L'operazione dell'ex capo della ''Narcotici,, destituito di Silvana MazzocchiFabrizio Carbone

L'operazione dell'ex capo della ''Narcotici,, destituito L'operazione dell'ex capo della ''Narcotici,, destituito Roma: sgominata la banda dei sequestri e della droga Undici arresti fra cui Mario Loria "vivandiere" della banda Cimino - Sequestrati sette chili d'eroina e cocaina - Fra gli arrestati anche un sardo e una tangerina implicati nel rapimento del presidente "Voxson" Roma, 9 luglio. Traffico di droga pesante (eroina e cocaina) e rapimenti sono legati fra loro e conducono ad un'unica organizzazione criminosa. La conferma arriva oggi dopo un eccezionale e fortunato colpo della squadra mobile e della questura di Roma. Undici arresti, quattro persone ricercate, quindici perquisizioni. Poi il sequestro di otto chili e mezzo di stupefacenti «duri»: sette chili di eroina e cocaina mischiate insieme («la bomba» nel gergo dei trafficanti) contenuti in due barattoli; il resto cocaina pura. Il valore della droga supera di molto il miliardo. Sono stati trovati migliaia di passaporti, carte d'identità, patenti di guida e altri documenti di varia nazionalità compilati e in bianco. Una pistola calibro 7,65 quattro silenziatori e passamontagna. E' in corso l'ultima operazione della giornata nel quartiere periferico di Centocelle; non è escluso che si possa arrivare a nuovi arresti e al ritrovamento di altri quantitativi di eroina. «Un lavoro che durava da un mese. Subito dopo il rapimento Ortolani (il presidente della Voxson, n.d.r.) avevamo imboccato la pista buona. Sapevamo di girare intorno a criminali legati al trafjico degli stupefacenti. Ma siamo stati fortunati». «In un colpo — dice il capo della squadra mobile Masone — abbiamo preso spacciatori e "anonima" sequestri ». Era il commissario capo Ennio Di Francesco, squadra narcotici, che da un mese conduceva un'indagine capiilare in vari quartieri della città, con appostamenti, pedina-1 menti, e intercettazioni telefoniche autorizzate dalla magistratura. Stamane all'alba, finalmente è partita l'operazione. Stasera, mentre il questore Ugo Macera illustrava ai giornalisti i risultati delle indagini, Ennio Di Francesco riceveva ufficialmente la comunicazione che era stato trasferito: dalla sezione narcotici della mobile alla terza divisione amministrativa della questura. Di Francesco è il funzionario che aveva arrestato Marco Palmella il 2 luglio per la sua azione di «disobbedienza civile» (detenzione di un grammo e mezzo di hashish). Il commissario capo aveva inviato un telegramma personale al leader dei radicali, manifestando come cittadino la sua solidarietà. Il gesto aveva scatenato il putiferio: telegramma esposto alla procura della Repubblica (ma la magistratura archiviava il caso in quanto non c'era reato) da parte degli alti funzionari della polizia; provvedimento amministrativo nei confronti del commissario, «sollevato» dall'incarico. Ufficiosamente però Di Francesco continuava a lavorare. L'ormai ex capo della squadra narcotici comandava il nucleo che, nelle prime ore di stamane, ha fatto irruzione in via Baccio Pontelli al quartiere San Saba. Sauver Dessolis, 26 anni, di Mamoiada (Nuoro), marsigliese d'wadozione», e la tangerina Zineb Quirighali Mokkaddem, 26 anni, residente a Roma, sono stati arrestati senza opporre resistenza. Secondo la polizia il Dessolis dovrebbe essere uno dei due falsi carabinieri che alle otto e trenta dell'11 giugno scorso rapirono, a cento metri da casa, Amedeo Ortolani. Contemporaneamente il dottor Ernesto Viscione si presentava in via Galla Placidia al quartiere Tiburtino. Nell'appartamento perquisito gli uomini della squadra narcotici arrestavano due uomini e una donna: Mario Loria, ricercato per ordine del magistrato Antonio Furino; Leandro Gunnella, noto pregiudicato, e Teresa Baldi. Erano i «custodi» della droga. In due barattoli c'era la «bomba» (sette chili di eroina e cocaina mischiate insieme). Mario Loria è un capitolo a parte I nell'operazione. Era stato il | «vivandiere» della banda Ci- mino-Mangiavillano. Uccisero nel '67 i fratelli Menegazzo, i commercianti di gioielli, in i via. Gatteschi. Un delitto feroce che sconvolse l'opinione pubblica. Leonardo Cimino rimase ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri, dopo un mese di ricerche. Loria, nel processo di primo grado, fu assolto per insufficienza di prove. In appello fu condannato invece a dodici anni. Recentemente, la Cassazione aveva confermato ■la condanna. Mario Loria era Ilatitante. Per quel delitto de- !ve scontare ancora 9 anni, 3 |mesi e dieci giorni di carcere. Ancora un chilo e mezzo di cocaina pura veniva scoperto durante le perquisizioni effettuate in un residence di via Acqua Traversa 175, nei pressi della via Cassia. I mini-appartamenti sono stati trovati deserti. Ma gli uomini della Mobile, guidati dai funzionari Cioppa e Jovinella, dopo una breve attesa, hanno preso sei pregiudicati: Giorgio Del Puppo, Giorgio Picchi, Victorina Paula De Vogt, Armando Kimura (giapponese), Angelo Militello e Giambattista Cicciarelli. Nelle loro abitazioni era «custodito» il settore documenti della banda: 175 passaporti di varie nazionalità già compilati; 1065 passaporti finlandesi ancora in bianco; 2010 carte di identità svizzere, 55 italiane; 27 patenti di gui¬ da; timbri vari e 1750 travellers cheques da dieci sterline inglesi l'uno. La cocaina era in casa di Angelo D'Antoni, titolare dell'appartamento, già in carcere per altri reati. Con la droga è stata trovata una pistola calibro 7,65, con quattro silenziatori. «L'operazione e ancora in pieno svolgimento — ha detto il questore Macera — e richiede molto lavoro. Pensiamo che i responsabili dei ra- pimenti del gioielliere Bulgari e dell'industriale Ortolani siano una banda sola. Può cambiare la manovalanza ma i capi sono gli stessi». Il clan italo-marsigliese non è ancora sgominato: introvabili sono René Berenguer, i due fratelli D'Alessio, un tale Piath, Robert Vescovacci ed altri. Finora, per il sequestro Ortolani, erano stati arrestati Presutti, Sperati, e il falso industriale Silvia. Chi c'è dietro la «banda dei francesi»? L'operazione di polizia di oggi dimostra che i cervelli che guidano questa vasta organizzazione dispongono di mezzi eccezionali e di una fitta rete di esecutori. Berenguer non dovrebbe essere un capo, almeno non il solo. Di questo avviso sono i funzionari della mobile. Per le prima volta la squadra narcotici è riuscita, sulla pista dell'eroina, a spezzare la catena dei grossi spacciatori legati all'«anonima sequestri». Silvana Mazzocchi Fabrizio Carbone Roma. Teresa Baldi, una delle arrestate (Telefoto Ansa) Roma. Mario Loria in Questura, dopo l'arresto (Telefoto Associated Press)

Luoghi citati: Mamoiada, Nuoro, Roma