Che cosa domanda l'industria cotoniera

Che cosa domanda l'industria cotoniera Convegno di studi all'Unione di Torino Che cosa domanda l'industria cotoniera Nel mondo i consumi tessi-] li tendono ad aumentare, spe- j cialmente per quanto riguarda il cotone. In questa prospettiva come si colloca l'industria italiana? L'elemento più importante è il crescente sviluppo della produzione cotoniera nei Paesi emergenti: Turchia, Grecia, India e altri asiatici, tra cui la Cina, per i j salari molto bassi. In Europa, lTtalia è schiacciata fra la ; Germania, che ha livelli di | produzione più alti e la Fran-1 cia che ci supera per qualità. | Inoltre la nostra industria co-1 toniera soffre di una crisi strutturale e necessita di una verifica delle proprie capacità produttive per un miglior controllo della dimensione dell'industria privata e di quella pubblica. Abbiamo tracciato a grandi linee il quadro emerso in un convegno di studio, organizzato a Torino, dall'Associazione provinciale degli industriali cotonieri, rappresentati dal dottor Discacciati, sul tema: «L'industria cotoniera e la ripresa economica». I lavori sono stati diretti dal presidente nazionale di categoria Umberto Visconti di Modrone. Fatte le premesse di carattere generale, riassumiamo gli interventi più significativi. Il prof. Francesco Forte, presidente della società Tescon, ha parlato dell'avvenire dell'industria cotoniera italiana. Sono sue le osservazioni sullo sviluppo di tale attività nei Paesi emergenti; suo l'esame del posto che l'Italia occupa in Europa. Un nostro punto debole è il costo del lavoro. All'inizio dell'anno la media nazionale era di lire 3135 per ora lavorata (in Germania lire 3334); a dicembre si prevede risulterà di lire 3919, contro quella invariata della Germania. La chiave del nostro problema sta nella distribuzione degli elementi che compongono il costo del lavoro, su cui incidono oneri, come l'indennità di anzianità, che non trovano riscontri al l'estero. Un'altra nostra caratteristica è la polverizzazione delle imprese, non sempre corrispondente ad una specializzazione. Inoltre se si esamina il valore aggiunto si rileva che per le aziende italiane è andato via via diminuendo, così che si sono pericolosamente ridotti i margini per l'ammortamento e lo sviluppo. Di qui il ricorso ai prestiti con aumento degli interessi passivi. Se la crisi economica si protrarrà molte imprese tessili medie e piccole non resisteranno. Parecchie aziende cotoniere in difficoltà sono già state assunte dal settore pub j blico sotto la pressione di for- ; ze sindacali e politiche. Ma | ciò è avvenuto senza una prò gl'animazione. Gli errori fatti non si devono ripetere. Occorre pianificare il futuro dell'in-1 dustlia cotoniera. I dati cono-j scitivi ci sono, basta elabora-; re la filosofia degli interventi.1 L'indennità di anzianità, ad esempio, è uno strumento perverso. In caso di crisi dell'azienda il lavoratore la perde e quindi non serve a soste ,- collocamento a riposo suben- tra la pensione e 1 indennità di anzianità è superflua. Meglio sarebbe eliminarla congelando quelle finora maturate e istituendo una forma di assicurazione che aiuti il lavora- nere ì disoccupati in attesa cu i altro posto. Nel momento del, .tore quando 1 azienda chiude. Il prof. Forte ha infine \ elencato una serie di interven-1 ti da adottare. Lotta contro i l'assenteismo, il che significa | eliminare la girandola dei certificati medici falsi e stabilireI i necessari controlli che non sono affatto in contrasto con lo Statuto dei lavoratori. Riduzione degli oneri sociali a carico delle imprese tessili. Tra questi sono da includere i contributi per assegni familiari che l'azienda versa sulla manodopera femminile. Molte lavoratrici sono sposate; gli assegni li percepisce il marito ed i contributi a carico dell'imprenditore sono a fondo perduto. Tra gli altri interventi proposti dal prof. Forte citiamo ancora: ricontrattazione fra aziende e sindacati di alcuni istituti che incidono sulla mobilità della mano d'opera e| sullo sfruttamento degli impianti; programmazione anticongiunturale delle commesse j pubbliche (a tal fine dovrebbero essere messi a disposizione degli enti locali 30 miliardi ) ; rigorosa limitazione degli interventi pubblici a salvataggio di imprese; agevolazioni per favorire i salva*"- vi da parte di consorzi di ati; accollare alla collettività i costi sociali delle riconversioni industriali. Il dottor Mario Schimberni, presidente della società Montefibre, ha parlato sul tema: «Contributo delle fibre chimiche al processo di qualificazione dell'industria cotoniera». Egli ha detto che i consumi di filatura sono in graduale ascesa e quelli di tessitura cotoniera in leggerosviluppo. La minaccia più consistente al progredire del settore cotoniero in Europa è rappresentata oltre che dalla concorrenza dei Paesi emer- genti anche da quella dei Pae si altamente specializzati, co me ad esempio gli Stati Uniti. Tra le misure strategiche per fronteggiare la situazione, il dottor Schimberni ha ricordato: l'abbandono di produ zioni con scarso valore aggiunto; l'inserimento di segmenti nuovi di produzione; lo sfruttamento appropriato delle nuove tecnologie; la necessità di fornire ai prodotti con¬ tenuti e immagine. Le future possibilità di svi iuppo dell'industria cotoniera _ ha affermato il presidente deila Montefibre — dipendo no m gran parte dalla capaci. ta di creare, rispetto alla grossa minaccia dei Paesi terzi, delle barriere all'entrata che non siano soltanto protettive, ma costituite da prodotti differenziati, capacità tecno-logiche, politiche di marketing, innovazione, creatività e forte imprenditorialità. Durante il convegno di stu-dio sono state fatte e discusse anche relazioni del comm. Agostino Marzoli, presidente della Acimit e dell'Urna 75, su «Momenti dell'attuale trend tecnologico dell'industria meccano tessile»; del dottor Alberto Colli, direttore generale della Legler sull'andamento del costo del lavoro ed il rinnovo contrattuale; del-l'avv. Alberto Francioli, segretario generale dell'associazione cotoniera italiana, sugli scambi internazionali. Annarosa Gallesio

Persone citate: Agostino Marzoli, Alberto Colli, Alberto Francioli, Discacciati, Francesco Forte, Gallesio, Legler, Mario Schimberni, Schimberni, Umberto Visconti