Mennea e Fava trascinano gli azzurri

Mennea e Fava trascinano gli azzurri La Nazionale di atletica si esalta in Coppa: seconda dopo la prima giornata a Torino Mennea e Fava trascinano gli azzurri Due vittorie per lo "sprinter" (100 metri e staffetta) - Il mezzofondista supera una delle sue crisi cardiache sui 10.000: si ferma per mezzo minuto, riparte e recupera due posizioni E' finita con II bacio di Pieretto Mennea al « testimone » della staffetta, fedele compagno della volata sua, di Guerini, Caravani e Benedetti sul giro di pista. Mai quest'anno la quattro per cento azzurra si era espressa sotto i 40": ieri sulla pista dello stadio Comunale torinese ha chiuso la prima giornata della semifinale di Coppa Europa con una vittoria in 39"3 che ha ribadito il secondo posto alle spalle della forte Germania Ovest. Era quello che si voleva pei arrivare alla finale di Ferragosto a Nizza: dieci punti di vantaggio sugli ungheresi, terzi classificati, rappresentano un margine di sicurezza in vista della seconda giornata. Il netto successo della staffetta ha sottolineato la buona prova della squadra in blocco, che ha risposto all'attesa con una prova d'orgoglio come I dirigenti speravano e come era certo capitan Arese, il quale ha affiancato ora l'uno ora l'altro per far sentire il peso della sua entusiasta presenza. Guerini è schizzato come una furia nella prima frazione (per nulla stanco dell'inseguimento tentato l'altro giorno — a piedi, naturalmente — ai rapinatori della banca bergamasca dove lavora); Caravani ha retto bene sulla dirittura opposta, Benedetti sulla seconda curva ha portato il bastoncino a Mennea quasi sulla stessa linea del tedesco Borchert. C'è stato un ondeggiamento, i due si sono quasi urtati, poi Pieretto ha cambiato rapporto e la Germania Ovest ha perso di colpo cinque metri. Cosi Mennea ha ribadito l'ottimo momento di forma già dimostrato nella trionfale volata sui 100 metri; Il pubblico — quindicimila persone, una valida presenza considerando l'orario, il caldo, le vacanze degli studenti e la trasmissione tv — l'ha accomunato a Fava nell'ovazione decretata ai due personaggi di spicco [per noi) della giornata d'apertura. Sullo sprint breve, Mennea non ha avuto letteralmente avversari: il magiaro Grssa che, tempi stagionali alla mano, pareva dovere essere il suo rivale più pericoloso (e che l'aveva già battuto due anni fa ad Oslo), gli ha corso a fianco ma dopo venti metri era già k. o. E con lui gli altri; il migliore è stato ancora il tedesco Ehi che pure, al cronometraggio elettrico, si è beccato trentadue centesimi di secondo. Un abisso per una gara di sprint. Con il tempo di 10" e 20 centesimi Mennea ha stabilito il nuovo record italiano con « crono » elettrico, togliendolo a Giannattasio che aveva corso in 10 "26 centesimi nel '68 a Città del Messico In una gara preolimpica. Con il cronometraggio «manuale» come è noto lo sprinter azzurro ha un primato nazionale ed europeo, alla pari con altri, di 10" netti, ma ormai l'atletica almeno sino ai 400 metri si va decisamente orientando verso i risultati " elettrici ». Mennea due volte lanciato dalla strapotenza delle sue gambe (il lavoro fatto con il prof. Vittori comincia a rendere), Fava prima tradito e poi esaltato dal suo cuore. Il ventitreenne ragazzo di Roccasecca è già nella leggenda della nostra atletica, la sua impresa di ieri ha avvinto il pubblico che ha seguito in piedi il finale dei 10 mila metri. Il « cuore matto «. la tachicardia che ogni tanto lo blocca — crudele ed imprevedibile — l'ha fermato ancora prima che il gruppetto di fondisti arrivasse ai quattro chilometri. L'andatura non era alta, la gara era ormai decisamente impostata sul piano tattico, la fatica quindi non c'entra. Si è visto di colpo Fava rallentare, fermarsi, poi procedere al passo con le mani alla gola come per liberarsi da una stretta che lo soffocava. La gente, in silenzio, non aveva occhi che per lui. In testa il romeno Floroiu, il tedesco Uhleman ed il cecoslovacco Hoffaman prendevano il largo, sino a giocarsi poi la vittoria in uno sprint furibondo che li ha visti nell'ordine sul filo di lana. Fava intanto si riprendeva: procedeva al passo per una trentina di secondi, poi fra gli applausi riprendeva a correre, si guardava intorno come si stesse svegliando da un brutto sogno, prendeva le misure dagli avversari. Ormai fuori portata i battistrada, lui ultimo con un solo punto da portare alla cassa azzurra. Poco. Davanti arrancava il belga Ornelis e Fava gli è stato subito addosso, ma alle spalle dei battistrada viaggiava ancora sciolto il giovane magiaro Mohacsi. Centocinquanta metri abbondanti di distacco che per un po' di giri sono parsi Incolmabili, poi ' gradualmente Fava ha ripreso coj raggio e scioltezza: ancora cento ! metri di distacco a quattro giri ! (millecinquecento metri abbondan| ti) dalla fine, ma a 500 metri dal I traguardo l'azzurro era addosso al \ rivale per superarlo ed andare a cogliere un quarto posto che per lui, e per gli spettatori, valeva davvero la vittoria. Fava ha avuto un gesto come per scusarsi, è andato al microfono di Paolo Rosi per spiegare in tv il suo « cuore matto ». Nulla di serio, per fortuna, ma qualcosa di molto fastidioso per un atleta. Oggi sui 3 mila siepi Fava chiede solo al suo motore di mettere giudizio. Adesso cerca un altro genere di applausi. Ballati sui 400 ostacoli (una vittoria in apertura che ha dato morale a tutti). Abeti e Groppelll con i preziosissimi terzi posti nei 400 piani e nel peso, il sofferto secondo posto di Del Forno, la rocambolesca piazza d'onore di Molinaris nel lungo, I quarti piazzamenti di Fontanella e Podberscek nei 1500 e nel martello, hanno concorso con gli exploits di Mennea e la coraggiosa gara di Fava a formare i 45 punti che sanno di mezza vittoria. Qualche delusione fra gli stranieri, ed in Coppa Europa le defaillances si pagano, come indicano i punteggi. Bruno Perucca \ ! Mennea e il "cuore matto" di Fava hanno conquistato il pubblico (La Stampa - C. Bosio

Luoghi citati: Città Del Messico, Europa, Fontanella, Germania Ovest, Nizza, Oslo, Roccasecca, Torino