Domani il ministro Bucalossi fa il "punto di Arturo Barone

Domani il ministro Bucalossi fa il "punto Domani il ministro Bucalossi fa il "punto Un ventaglio di proposte per la rete autostradale Roma, 9 luglio. Venerdì mattina, nel salone chiamato il «Parlamentino dei Lavori pubblici», il ministro Bucalossi terrà una congerenza stampa per illustrare ai giornalisti le conclusioni della commissione d'indagine sulle autostrade. Come già si è avuto occasione di dire, si tratta di una serie di proposte di carattere tecnico fra le quali le autorità politiche saranno chiamate a scegliere nei prossimi mesi; la gravità della crisi finanziaria esige infatti, per essere avviata a soluzione, decisioni rapide e radicali. Alcune proposte sono condivise da tutti gli esperti e sembrano inoppugnabili: così vale per il riesame critico dei programmi ancora da realizzare e per la decisione di bloccare per un certo periodo le nuove concessioni e di sospendere l'esecuzione dei lavori ancora da appaltare e non indispensabili per lo sfruttamento delle tratte già in esercizio. Altrettanto dicasi per la riduzione dell'Iva sui pedaggi autostradali, dal 12 al 3 per cento, così da riavvicinarci il più possibile alla situazione anteriore alla riforma tributaria. Sino al dicembre 1973, le tariffe delle autostrade non erano soggette all'Ige e non si pagava l'imposta alla fonte sugli interessi nella misura massima del 30 per cento, palesemente discriminatoria rispetto ad altre imprese di pubblica utilità, trattate con mano assai più leggera o del tutto esenti. La raccolta dei capitali è perciò diventata molto più onerosa di guanto leggi e convenzioni permettessero di prevedere. Per altre proposte della Commissione di indagine, esiste un ventaglio di proposte non tanto alternative, guanto piuttosto combinabili fra loro, secondo una dosatura da stabilire: aumento delle tariffe, cessione dei tronchi già co siruiti, ma irrimediabilmente j passivi, contributi integrativi j ca parte dello Stato. La pre- \ valenza dell'una o dell'altra di queste voci non è affatto indifferente, come qualcuno potrebbe pensare. Il primo a sollevare energicamente il problema è stato l'ingegner Ennio Santucci, presidente da 5 anni della società «Autostrade» del gruppo Iri e come tale responsabile della gestione di 2300 chilometri di tronchi, pari ad oltre la metà dell'intera rete in concessione. Egli ritiene infatti eccessivo il peso dell'incorporazione delle 4 autostrade «Fiori», «Cisa», «Salta (Sestri Levante - Livorno) e «Sara» (Roma - Abruzzo), costate una valanga di quattrini con un eccesso d'investimenti non ammortizzabile, e complessivamente valutabile, in base ai consuntivi al 31 dicembre 1973 e ai lavori eseguiti dopo tale data, in circa 1300 miliardi, col risultato di più che raddoppiare l'ammontare netto da ammortizzare con i proventi della rete. E' vero che la Commissione d'indagine propone di compensare le società portando la tariffa dei pedaggi ad una media di 20 lire al chilometro, mn l'ingegner Santucci giudica impossibile arrivarci a breve scadenza, considerando che solo il primo luglio si è passati, al netto dell'Iva, da lire 10 a lire 11,50. Realisticamente, egli pensìi che non si possa salire entro l'anno oltre le 15 lire per non incorrere in vistose perdite di traffico, soprattutto sui percorsi in cui gioca la concorrenza delle strade ordinarie o del treno. Anche l'orientamento degli automobilisti a scendere di cilindrata, invertendo una tendenza internazionale consolidata, può influire negativamente sui bilanci delle società concessionarie, anche se la mobilità resta elevata, la percorrenza media appare in diminuzione. La manovra tariffaria ha limiti di impiego difficilmente superabili: comunque, anche ammesso e non concesso di poter passare di colpo a 20 lire il chilometro, e dì tenersi poi in linea col deprezzamento della moneta, il «fardello» aggiuntivo per la società del gruppo Iri col proposto assorbimento delle 4 autostrade, potrebbe essere, al massimo, ridotto a metà. Sia per questi motivi, sia per non dover rinunciare alla politica promozionale a favore del Mezzogiorno, ogni forma di oltranzismo tariffario sembra inconciliabile con altre esigenze meritevoli di attenta considerazione. In ogni caso, il contributo integrativo dello Stato non può essere preminente su ogni altro eventuale apporto. Arturo Barone

Persone citate: Bucalossi, Ennio Santucci, Santucci

Luoghi citati: Abruzzo, Livorno, Roma, Sestri Levante