Il terrorista "Carlos,, braccato da tutte le polizie d' Europa di Luciano Curino

Il terrorista "Carlos,, braccato da tutte le polizie d' Europa Inquietanti interrogativi dopo il massacro di Rue Touiller Il terrorista "Carlos,, braccato da tutte le polizie d' Europa Sarebbe uno dei capi di una "internazionale del terrore" in cui confluirebbero gli elementi più diversi, dagli estremisti di destra alle forze più radicali della guerriglia palestinese - Ipotesi di collegamento con alcuni esponenti delle "trame nere" in Italia - Scotland Yard ha identificato "Carlos" in un venezuelano di 26 anni Il terrorista «Carlos» è l'uomo più braccato d'Europa dai servizi di sicurezza. Fino a due settimane fa era un giovanotto qualunque, insospettabile. Ma poi c'è stato il massacro di rue Touiller, nel Quartiere Latino di Parigi, e l'autore («Carlos», appunto) è l'uggito. Le indagini si sono estese dalla Francia all'Inghilterra, alla Germania, ad altri Paesi ed hanno portato a questa convinzione: esiste una organizzazione internazionale del terrorismo e «Carlos» è uno dei leader. L'inizio dell'«affare Carlos» è quello di un mediocre romanzo poliziesco. Il 24 giugno l'antiterrorismo francese ferma il libanese Michel Moukarbel, sospettato di appartenere all'organizzazione palestinese estremista di Habbash. Lo interroga senza pausa per quattro giorni, secondo alcuni torturandolo. Mourkabel cede e la sera del 27 giugno porta tre ispettori dell'antiterrorismo in rue Touiller, dove sta «Carlos». La polizia va disarmata e senza prendere precauzioni («Se non ci fossero dei morti, ci sarebbe da ridere per come è stata condotta l'operazione)), commenterà un giornale). «Carlos» uccide a rivoltellate Moukarbel, due ispettori, ferisce il terzo e scappa. «E' il più grave scacco subito dal nostro servizio di sicurezza», si scrive in Francia. Le indagini portano a un'amica di «Carlos» e alla scoperta di un altro appartamento del terrorista. Qui si trova un po' di tutto. Quattro passaporti con la fotografia di «Carlos», con nomi e nazionalità diversi. Un lungo elenco di personalità francesi e straniere (uomini d'affari e politici, intellettuali e giornalisti) da sopprimere. Un arsenale: mitra, pistole, ordigni a orologeria, candelotti di dinamite, sei chili di plastico, 28 bombe a mano. Sono le «M 26», di quelle rubate nel 1971 nel deposito d'armi americano di Miesau (Germania) dalla banda Baader-Meinhof. L'esame delle granate, dell'esplosivo, dei detonatori e delle armi da fuoco permette di stabilire che la «banda Carlos» è in relazione con i terroristi palestinesi, turchi, tedeschi e giapponesi. I terroristi che il 13 settembre 1974 presero in ostaggio l'ambasciatore francese all'Aia avevano armi uscite dall'arsenale di «Carlos». E il 14 settembre una «M 26» fu lanciata a Parigi nel supermercato SaintGermain, uccise due persone, ne ferì una trentina. Nel covo segreto di «Carlos» si scopre anche la prova degli attentati dell'agosto 1974 contro tre giornali parigini (L'Aurore, reputato filoisraeliano; Minute, ritenuto anti-arabo; L'Arche, finanziato dal Fondo sociale israeliano). Si trovano altri documenti, che l'antiterrorismo tiene segreti, ma che fanno scrivere a L'Express: «Si è raggiunta la certezza definitiva che i terroristi di tutti i Paesi si dònno la mano». Si passa di scoperta in scoperta e nel covo parigino si trova l'indirizzo di un rifugio clandestino di «Carlos» a Londra. Qui, altri passaporti falsificati, ancora un arsenale e una lista con cinquecento nomi di personalità nel mondo degli affari, dello spettacolo, della politica: indirizzo, numero del telefono