Scherma, a Budapest pieni di speranze di Giorgio Barberis

Scherma, a Budapest pieni di speranze Gli azzurri in partenza alla vigilia dei campionati del mondo Scherma, a Budapest pieni di speranze Nella sciabola (Mario Aldo Montano) e nel fioretto femminile (Consolata Collino) le aspirazioni più legittime Nuovi metodi di allenamento per abituare gli atleti agli orari di gara - In pedana anche il giovane Arcidiacono La nazionale di scherma, che stamattina lascia Fiumicino e, via Vienna, raggiungerà Budapest, è una nazionale piena di speranze. Nella capitale ungherese sono in programma i campionati del mondo, particolarmente significativi perché questa è annata che precede quella olimpica e perché l'Ungheria è stata, ed è, una delle roccaforti della scherma. Logico quindi che questi campionati suonino per molti come un esame di maturità: per questo le gare si preannunciano incerte sia per un campione affermato come Mario Aido Montano, vincitore del titoli iridati di sciabola tanto nel 1973 a Goteborg quanto nel 1974 a Grenoble, che per una matricola della massima competizione mondiale come può essere il catanese Arcidiacono, inserito in squadra all'ultimo mome.ito. Prima di prendere in esame la situazione della scherma italiana con il cu. Attilio Finì, vorremmo comunque soffermarci sul nuovo tipo di preparazione che I nostri schermitori hanno sostenuto in vista delle gare di Budapest: un lavoro per cosi dire nuovo, eseguito nelle stesse ore in cui si disputeranno ì turni eliminatori: uno dei problemi maggiori degli atleti, inlatti, si è sempre rivelato dover tirare di primo mattino oppure appena dopo il pasto, cioè in piena digestione quando I riflessi possono essere più intorpiditi. Per questo gli orari di allenamento si sono attenuti alle esigenze particolari in modo da adattare il fisico degli atleti allo sforzo anche in ore non abituali. FIORETTO FEMMINILE — Attilio Fini è convìnto che Consolata Collino può legittimamente aspirare ad un posto tra le sei finaliste. Indubbiamente la torinese ha le carte in regola per raggiungere un risultato di prestigio e dunque non c'è che da augurarsi che riesca a cogliere il traguardo che insegue ormai da tempo. L'eredità di Antonella Ragno-Lonzi, ritiratasi dopo la vittoria olimpica di Monaco, le è caduta sulle spalle forse troppo presto ma questo non toglie che Consolata abbia ben saputo superare la difficoltà di essere improvvisamente il numero uno della squadra italiana. Collino a parte, buone soddisfazioni potrebbero giungere dalla prova a squadre: la Lorenzoni. infatti, è una carta sicura, mentre la Mangiarotti acquista sempre più autorità e le giovani Caglioni e Batazzi (matricola dei mondiali, quest'ultima) sembrano desiderose di fornire una prova ad alto livello. FIORETTO MASCHILE — Anche tra gli uomini, è la prova a squadra che sembra poter riservare maggiori possibilità di piazzamento, anche se Simoncelli e Carlo Montano appaiono in ottime condizioni di torma, tali da far sperare anche in un buon risultato nell'individuale. Interessante sarà vedere Calatroni, Coletti e Granieri (Plnelli parteciperà soltanto alla prova individuale) cui Fini tiene molto, in quanto, nel complesso delle tre armi maschili, a Montreal potranno essere iscritti soltanto 13 tiratori: fermi restando i cinque sciabolatori, dunque nelle altre due armi (fioretto e spada) si dovranno trovare due o tre atleti In grado di battersi pressoché con identici risultati nelle due specialità. SPADA — Arma aleatoria per eccellenza, la spada ha subito, in questi anni, le difficoltà conseguenti ad un rinnovo totale (ma necessario). Fini inlatti ha giustamente deciso l'accantonamento di elementi che ormai non potevano più garantire risultati preferendo loro dei giovani che, naturalmente, si presentano con pregi e diletti caratteristici dell'età. Così per i vari John Pezza. Bertinetti, Bellone, le gare positive si sono alternate ad altre meno felici: sta di fatto, comunque, che Pezza due anni fa si è piazzato terzo proprio al mondiali e che Bertinetti quest'anno ha ottenuto numerosi lusinghieri piazzamenti nelle gare più importanti. SCIABOLA — E' l'arma da cui ci attendiamo di più e che per questo potrebbe rappresentare proprio la più amara delusione. Mario Aldo Montano, con le sue vittorie a Goteborg e Grenoble, ci ha abituati troppo... bene. Ma a lui non si può certo chiedere di vincere sempre. Piuttosto ci farebbe piacere rivedere Maflei ai livelli che gli fruttarono il titolo mondiale nel 1971 a Vienna, mentre sarà interessante constatare i progressi di Tommaso Montano e Romano, diventati ormai punti fermi della squadra azzurra nonché come si comporterà il giovane Arcidiacono, iridato juniores in carica, inserito in squadra all'ultimo momento, che Fini vuol collaudare proprio in vista di un suo possibile impiego a Montreal per l'Olimpìade. Giorgio Barberis Il torinese Nicola Granieri in pedana nel fioretto a Budapest

Luoghi citati: Budapest, Montreal, Ungheria, Vienna