Tasse: oggi ultimo giorno dopo tre mesi di rinvii di Mario Salvatorelli

Tasse: oggi ultimo giorno dopo tre mesi di rinvii A mezzanotte il termine della denuncia Tasse: oggi ultimo giorno dopo tre mesi di rinvii Roma, 14 luglio. Si conclude a mezzanotte il « giallo » della denuncia dei redditi 1974, giallo sia per le fasce che ornano il modulo apposito — e che io chiamerei « quiz 740 », data la varietà dei colori, delle domande e delle relative risposte — sia per i successivi rinvìi dei termini. E' la prima volta che l'Italia ha un ministro delle Finanze « tecnico », forse il più tecnico attualmente disponibile, il professor Bruno Visentini (che da moltissimi anni ha il suo studio di avvocato, specializzato in materia fiscale, in piazza di Spagna, a Roma). Ebbene, è la prima volta che la dichiarazione annuale dei redditi slitta non di pochi giorni o di qualche settima na, ma di tre mesi e zo. Sembra un fiero colpo per quanti auspicano un governo di tecnici, formato da ministri esperti nel rispettivo ruolo: il medico alla Sanità, l'ingegnere ai Lavori pubblici, l'economista al Bilancio e programmazione economica, eccetera. In realtà, tutti sanno che Bruno Visentini non c'entra proprio nello slittamento, e che anzi ha puntato i piedi, fin quando ha potuto, per frenarlo. La frana è stata provocata, invece, dagli sciope- mez- ri del personale dell'amministrazione finanziaria. Non tutti i suoi 62.000 dipendenti — che quest'anno costeranno 300 miliardi allo Stato — hanno partecipato alle agitazioni, che non sono ancora finite. Né si può negare che gli scioperi non avessero alcuni buoni motivi. Lo stesso Bruno Visentini, nel suo « libro bianco » di qualche mese fa sulla « situazione del personale e sullo stato dell'amministrazione finanziaria », parla di « deterioramento » delle strutture organizzative, di « procedure e metodi di lavoro incompatibili con la crescente estensione e complessità dei compiti dello Stato », di rapporti gerarchici « sostanzialmente deresponsabilizzanti ». Il ministro denuncia inol !tro U fatto che « il lavoro, anche quando è individualmente intenso e qualitativamente buono — come in molti casi continua ad essere — ha tuttavia, nel complesso dell'amministrazione, un rendimento inferiore a quello che sarebbe consentito da metodi, procedure e strutture diversi ». E' altrettanto vero, però, che Visentini lamenta « l'accentuata concorrenzialità tra le diverse organizzazioni sindacali » presenti nell'amministrazione delle Finanze, « con il rischio di comportamenti dettati, appunto, da motivi di concorrenza anziché da ragioni di merito», e di «pesanti ricorsi agli scioperi ». Anche il più j « tecnico » dei piloti di « Formula 1 » non potrà mai condurre la sua vettura alla vittoria, e nemmeno al traguardo, se la macchina non è in ordine e manca, addirittura, del carburante. Da questi e altri aspetti dell'amministrazione finanziaria, dice ancora Visentini, « grave è il danno che deriva allo Stato, grave il danno per il prestigio dell'amministrazione finanziaria, e grave la perdita di fiducia, di rispetto e di collaborazione da parte di contribuenti ». Sul « prestigio » dell'amministrazione, oggi come oggi, è difficile una valutazione. Per quanto riguarda i contribuenti, se la « fiducia » si riferisce al modo in cui vengono spesi i loro, i nostri, quattrini, non c'era bisogno dello sciopero del fisco per scuoterla, visto che autorevoli membri del passato, del presente e probabilmente dei futuri governi hanno criticato e continuano a criticare aspramente tanto la spesa quanto la « non spesa » pubblica. La collaborazione dei contribuenti, infine, ci sembra fuori discussione. I lavoratori dipendenti l'hanno assicu¬ rata in pieno, versando le imposte in anticipo e in « lire pesanti », dato il permanere delle aliquote in proporzione al valore della lira di cinque o sei anni fa (per quest'anno si prevede un « versamento alla fonte » di oltre 3500 miliardi). I lavoratori autonomi attendono, pazientemente, facendo la fila, che il fisco riapra i « botteghini » per versare il loro contributo. Tutti, infine, i contribuenti si sono dati da fare, prima per trovare il modello 740, poi per capirci qualcosa, quindi per compilarlo e, ancora, per trovare chi lo ritirasse, rilasciando regolare ricevuta. Quanto al danno per lo Stato, ogni calcolo non può non essere che approssimativo, sia perché il nuovo regime impositivo ha ristrutturato le modalità di prelievo, sia perché il ritardo nella riscossione delle imposte dirette si riferisce solo ad una parte, un quarto, al massimo un terzo del totale di esse — il resto essendo già stato prelevato — sia perché non si può sapere quanta parte Mario Salvatorelli (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Bruno Visentini, Visentini

Luoghi citati: Italia, Roma