Il nozionismo tanto contestato riemerge come àncora di salvezza

Il nozionismo tanto contestato riemerge come àncora di salvezza Il nozionismo tanto contestato riemerge come àncora di salvezza Maturità, esame che sopravvive E' davvero cambiato l'esa me di maturità? Domanda vecchia e sempre nuova che si ripropone ad ogni luglio. Studenti timorosi e preoccupati, professori incerti lo vorrebbero diverso, auspicano una risposta tranquillizzante che forse potrebbe venire soltanto dalla vera riforma delle superiori. In realtà l'esame rimane quello di sempre. Di diverso dal passato ha soltanto il numero delle materie (due per lo scritto e due per l'orale) e l'etichetta che definisce «colloquio» l'interrogazione. I sentimenti sono però rimasti quelli di un tempo, almeno per quanto riguarda gli studenti. I giovani, che tanto hanno contestato il nozionismo, di fronte alla commissione diventano i più fedeli ripetitori dei libri di testo, evitano qualsiasi accenno critico, anche quando sono stimolati dagli insegnanti. E' da questi ultimi, invece, jhe sembra venire qualche soffio, sia pur lieve, di rinnovamento. Poco preparati ad una scuola criti ; ca, negli ultimi anni hanno ; cercnto di abbandonare le in1 terrogazioni a botta e rispo- sta in favore della discussione. Ma di fronte al pericolo di avventurarsi sul terreno infido delle idee personali e critiche i candidati ergono una barriera di ghiaccio. Ed è ormai consueto vedere professori che si preoccupano di non intimorire, di non emo¬ zionare gli studenti (salve le solite eccezioni). Gli orali del-la maturità, in questo clima sopravvivono stancamente, si trascinano verso quel risultato finale che i presidenti di commissione assicurano «sarà favorevole alla stragrande maggioranza». L'ottava commissione al li- ceo classico D'Azeglio di Tori-no può essere presa come simbolo del desiderio di collaborazione e di tolleranza. La commissaria di filosofia fa apertamente il tifo per i candidati, il rappresentante di classe interviene in soccorso dei titubanti, il presidente offre bibite. Quale clima migliore per un colloquio? Eppure nessuno vede la mano tesa. Ecco alcuni esempi. Rosso in volto e di capelli il candidato comincia a parlare delle opere filosofiche giova¬ nili di Carlo Marx, ma, di fronte alla richiesta di com-mentare l'uomo visto da Marx e visto da Darwin, entra in crisi. «Marx vuole tutti con gli stessi diritti, Darwin so-stiene la teoria che ha ragio- ne il più forte». E' probabile che ne sappia di più, ma ti questo punto il colloquio prò- \ segue tra l'insegnante di filo1 sofia e quello di scienze. La scena si ripete poco dopo con una ragazza che ostenta sicurezza. Evidentemente sa destreggiarsi, non riesce però a cogliere l'amo che puntualmente l'insegnante le lancia. «Parlami dell'argomento che preferisci» invita la com- 1 missaria di scienze. «I mari». Ed è già in difficoltà. Un te-ma così vasto presenta tantiproblemi: tra l'altro da che parte cominciare. «La profon- dita...» esordisce la candidata ed aiutandosi con le matti sembra voler esprimere rutto ciò che sa. Dimostra, sul filodel discorso che via via Vinse-gnante comincia, di avere un'infarinatura di tutti gli ar-gomenti. La maturità è davvero sol- tanto la conoscenza delle ma- terie o è anche il saper vince- oggi la candidata che sembra va svenire ad ogni istante si sentirà più forte perché è riuscita a portare a termine il colloquio con onore. Piccola. graziosa e tremante, la giova ne affronta il greco traducen do un brano dall'Edipo e commentando. Ricaccia indie- re le proprie emozioni? Forsetro le lacrime, pare crollare dala sedia. Il professore di etósse la calma con una carezza sui capelli. Si riprende e dimostra di essere preparata sulla letteratura e sugli autori. Poi a stento raggiunge Val- tro capo del tavolo dove l'attende l'insegnante di filosofia «Mi parli di Nietzsche, di cui lei porta l'opera La nascita della tragedia». Ed ecco l'e- lenco classico ed il parallelo con Schopenhauer: «L'uno ve- de la vita cerne fuga, l'altro come accettazione-assuefazio- ne...». Parla torcendosi le ma ni. Quasi chiedendo scusa, l'insegnante interrompe: «Il presidente, ma se non lo ri- corda non importa, vorrebbe sentire qualcosa della catarsi aristotelica». Interviene il rappresentante di classe: «E' programma troppo lontano». ] Improvvisamente rinfrancata] la candidata risponde con fa- cilità. Ed è il momento più difficile: «Mi dica che cosa1 pensa di questo libro di Nietzsche». Mani tremanti si intrecciano sul tavolo, saliva deglutita, sudore freddo sulla fronte. Finalmente arriva la, risposta: «Se devo essere sin- cera, non lo consiglierei. Per che, come dice lo stesso auto '-. che «passeranno» nei prossi- mi giorni. Perché tanta pati'.ra? «Non si può rischiare un \ esame per una questione di principio. Prima esco dalla | scuola, poi dico ciò che pen- re, ci sono tanti concetti, ma non si arriva ad una vera con- j clusione». La critica che riesce a lare è tutta qui, comun- que sono tutti d'accordo, an- che la commissione, che è ciò che conta. Nell'atrio, parlo con coloro so». Anche quando la com- \ missione dimostra dì essere aperta? «Non si sa mai. e poi non è necessario contraddire ; durante il colloquio, con gli insegnanti discutiamo prima e dopo». Può essere anche , questa una forma di matti rita? Maria Valabrega

Persone citate: Carlo Marx, D'azeglio, Maria Valabrega, Marx, Nietzsche, Schopenhauer