Dai monti del Caucaso scruteranno l'infinito di Giorgio Abetti

Dai monti del Caucaso scruteranno l'infinito Il più grande telescopio del mondo Dai monti del Caucaso scruteranno l'infinito Si poteva pensare che in seguilo ai rapidi progressi nella investigazione dell'universo con i vari tipi di strumenti lanciati fuori dell'atmosfera terrestre (la quale assorbe tanta parte delle radiazioni elettromagnetiche emesse dai corpi celesti), le osservazioni eseguite ormai da più di tre secoli e mezzo, con strumenti sempre più potenti, ma operanti dalla superficie terrestre, sarebbero rallentate o del tutto abbandonate. Si deve invece constatare che si e verificato il contrario, cioè esse si sono intensificate, insieme agli sforzi per aumentare sempre più la potenza dei vari mezzi di osservazione, con giganteschi telescopi ottici e radio, i quali, almeno fino a oggi, non e possibile trasportare sulle astronavi. Vecchia gara Nel campo dei telescopi ottici è interessante ricordare la gara che si è svolta nel corso del tempo, fra i rifrattori ed i riflettori. Dai primi rifrattori del tipo galileiano, con l'apertura dell'obiettivo di pochi centimetri, si è giunti alla fine del secolo scorso a costruire telescopi con obiettivi fino all'apertura massima di un metro di diametro, come e quello dell'Osservatorio Yerkes dell'Università di Chicago. Esso è costituito da due lenti di perfetto vetro ottico, con quattro superfici di varia curvatura, che | devono essere lavorate con la precisione di un quarto di lunghezza d'onda. In pari tempo progrediva la costruzione dei riflettori del tipo newtoniano di più facile lavorazione, perche per lo specchio occorre una sola superficie di curvatura parabolica, che viene coperta da un sottile strato di alluminio, sulla quale si riflette la luce degli astri. Questi specchi, all'inizio con l'apertura di qualche centimetro, come quello di Newton, hanno raggiunto, nel corso del tempo, dimensioni sempre maggiori, fino all'apertura di 5 metri nel ben noto riflettore dell'Osservatorio di Monte Palomar in California. Le difficoltà tecniche per la costruzio ne, sotto la sapiente guida di CE. Hale di questo telescopio, che oggi porta il suo nome, non I furono lievi, ma la tecnica mo-1 derna non sembra conoscere confini. In seguito al successo del telescopio Hale. gli astronomi russi, che hanno fatto tanti progressi in questi ultimi anni, sono giunti a far perdere ai colleghi statunitensi il primato del più grande telescopio del mondo. La fondazione, da parte dell'Accademia delle scienze russa, di un grande osservatorio nazionale, ha avuto inizio circa nove anni fa. Dopo un esame accurato di varie località possibili per la serenità del cielo e tranquillità delle immagini degli astri, fu scelto un sito nella regione occidentale del Caucaso, ai confini con la Georgia, sulla vetta di un monte alto 2100 m. dove ora sono quasi pronti i due strumenti principali: un riflettore con lo specchio di 6 m di diametro, il più grande quindi che sia mai stali costruito nel mondo. Affiancalo a questo telescopio ottico è stato eretto un enorme radio-telescopio, costituito da un anello di alluminio di 600 m di diametro, che gareggerà con i simili radio-telescopi, operanti negli Stati Uniti, in Inghilterra ed in Australia. Nell'interno dell'anello sono sistemate le antenne atte a ricevere i radio-messaggi degli oggetti celesti. Fra i due strumenti sono stali costruiti i laboratori, un centro di calcolo elettronico, le abitazioni per gli astronomi. La montatura del telescopio ottico è nel complesso simile a quella del telescopio Hale. ma ne differisce in quanto è del tipo chiamato dagli astronomi «altazimctalc». non del tipo più comunemente usato, detto «equatoriale» più pratico per l'uso. Infatti in questo secondo tipo, il grande specchio è montato su di un asse detto «polare», perche diretto verso il polo della Terra e quindi basta imprimere al telescopio un solo movimento da Est verso Ovest per fargli seguire il moto apparente della sfera celeste. Invece nella montatura altazimctalc i movimenti devono essere due: uno in azimut, l'altro in altezza durante le pose fotografiche lunghe talvolta molte ore. Contrappesi D'altra parte la montatura evita l'uso di pesantissimi contrappesi necessari a bilanciare, nella montatura equatoriale, il grave peso dello specchio. Come il telescopio Hale. anche questo può essere usalo, sia nel fuoco più cono del grande specchio con l'osservatore operante in una cabina che si trova montata alla sommità del traliccio funzionante da tubo del cannocchiale a 24 m di altezza sul livello del suolo, sia al fuoco più lungo così detto «cassegrain» che si forma con opportuni dispositivi di specchi dietro al grande specchio, il quale è forato al suo centro, così che nel sottosuolo possono essere collocati spettrografi, fotometro ed altri strumenti accessori per ricerche di vario tipo. Il radiotelescopio, che affianca quello ottico, non ha bisogno di parti ottiche, ma ha dimensioni tanto eccezionali perché è usato per ricevere le radiazioni elettromagnetiche nel campo di lunghezza d'onda tanto maggiore di quelle che riceve il telescopio ottico. Queste infatti sono limitate a quelle dello spettro visibile e fotografico, cioè a corte lunghezze d'onda così che il radiotelescopio deve raggiungere notevoli dimensioni per arrivare ad un potere risolutivo parago ad un potere risolutivo paragonabile a quello dei telescopi ottici, cioè sufficiente per individuare esattamente l'oggetto celeste in esame, se questo emette in quelle maggiori lunghezze d'onda. I risultati Per farsi un'idea degli importanti risultali che possiamo aspettarci dall'uso simultaneo di questi due grandi strumenti, basterà ricordare, per esempio, i risultati ottenuti, già dal lontano 1918. quando entrò in funzione il riflettore Hooker di 100-pollici (specchio di 2.50 m di apertura) all'Osservatorio di Monte Wilson in California e le scoperte fatte poi dal telescopio Hale, come quelle dell'espansione dell'universo, sulla struttura ed evoluzione delle galassie, della loro nascita nel seno degli ammassi delle stesse galassie, delle esplosioni delle stelle nuove e supcrnuove e via dicendo. Il nuovo telescopio ottico del Caucaso potrà, per le sue maggiori dimensioni, scandagliare le profondità dell'universo 1,5 volte più lontano del telescopio Hale, cioè a quegli estremi confini, dove la velocità di allontanamento delle galassie raggiunge quella della luce, proprio a quelle distanze, per nei inconcepibili, alle quali le nostre osservazioni con quei telescopi dovrebbero fornire qualche ulteriore informazione per convalidare o abbandonare queste o quelle, fra le varie teorie oggi proposte (v. La Stampa del 19 dicembre 1972 e del 1° dicembre 1974). quindi ampliare le nostre conoscenze sul mistero della «grande creazione». Giorgio Abetti

Persone citate: Hale, Hooker, Monte Wilson, Newton

Luoghi citati: Australia, California, Georgia, Inghilterra, Stati Uniti