Si farà quest'inverno a Torino il processo ai cospiratori fascisti di Claudio Cerasuolo

Si farà quest'inverno a Torino il processo ai cospiratori fascisti Soddisfazione a Palazzo di Giustizia Si farà quest'inverno a Torino il processo ai cospiratori fascisti Il processo contro Salvatore Francia ed il nucleo eversivo neofascista torinese che a lui faceva capo si celebrerà a Torino con tutta probabilità nella prossima sessione della corte d'assise, quest'inverno. La decisione della corte di Cassazione di restituire gli atti dell'inchiesta ai magistrati torinesi che l'hanno condotta a tempo di primato (le indagini hanno avuto inizio verso la fine del 1972 ma l'avvio decisivo è del maggio del 1974) ha fatto cadere l'ultimo ostacolo. Nella tarda mattinata la notizia è rimbalzata al palazzo di giustizia torinese, in via Corte d'Appello e negli ambienti della procura e dell'ufficio istruzione. E' stata accolta con soddisfazione da parte dei colleghi dei due magistrati, il giudice istruttore Luciano Violante e il sostituto procuratore Vincenzo Pochettino, entrambi attualmente in ferie. Nessuno ha però azzardato commenti. L'inchiesta sul nucleo eversivo che fa capo a Salvatore Francia era partita dalla scoperta dei campi paramilitari organizzati da elementi neofascisti in Valle di Susa. Il 26 agosto del 1972 Salvatore Francia, ex-leader di Ordine Nuovo, è arrestato a Pramand, vicino a Bardonecchia. L'inchiesta viene affidata al costituto procuratore Pochettino che la formalizza il 10 settembre, passando gli atti al giudice Violante. L'accusa è di violazione alla legge Sceiba, per ricostituzione del di¬ sciolto partito fascista. Ma le indagini si arenano e il 23 dicembre Francia è scarcerato per mancanza di indizi. Nel giugno del 1973 Francia ricusa il giudice Violante. Passerà quasi un anno prima che le indagini riprendano. Questa volta però non si fermano più. Nel giugno del 1974 viene perquisita la sede del periodico Ordine Nero, in via Locana 2. La polizia sequestra una notevole documentazione, pubblicazioni, volantini, registri e archivio personale del latitante Francia, che nel frattempo è colpito da tre mandati di cattura. Il 20 luglio, la cattura di un corriere, Emilio Garrone, al quale Adriana Pontecorvo, amica del latitante, aveva affidato una lettera dal contenuto estremamente compromettente, infligge un duro colpo all'organizzazione. Nella lettera si fa il punto sulla situazione della cellula eversiva neofascista torinese: «questi sono gli amici sui quali possiamo ancora contare», dice un passo della missiva. E su quel materiale Violante e Pochettino lavorano a lungo. I mandati di cattura si susseguono a catena. Nei primi giorni di agosto ne vengono eseguiti otto. Altre nove persone sono ricercate. Emergono le complicità, in Italia, con i collegamenti ad altre cellule eversive in Toscana e Liguria, e all'estero, dove si nascondono Salvatore Francia e il suo principale complice, Garcia Rodriguez. Il primo ottobre scorso vie¬ ne arrestato l'industriale Mario Pavia, ultimo federale fascista a Torino. Avrebbe finanziato la cellula eversiva. L'inchiesta di Violante e Pochettino si allarga. Si cominciano a delineare i tre filoni principali: quello che fa capo a Salvatore Francia e ai campi paramilitari di Pramand, quello di Mario Pavia e complici, accusati di aver organizzato un golpe che doveva avere luogo a Roma nello stesso mese di ottobre e quello sui cosiddetti «partigiani bianchi» e i finanziamenti (Cises). Il 31 gennaio di quest'anno la corte di Cassazione decide di avocare a sé tutte le inchieste sulle «trame nere» in Italia. Gli atti processuali che riguardano Pavia e complici vengono sottratti alla competenza dei magistrati torinesi. Ma Violante e Pochettino continuano a lavorare sul troncone rimasto, l'unico che sperano di salvare nel «mare in tempesta» dei conflitti di competenza. In gennaio i difensori degli imputati sollevano un altro conflitto presso la Cassazione per strappare a Torino anche questa parte delle indagini. La decisione della corte tarda. Quando arriva, Violante e Pochettino hanno già rinviato a giudizio 42 persone. L'accusa è di «cospirazione politica e di attentato contro lo Stato». Con questa imputazione dovranno | presentarsi quest'autunno da- ' vanti ai giudici della Corte ] d'assise di Torino. i Claudio Cerasuolo