Il caso Eni va alla Camera dopo l'intervista di Forte

Il caso Eni va alla Camera dopo l'intervista di Forte Il caso Eni va alla Camera dopo l'intervista di Forte Si apre un nuovo capitolo dopo quello, chiuso da Bisaglia, su Einaudi (Egam) - Scambio di battute polemiche alla Commissione Bilancio Roma, 9 luglio. Il Parlamento ha cominciato oggi a lavorare per la riforma delle Partecipazioni statali. Il dibattito che sull'argomento si era svolto alla Camera attorno al 20 maggio si era concluso con una risoluzione che impegnava il governo a fare una indagine sul sistema delle imprese di proprietà pubblica (problemi, dimensioni e via dicendo), ed a presentare poi, a tempi brevi, una legge che contenga tutte le modificazioni necessarie. Nel frattempo il governo era tenuto a sostituire Einaudi al vertice dell'Egam, a effettuare in modo nuovo ogni nomina negli enti, a raggruppare le azioni pubbliche della Montedison. La Camera aveva anche im I Pegnato il governo a collabo I rare con il Parlamento per l'attuazione di una così vasta attività, che non è fine a se stessa (moralizzare un sistema in parte uscito dall'alveo è già obiettivo di rilevante dimensione), ma ha anche lo scopo di porre subito le imprese di Stato al servizio del rilancio economico-sociale del Paese. Nella riunione di stamane o - e l e , i r a è o i o i e . della commissione Bilancio, che per qualche mese, in effetti, svolgerà funzioni costituenti, il ministro per le Partecipazioni statali, Bisaglia, ha cominciato dando notizia di quanto fatto per l'Egam. Il suo ex presidente, Einaudi, ha detto il ministro, entro oggi ha anche abbandonato tutte le cariche presidenziali che aveva nelle varie società dell'ente, di cui ha lasciato la presidenza all'inizio di giugno. Da qualche ironica battuta che il ministro per le Partecipazioni statali ha avuto con noi in una breve conversazione ricaviamo l'impressione che, almeno da Bisaglia, Einaudi non riceverà alcun nuovo incarico pubblico. Un capitolo di cronaca nazionale — il capitolo Einaudi — semora definitivamente chiuso e inizia il capitolo nuovo dell'Egam. La Commissione al Bilancio sembra intenzionata ad accogliere, nei prossimi giorni, una mozione dell'onorevole Giorgio La Malfa, che inviterà non appena possibile il nuovo presidente dell'Egam, Manuelli, a riferire sulla condizione dell'ente, la cui riforma, o addirittura eliminazione, è nei voti di quasi tutte le parti politiche. Bisaglia tornerà invece presto davanti alla Commissione, con la quale a lungo dovrebbe avere frequenti contatti, per riferire sull'Eni. E sarà un fuoco d'artificio, se già stamane s'è in proposito accesso un violento diverbio. L'ha provocato un parlamentare de, con questa frase: «Quanto poi alla sciagurata intervista del vicepresidente dell'Eniprofessor Francesco Forteche meglio avrebbe fatto a dimettersi, rinunciando alle laute prebende...». Per la prima volta, a memoria di cronista i deputati del psi presenti in aula sono insorti in difesa di un altro socialista, rompendo il tradizionale loro riserbo nei confronti di imputazioni personali dirette contro qualche loro compagno. La reazione dell'onorevole Principe è stata violenta: «Non ti permetto questo linguaggio, fai all'operato di Forte le critiche di competenza che credi, ma ritira ogni riferimento ad una moralità che si deve invidiare». Una voce che i cronisticonfinati dietro la porta dell'aula, non hanno riconosciuto, ha esclamato a questo punto: «Evviva che non si possa dire che un socialista ha appetito». Allora s'è udito Giolitti tuonare sferzante«Eh, già: la moltitudine dei presidenti con tessera de fa la fame da trent'anni, tira la cinghia da trent'anni. Cercate piuttosto di porre riparo alle ruberie denunciate da Forteinvece di pretendere le dimissioni di chi accusa qualche vostro presidente». L'atmosfera sarà sovente calda, d'ora in avanti, alla commissione Bilancio. La commissione ha infatti in animo di indagare anzitutto sumodi più opportuni per stabilire un tipo efficiente di controlli del Parlamento sulle imprese statali. Dall'indagine dovrebbero scaturire proposte che, nelle intenzioni dmolte parti politiche, dovrebbero giungere a stabilire i criteri stessi delle nomine neglenti. Ed è problema che angustia taluni fra i parlamentari chiuse ». I deputati di molte parti hanno invece espresso un notevole apprezzamento per il modo con il quale il ministro Bisaglia s'è posto di fronte a tale problema direttamente nel suo intervento d'apertura del dibattito. Egli ha premesso che tutto l'ordinamento costituzionale affida al governo la scelta (e quindi la responsabilità) delle nomine ormai dette di «sottogoverno». Ma ha dichiarato di essere pronto a collaborare in ogni modo perché si accresca il potere «censorio» del Parlamento sulle decisioni del governo. Si è così aperto, stamani, un dibattito nel quale alcuni sostengono che l'urgenza della moralizzazione richiede che il Parlamento discuta sui nomi proposti dal governo prima che gli incarichi vengano affidati, mentre altri propendono per la tesi che il Parlamento debba solo indicare precisi criteri di scelta, vigilando poi, ma con poteri reali, sulla rispondenza della scelta degli uomini agli indirizzi. Non essendovi posizioni ufficiali, in proposito, dei partiti, poiché il dibattito in materia avviene purtroppo ancora «a porte g. mazz. specifica valutazione della Corte del conti, clic domattina indirizzerà la sua « sentenza » e la relativa motivazione a Eni, governo e Parlamento. Il testo delle sole conclusioni della Corte e stato già anticipato stasera dalla « Lettera finanziarla » dell'Espresso. SI ha la conferma che la Corte condanna i modi coi quali 11 governo ha chiesto all'Eni e l'Eni ha acquistato in aprile le due aziende tessili « Mac Queen » e « Fossati Bcllanl ».

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