Il culto antisemita a Trani

Il culto antisemita a Trani L'AUTODIFESA (NON CONVINCENTE) DEL VESCOVO Il culto antisemita a Trani Signor Direttore, A questo punto dove sono arrivate le varie iniziative sempre più passionali e sempre più irriguardose, credo opportuno intervenire personalmene e dire « Basta ». E cominciamo dall'epiteto « Vescovo antisemita »; ma lasciamo stare gli altri (scrittori e giornalisti della Raitv). Lei, Signor Direttore, comprende la gravita di quel-1lo che ha compiuto e lasciato ;scrivere con l'affibbiare al- di Tram, che l'Arcivescovo Lei non conosce, su di un quotidiano di rispetto l'epiteto « antisemita »? Un epiteto del genere vale un giudizio, un processo a pensieri, mentalità, stato d'animo, a situazioni, ordinanze ecc. contro il « mondo semitico ». Un epiteto del genere va bene per es. a Hitler e compagni. Ma, Lei mi conosce? No. E allora?!?... Però, questo dev'essere metodo!... E mi spiego. Nei giorni 6 e 7 giugno quando io ero a Roma per la Cei — e tutto il mondo 10 sapeva (della Cei) — vennero a Trani alcuni giornalisti della televisione, diretti dal dottor Santini. Tutti furono interrogati, ogni ambiente fu setacciato. Non fu interrogato né l'Arcivescovo, né 11 suo Vicario Generale. E, guarda caso, quei signori erano venuti appunto per giudicare l'Arcivescovo. Ora, la legge internazionale dice che nessuno può essere condannato se prima non è interrogato. Non Le dico il « metodo » usato negli interrogatori sia ai sacerdoti, sia a laici. Si cercava in tutti i modi quello che non c'era e non poteva esserci: animosità, astio, rancore, ecc. tanto che lo stesso dirigente ebbe a complimentarsi per l'educazione, per la garbatezza e la serietà che avevano trovato nella cittadinanza di Trani. Per questa delusione, forse, quei signori, non si controllarono più; passarono alle solite maniere dell'epiteto, tanto che i carabinieri, informati del fatto, intervennero prontamente e invitarono la équipe a lasciare la città. Mi fu riferito poi che, alcuni giorni dopo, la televisione trasmise un « servizio » ma in modo generico. Dov'è la causa di tutto questo? La pubblicazione di un libro (avvenuta sei anni or sono) sul « Miracolo Eucaristico » di Trani, cui apposi poche parole d'introduzione essendo allora Vescovo Ausiliare di Trani. Come si sia acceso ora tutto questo fuoco, lo ignoro. Comunque, al solito, tutti si sono gettati sul « fantastico » e hanno ignorato le grandi realtà: le relazioni intime tra il mondo ebraico e questa Archidiocesi: per due secoli 1 Vescovi di Nazareth furono ospiti in Barletta, dove fondarono la Cattedrale e il Palazzo Arcivescovile; a Barletta c'è la sontuosa Basilica del Santo Sepolcro con una 1 prezjoSissima Reliquia della ; s Crcce n titolo di Arcive soovo titolare di Nazareth è i o i legato alla persona dell'Arci- vescovo di Trani e Barletta !ed è motivo di forti privile- gi anche in Roma. Sia a Trani, che a Barlet- 'ta, diverse vie sono intitola- ite a città di Israele e sono notevoli i ricordi della civiltà ebraica. Nella stessa sede arcivescovile di Trani c'è un maestoso monolite con la epigrafe elogiativa di un Rabbino o Educatore defunto. Se quei signori fossero venuti solo in cerca della verità, avremmo goduto tutti un po' di più: loro, Lei, noi. Con grati ossequi e fervidi auguri di ogni bene Suo devotissimo Giuseppe Carata Arcivescovo di Tran! e Nazareth Non può non lasciare sconcertati questa sconnessa reazione di mons. Carata al mio intervento su La Stampa del 5 u. s., nel quale lo facevo responsabile di ben precisi e gravi comportamenti antisemitici: 1) La riesumazione di un ridicolo culto dell'» Ostia fritta », che un vescovo, certamente più di lui illuminato, aveva cancellato dalla liturgia tranese fin dal XVIII secolo; 2) L'aperto appoggio ad un libello pseudoscientifico (1972) a difesa del culto, che egli, con dispendio di retorica curialesca, ha benedetto ed avallato coti una sua introduzione e con il suo nihil obstat, associandosi nell'allegra impresa il Vicario Generale, che ha steso una seconda introduzione elogiativa; 3) L'organizzazione di una processione annuale dell'« Ostia fritta », onorata, come risulta da un'abbondante documentazione fotografica, dalla i sua personale presenza e re- golata con suo decreto. Mi sarei atteso dal buon monsignore una resipiscenza salutare o una precisa smen- tifa, anche perché ricordo che, altra volta, in situazioni analoghe, i vescovi di Massa Ma- rittima e di Trento scelsero ta più difficile via del corag-gio cristiano e civile, oboli- rono nelle loro diocesi i residui di culti antisemitici e, per quel che riguarda il vescovo di Massa, espressero con pubblica e nobile dichiarazione il rammarico per aver involontariamente offeso la condizione giudaica. Qui, invece, si colloquia con un uomo fuori del tempo, con l'egumeno dì una fantomatica satrapia lunare cui sono ignoti il Concilio e la dichiarazione Nostra aetate. L'intervento rivela un candore bambinesco o un'irresponsabilità inguaribile: ci si ! sottrae al discorso, invocan do, in forma di excusatio in congrua, il titolo archiepisco- ' Pale di Nazareth e le disperse i tradizioni giudaiche di Trani, o spostando la pietosa polemica sul regista Santini (che mi auguro risponderà in proprio) e su un servizio televisivo del 19 giugno u. s., nel corso del quale resi un'intervista. O si tratta di più sottili e oscure doppiezze di antico costume ecclesiastico, come di chi vuol dimostrarsi cristiano in buona fede e amico degli ebrei, mentre rifonda una liturgia contro gli ebrei con tutto il suo carisma di pastore? Anche il testo della bolla che istituiva l'inquisì- zione e il rogo contro gli eretici protestava la carità e la fedeltà al dettato evangelico appellandosi al passo che comanda di gettare al fuoco gli sterpi inariditi. In conclusione, mi permetterei di sollecitare l'interessamento attento e lo zelo evangelico della presidenza e della segreteria della Cei perché facciano luce sul grave episodio dì pregiudizio e di malcostume. Alfonso M. Di Nola Su alcune righe della lettela di mcns. Carata sarebbe desiderabile un chiari- l- mente non della Curia, ma dell'autorità politica. L'arcivesceve afferma che i carabinieri espulsero da Trani l'equipe della Tv, colpevole di essere passata all'« epiteto ». Di che si tratta? Gli uomini della Rai si macchiaione di qualche reato, contro le cose o le persone? Oppine i carabinieri (e ci sembra impossibile) agirono d'arbitrio in difesa del prelato assente? Se espulsione ci fu, in base a quale norma di legge la Rai venne allontanata da Trani? Le parole dell'arcivescovo sono oscure; verremmo luce dal governo. c. c. 1 1 i J i•I,|

Persone citate: Alfonso M. Di Nola, Del Vescovo, Hitler, Nazareth, Santini, Vescovo Ausiliare