Processo in Pretura contro Luigi Cavallo

Processo in Pretura contro Luigi Cavallo Processo in Pretura contro Luigi Cavallo Iniziato con l'accusa di stampa clandestina, si è allargato agli "anni diffìcili" di Torino Finanziamenti di oscura origine e destinazione, squadre addette al volantinaggio, una girandola di pubblicazioni a sfondo politico e antisindacale, « liste di proscrizione » aziendali sono affiorate ieri mattina dalle testimonianze rese dinanzi al pretore Guariniel- 10 nel processo contro Luigi Cavallo e la madre Maria Unia. Era in corso la seconda udienza del dibattimento, apertosi sabato scorso alla pretura penale. Nessuno dei due imputati si è presentato per rispondere al reato contestato; cioè violazione della legge sulla stampa, per omesse o false Indicazione di tipografia su manifesti, volantini, opuscoli o riviste. Ma non si tratta soltanto di una banale inosservanza di norme che disciplinano la pubblicazione di stampati. La vertiginosa produzione « editoriale » di Luigi Cavallo iniziata negli Anni 50 con 11 periodico « Pace e libertà » quando con Edgardo Sogno diede vita all'omonimo movimento, non contava solo riviste di carattere sindacale come <i Iniziativa operaia » o politico-religioso («Il lavoratore cristiano», «I comunisti e la religione») ma anche volantini e manifesti firmati (senza autorizzazione) « psi » e « Movimento Studentesco ». Nasconde in realtà una serie di manovre e di collegamenti, dei quali è difficile talvolta cogliere interamente l'intreccio. Cacciato dal partito comunista nel '50, il Cavallo entra successivamente in rapporto coi servizi segreti. Un agente del Sid, Avallone, ha dichiarato (è agli atti): « Conobbi Cavallo nel periodo in cut lavorò per la Fiat, nel 1965. Era in contatto con il mio diretto superiore il colonnello Rocca (quello chesso che si sarebbe « suicidato » qualche anno più tardi n.d.r.) e con Valletta». Un filo conduttore per ricostruire in parte i movimenti e i rapporti del Cavallo è un taccuino tenuto dalla madre. VI appaiono gli appuntamenti e le elargizioni che egli riceveva dai suoi superiori e a sua volta distribuiva a chi lavorava per lui. Sul retroscena i testimoni convocati ieri hanno portato testimonianze significative. Il segretario regionale del pei, Minucci, ha ricordato come un uomo di Cavallo sia riuscito a corrompere un giovane membro della Federazione comunista perché desse informazioni sulla vita del partito. Un altro teste, Antonio Scarni, ex capo operaio alla Mirafiori, ora in forza a Cassino, ha illustrato i suoi rapporti con il singolare « editore ». Il suo tramite era Giovanni Valetto, esponente del Sida (da cui fu espulso prima di entrare nel movimento di « Iniziativa Sindacale » fondato da Cavallo), Da lui riceveva forti compensi « per svolgere opera di volantinaggio » e per convincere gli operai a non scioperare: « Pensavo alle loro famiglie — ha detto al pretore — lo facevo a fin di bene ». Erano gli « anni difficili » di Tonno. Poco prima della deposizione dei testi (sono stati sentiti anche don Giuseppe Macario, un sacerdote delle Acli. ed un attivista venuto da Milano) piccolo colpo di scena: l'avvocato Dal Fiume, incaricato della difesa dal collega milanese Magliani, ha declinato l'incarico.

Luoghi citati: Cassino, Milano, Torino