La solita lunga "lista d'attesa" perla breve vacanza in Sardegna di Filiberto Dani

 La solita lunga "lista d'attesa" perla breve vacanza in Sardegna Il problema è sempre quello dei collegamenti con Pisola La solita lunga "lista d'attesa" perla breve vacanza in Sardegna Dopo un inizio di stagione disastroso, ora gli arrivi diventano massicci - Ma sui traghetti non c'è posto per tutti - Un campo di raccolta dei turisti che aspettano una sistemazione -1 prezzi, purtroppo, sono saliti (Dal nostro inviato speciale) Sassari, 15 luglio. Vacanze in Sardegna: come vanno le cose? Vanno così così. L'inizio di stagione, a sentire gli operatori turistici, è stato un funerale di terza classe, poca gente, pochi soldi. Luglio, invece, sta dando le prime soddisfazioni anche se al momento ci sono ancora disponibilità di camere, non parliamo dell'imminente kermesse ferragostana quando la scontata invasione delle masse assurgerà a vertici gloriosi. E dove? Dove non si sa: gli italiani hanno il solito problema delle ferie concentrate, forse gli stranieri, i tedeschi soprattutto che qui sono di casa, metteranno a settembre una pezza sul bilancio di questa critica estate. Partita, dunque, con il piede sinistro, la stagione balneare sarda cerca ora di recuperare, con l'onda di piena, lo svantaggio fin qui accumulato. Migliaia di persone affollano le banchine d'imbarco del continente, i traghetti approdano qui a pieno carico, gli aerei fanno la spola al gran completo. Si preannunciano giorni caldi: il grosso è atteso tra il 20 luglio e il 14 agosto, ma i mezzi di trasporto della Tirrenia, della Traghetti del Mediterraneo e della Traghetti Sardi non hanno più posti liberi, le liste d'attesa, anche | negli aeroporti, si allungano di giorno in giorno. Le Ferrovie dello Stato hanno addirittura sospeso le prenotazioni dall'I al 16 agosto, sui traghetti di proprietà che collegano Civitavecchia con il Golfo Aranci e, viceversa, dal 16 al 31 agosto. «Le attese — è stato spiegato — saranno uguali per tutti e tutti dovranno attendere il loro turno. Quanto tempo? Chissà: forse soltanto un giorno, forse di più. Dipenderà dall'afflusso». A Civitavecchia, un paio di settimane fa, ci sono state resse e incidenti; a Golfo Aranci, l'estate scorsa, i passeggeri privi di prenotazione assaltarono le biglietterie, gli impiegati scamparono al linciaggio fuggendo dai finestrini, la polizia dovette intervenire in forze. Che cosa accadrà quest'anno? Il delegato comunale di Golfo Aranci non nasconde le sue preoccupazio- ni: «Prenotazione o no, sarà difficile disciplinare l'afflusso. Stiamo studiando il modo per rendere più sopportabili i disagi di qua?iti rimarranno a terra. Il campo sportivo sarà come sempre trasformato in campo di raccolta con servizi igienici e impianti idrici. Forse allestiremo anche una guardia medica per eventuali interventi di pronto soccorso». Sembra la drammatica immagine di un esodo di profughi. Il provvedimento delle ferrovie ha intanto avuto come immediata conseguenza una raffica di disdette di prenotazioni alberghiere: chi non si è potuto assicurare il tempo il passaggio in traghetto non vuol correre l'alea di rimet- terci neppure un giorno di va-1 canza. Al malumore di questi ! rinunciatari s'è quindi aggiun- ! to quello degli operatori turi- j stici dell'isola che, sollecitati1 a restituire la caparra, hanno ! scritto lettere di fuoco alla Regione, sollevando ancora una volta il problema dei collegamenti con la Sardegna. Ma: sono parole al vento perché le società di navigazione rispon-1 dono da sempre che «non possono gonfiare la flotta dei \ traghetti per farla navigare due mesi e tenerla nella naf| ialina