Contro questi atti, decisi soprattutto per reagire a iniziative della maggioranza che favoriscono una spaccatura dell'organizzazione, la segreteria confederale protesta vivacemente. « Mentre la maggioranza — rileva una nota — si adopera con ogni mezzo per ripristinare in seno alla UH un clima di civile convivenza, ci sono dichiarazioni da parte della minoranza che fanno pensare ad una predeterminata azione di rottura ». g. f.
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