Giovanni Agnelli alla Federmeccanica
Giovanni Agnelli alla Federmeccanica Giovanni Agnelli alla Federmeccanica Le cose da cambiare per uscire dalla crisi Pregiudiziale una chiarificazione del quadro politico - Alleggerimento del peso degli oneri sociali - Il costo del lavoro sale, la produttività scende - Diversa utilizzazione degli impianti e rapporto con i sindacati (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 9 luglio. Molte cose devono cambiare, per superare «le enormi difficoltà di passare dalla fase acuta della crisi ad almeno un primo passo verso la con¬ valescenza», ha detto Giovan- ' ni Agnelli, chiudendo oggi a Firenze il convegno: «Ripresa e sviluppo», organizzato dalla Federmeccanica. Prima cosa da cambiare, ha affermato il presidente della Confindustria, riassumendo analisi e proposte emerse dall'incontro, è il quadro di riferimento politico-sociale e istituzionale italiano, che r.egli ultimi anni si è andato via via deteriorando, «sino a raggiungere l'attuale stato di dissesto». S'impone, quindi, una netta modifica di tendenza per ristabilire un clima generale positivamente intonato per quanto riguarda i rapporti sociali tra le parti, la certezza di un assetto democratico, le responsabilità ma anche le esigenze dell'attività imprenditoriale. I Una chiarificazione del quadro politico era stata posta come condizione anche dal presidente della piccola industria, Mario Corbino, che aveva chiesto chiarezza alla democrazia cristiana nei rapporti con il partito comunista, ed a questo chiarezza nei I suoi rapporti con il movimento sindacale e nei confronti ! dell'impresa privata. Il deputato Eugenio Peggio, economista del pei, gli ha risposto che il suo partito è per l'auto-1 nomia sindacale ed è favorevole all'impresa privata, pur che questa sia disposta a muoversi entro una program- j mazione definita in sede poli-1 tica. Giovanni Agnelli, sorridendo, ha osservato: «Von. Peggio ci dice che la filosofia del partito comunista rispetta l'impresa privata. Vedete in che razza di dilemma si trova l'imprenditore italiano: deve avere fiducia nella capacità riformista del pei, oppure nella capacità di rinnovamento del partito cattolico?». Le aziende metalmeccaniche, ha poi continuato, dopo questa battuta, il presidente della Confindustria, stanno fornendo un impegno energico e in tutte le direzioni «per superare il momento forse più drammatico della loro vita». Non vi sono state diserzioni né paura nel settore, le aziende hanno idee e dispongono di un potenziale tuttora valido per superare la bufera e contribuire a chiudere le falle nel nostro sistema economico. Perché la ■. | metalmeccanica non è tutta l'industria italia- na, ma — come aveva osser- vitto all'inizio del convegno il presidente della Federmeccanica, Walter Mandelli — con i suoi 2 milioni e 315 mila occupati, con i novemila miliardi di lire distribuiti nel 1974 al lavoro dipendente, rappre- ' senta il settore centrale della nostra economia e dalle sue fortune dipende in larga mi sura la tranquillità del Paese ! e la sicurezza delle famiglie. Per raggiungere questi obiettivi, però, molte cose devono cambiare. Prima di tutto, secondo Giovanni Agnelli, occorre ricostituire l'equilibrio della gestione aziendale e ridare competitività internazionale alle industrie. Ha aggiunto: «Se anche le parti sociali concordano su queste due indicazioni di fondo, che per noi sono veri e propri assiomi, mi sembra possibile, anche se non me ne nascondo le difficoltà, dar corso con urgenza ad alcune delle azioni proposte e modificare alcuni comportamenti che, se non I neUe intenzioni certamente nei fatti, contraddicono proprio a queste indicazioni di fondo». Mandelli aveva avanzato la richiesta della fiscalizzazione ' degli oneri sociali sostenendo- la con le cifre: per ogni cento i lire date al dipendente, lei aziende devono aggiungerne I altre centodieci per oneri in-idiretti e differiti, contro 57 in Germania e 54 in Francia. Altra cosa da cambiare, quindi, ha affermato Giovanni Agnel- li, è l'attuale struttura del co-1 sto del lavoro, alleggerendo la più assurda delle imposte, cioè il tributo sul lavoro. «E' veramente fuori di ogni logi- \ ca — ha detto — che quasi il [ cinquanta per cento delle en- Irate dello Stato vengano que- ' sfanno dagli oneri sociali», j Questo alleggerimento con- j sentirebbe da solo un ampio j ricupero di competitività per i prodotti meccanici, il cui va-1lore aggiunto è rappresentato I per l'ottanta per cento dal la- !voro e il cui prezzo è determi- :nante nella concorrenza inter- nazionale. Ice da cambiare, ancora, jl'andamento a forbice tra il [Mario Salvatorelli '(Continua a pagina 2 in sesta colonna)
Persone citate: Agnelli, Eugenio Peggio, Giovanni Agnel, Giovanni Agnelli, Mandelli, Mario Corbino, Mario Salvatorelli, Walter Mandelli
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