per il resto dell'anno». ! La replica è pronta: «E perché no? Noi sardi non paghiamo forse con le tasse anche le autostrade che sono state costruite nel continente? Il costo dei traghetti è un costo pubblico e come tale deve essere pagato da tutti gli italici| ni». | Vacanze in Sardegna, dunque. Turisti ce ne sono già tanti (si parla di 300 mila), altri stanno arrivando, altri ancora sono attesi. «Dovremmo dare una medaglia d'oro a ! ciascuno di loro, tanti sono i \ disagi che devono affrontare », dice con convinzione il [ direttore di un grande conij plesso alberghiero della Gallura. Ma per il momento, | niente medaglia d'oro: la Sardegna offre, con qualche eccezione, un mare di eccezionale limpidezza, una costa ricca di calette di bianca sabbia e di stupendi anfratti rocciosi. L'abbondanza degli arenili è tale che ogni ospite gode di uno spazio almeno venti volte superiore alla media delle spiagge più frequentate del | continente. Punto dolente, i prezzi. Tenuto conto della spesa imposta dal viaggio in traghetto (non meno di 150 mila lire, i andata e ritorno, per una faj miglia tipo con autovettura al ■ seguito ), le tariffe degli alberI ghi non sono certamente da I turismo sociale. Citiamone qualcuna, minima e massima, i pensione completa, provincia i per provincia. Cagliari: al IPoetto, 23 mila - 24 mila 100 lire in prima categoria; 11 mila in quarta categoria; S. i LsnlmstnpvcApcmsgndI mgnbtattppslcrrrsgMargherita di Pula: 24 mila -j28 mila 500 in prima catego ria; 13 mila 800 - 18 mila 500 in seconda; Villasimius: 25 mila 500 - 31 mila 500 in prima categoria; 11 mila 500 - ÌS mila 800 in seconda; Oristano: 11 mila 300 in seconda ca- tegoria; 7000 - 7500 in terza; | Nuoro: Cala Gonone, 15 mila I 900 lire in seconda categoria;. 7800 - 8700 in terza; Sassari: ■ Stintino 28 mila 500 - 27 milai 550 in seconda categoria; 7800 - 8700 in terza; Alghero: 16j mila 450 - 17 mila 500 in prima categoria; 6900 - 18 mila 400 in seconda; 6200 - 10 mila 600 in terza; Castelsardo: 12 mila 800 - 14 mila 800 in seconda categoria; 9000 - 10 mila in terza; S. Teresa di Gallura 15 mila 350 ■ 17 mila 500 in prima categoria; 13 mila 800 28 mila in seconda; 8000 - 10 mila in terza. La Costa Smeralda, oasii per nababbi, fa capitolo a sé: SO mila lire al giorno in pri-1 ma categoria. ! Ai prezzi troppo alti degli alberghi (quest'anno sono lie-j vitati del 15-20 per cento) sii aggiungono quelli dei servizi! collaterali che qui, oltre adj essere scarsi, in molti casi co-' stano un occhio della testa.! Sulla stampa locale si leggo-; no lamentele: ristoranti che spennano i clienti, negozianti j esosi, taxisti voracissimi. L'in- . i dustna alberghiera sarda di- spone di 23 mila 889 posti let- to, il 55 per cento dei quali in | provincia di Sassari, ai quali | vanno sommati le migliaia; dati in affitto per la stagione,1 i camping e i villaggi turistici. I Le giornate di presenza, che sono state meno d'un milione i nel 1964, hanno quasi toccato i l'anno scorso i due milioni et mezzo. E' indubbiamente un; segno di vitalità, ma, con i | tempi di gramaglie che corro-! no, quanto durerà? A questo1 punto scaturisce ovvia l'osser- ! vazione che l'avvenire turisti-j co della Sardegna è condizio-l nato dal modo e dalla tempestività con cui si affronteranno i problemi di fondo: collegamenti con il continente, prezzi, turismo sociale. Il tempo non lavora a favore dell'isola: l'intraprendenza di altre spiagge in sviluppo nel Mezzogiorno è un pericolo che i sardi non possono ignorare. Filiberto Dani ... j^£l9S^*r La diffìcile architettura delle torri di sabbia (Foto «La Stampa» - Piero De Marchis)

Persone citate: Piero De Marchis