privato, abitudini. (Nella lista, l'ex ministro conservatore Keith, il cugino della regina lord Harewood, il drammaturgo Osborne e sua moglie, l'attrice Jill Bennett, il violinista Yehudi Menuhin, lord Drogheda presidente del Financial Times, il direttore d'orchestra Norman Del Mar). E' Scotland Yard che identifica «Carlos». Il terrorista si chiama Ilic Ramirez Sanchez, nato a Caracas nel 1949. Il padre, avvocato assai noto nel Venezuela, ha dato ai suoi tre figli i nomi Lenin, Ilic e Vladimir. Scrive Le Monde: «Carlos e uno dei suoi due fratelli sono stati parecchi anni nell'Unione Sovietica, ma pare che il giovane rivoluzionario abbia recentemente rotto con il comunismo ortodosso, per dedicarsi all'azione diretta e alla guerriglia». Secondo la stampa francese, inglese e tedesca «l'affare Carlos» è soltanto all'inizio. Ma dove porterà? Si cercano collegamenti, si scoprono sconcertanti legami del terrorismo internazionale di diversa ideologia politica. Ieri il giornale libanese Al Hayat ha scritto che il terrorista «Carlos» è membro del Fplp (Fronte popolare per la liberazione della Palestina) di Habbash, ed è « il Fplp che dirige l'organizzazione a cui appartengono il gruppo tedesco Baader-Meinhof, le organizzazioni rivoluzionarie latino-americane e V "Esercito rosso" giapponese ». Prima di scomparire, continua il giornale libanese, Carlos aveva inviato ai servizi di informazioni francesi e a Scotland Yard alcune lettere denuncianti i membri di questi due servizi che sono al soldo della «Cia» e dei servizi di informazioni israeliani. France-Soir ha scritto che Ilic Ramirez Sanchez avrebbe avuto anche contatti con i neofascisti italiani di «Avanguardia Nazionale». Afferma il quotidiano parigino: «L'eclettismo della rete terroristica di cui "Carlos" era uno dei capi e coordinatori si estendeva ai clandestini di estrema destra, particolarmente in Italia». Dopo aver fatto i nomi di Franco Freda e Giovanni Ventura, France-Soir nota: «Freda ha utilizzato per le sue bombe congegni ad orologeria inizialmente previsti per attentati contro organizzazioni internazionali». Strani legami, ma chi è il direttore d'orchestra invisibile del terrorismo internazionale? Desjardins del Figaro afferma che se si esaminano punto per punto gli elementi del dossier sul terrorismo internazionale, «è evidente che ci si imbatte in anarchici traviati, talvolta in estremisti di destra, mai in elementi della sinistra tradizionale». Secondo Desjardin l'internazionale terrorista è composta da anarchici disperati, elementi d'estrema destra come i giapponesi nostalgici dei kamikase, antisemiti, nihilisti, razzisti. «In questa truppa miserabile, ma assai pericolosa, la banda di Baader rappresenta "la mente", ma è un'ideologia che si limita a voler distruggere, lanciare bombe, si tratta di un Wagner mal assimilato. I giapponesi sono "il braccio", disposti a tutto. I palestinesi, "il denaro". E viene, sembra, dalla Libia di Gheddafi, cioè sa di fanatismo religioso, di antisemitismo e di estremismo di destra... La questione essenziale è questa: a chi giovano i crimini, chi c'è dietro questa piccola armata di assassini che è stato facile mettere assieme, reclutando tra i rifiuti politici? ». Si ritorna alla domanda di prima: chi è il direttore d'or- chestra invisibile? « Al punto in cui è l'inchiesta sulV "affare Carlos" e sull'internazionale terrorista, inforcare una ipotesi è facile. Forse troppo», ammonisce Le Monde. Troppo facile, perciò ! «ognuno, secondo le sue indiI nazioni, attribuisce al suo | bersaglio preferito il ruolo di ! direttore d'orchestra invisibile ». Luciano Curino