I "fantasmi,, che ci circondano

I "fantasmi,, che ci circondano GIULIETTA MASINA I "fantasmi,, che ci circondano « Lei crede alle " presenze " che ci circondano? Crede che intorno a noi viva un mondo rarissimamente visibile che si "condensa" alla nostra seconda vista nei momenti cruciali? Ieri ho visto, toccato, sentito non le ombre ma la corporale entità di qualcuno o di qualche cosa che non potrei spiegare ». • Sto ancora male per lo sconvolgimento ». La lettera è di un pittore di Cagliari che si firma - un sensitivo », j e che vorrebbe da me nomi e in- ] d dirizzi di studiosi di metapsichica 0 di maghi. Preferisco indicargli un libro: Belcastro, di Fausto Gianfranceschi, edito da pochi giorni, che gli sarà utilissimo anche come pittore perché la bellezza di alcuni scorci d'ambiente, la personalità, doppia, tripla, quadrupla, dei suoi personaggi, visualizzati in luci di intensissimo colore, gli indicheranno in qual modo le « presenze » possono perfino dipingersi. Le « presenze » sono proiezioni cinematografiche d'angoscia 0 simboliche manifestazioni delle tensioni. In Belcastro, libro al quale mi riferisco, studio di quegli affanni Invisibili dell'animo umano che in forza di misteriosi spaventi affiorano visibili, contemporaneamente in noi e fuori di noi, la magia e gli incantesimi li comprendiamo famigliari. Non è vero che siamo cercati, inseguiti dai fantasmi, siamo noi che li cerchiamo, che li inseguiamo e, come capita al fortunato protagonista del romanzo, Il prendiamo. « Adesso gli sembra che la presenza invisibile (scrive Gianfranceschi) assuma la forma di un respiro grave e sofferente, di cui Gabriele non percepisce il più lie- I v! snsfolosdlecI zbavsIl ladtistorebLscpdes| v! vj bj sI L: sI c1 vrstocshpf« va j ] d I ve rumore ma soltanto le ultra! soniche vibrazioni che penetrano nei suoi nervi diffondendosi dal soffitto e dalle pareti. E' come se fosse caduto in un centro del dolore cosmico, al quale non si può sfuggire ». Non si può sfuggire dato che « la stranezza individuale non esiste, essa non è altro che il riflesso di una contraddiI zione 0 d] una malattia dell'ambiente ». Ma anche noi siamo « un ambiente », l'habitat nel quale viviamo. Può dirsi che le presenze sorgano dal mancato accordo tra Il noi visibile e quello invisibile: la magia della nostra infelicità o del timore 0 dell'orgasmo. Ho citato il bellissimo romanzo Gianfranceschi perché altrimen ti non avrei potuto né saputo ri spondere. La mia idea è che quan to non conosciamo si presenti reale ogni volta che la vita ci blocchi e si dimostri irrisolvibile. Le « presenze » da noi stessi suscitate sono autorizzate a dirci ciò che coscientemente non sapremmo né potremmo. E' Il caso di Belcastro, un palazzo romano, elevato al rango di antagonista, specchio di un dubbio, di una re| visione e di un ricollocamento di ! valori individuali e universali. Lei, amico mio. è tutto un proj blema, e ormai è convinto di non j sapersi affrontare né risolversi. I Le ■ presenze » mi sembra lo : stiano facendo per lei, tanto vero I che sta « ancora male per lo scon1 volgimento». Se avesse avuto paura, forse la mia risposta sarebbe stata diversa: ma « sconvolgimento », significa tutt'altra cosa. Ciò che non mi dice è perché rimase sconvolto. Forse una parte di lei ha parlato a un'altra parte di lei, per la prima volta. Le ricordo la famosa atrlnga di Pirandello sul « Pupo ». MI scriva pure ancora, visto che le fa piacere. Se potrò aiutarla, ci conti. Giulietta Masina

Persone citate: Belcastro, Fausto Gianfranceschi, Gianfranceschi, Giulietta Masina, Pirandello

Luoghi citati: Belcastro, Cagliari