Alpinisti da Venezia alle Ande di Gigi Mattana
Alpinisti da Venezia alle Ande Alpinisti da Venezia alle Ande Venezia, 7 luglio. (r.s.) Carlo Zonta del Club alpino di Bassano del Grappa, è a capo di una spedizione di cui fanno parte altri 18 alpinisti che partirà domani mattina dall'aeroporto di lanate (Milano, via Francoforte e New York, con un volo Alitalia) per la « Cordillera Bianca », in Perù, con meta il Nevado Huandoy, per affrontare una parete di 6.120 metri. La spedizione denominata « Riviera del Brenta » è stata organizzata dal Cai di Dolo (Venezia) Anche l'alpinismo ai più alti livelli segue la moda: dopo gli anni in cui tutte le spedizioni avevano come mèta il massiccio himalayano, ora anche le montagne americane vengono giustamente rivalutate. In quell'eccezionale serbatoio di ascensioni, che sono le Ande peruviane, il Huandoy ha una parte di rilievo, secondo soltanto al più celebre Huascaràn, di quasi 6800 metri. Oltre alle difficoltà alpinistiche, tutta la zona della Cordillera Bianca presenta notevoli problemi di accessibilità: la catena di montagne che dà sull'Oceano Pacifico, è separata da una stretta valle, in cui scorre il rio Maranon. dalla Cordillera Central dai rilievi più modesti e meno interessanti dal punto di vista esplorativo. Benché le montagne siano a poche centinaia di chilometri a nord di Lima la civiltà moderna non è ancora entrata massicciamente nella regione, la grande distanza da centri abitati e le difficoltà della marcia di avvicinamento costringono le spedizioni a una organizzazione (portatori, attrezzature) poco meno impegnativa di quella in Himalaya. Il Huandoy fu scalato per la prima volta lungo la via normale da Hein e Schneider nel 1932: da allora la montagna fu abbastanza dimenticata dalle spedizioni europee e nordamericane benché le vie interessanti siano numerose, ma nella zona è tale la ricchezza di pareti che la scelta diventa difficile. Dopo la conquista del Nevado Innominado (Cordillera Bianca. 5512 metri, poi chiamato Nevado Erba) compiuta da una cordata lombarda nel 1972 per la via Ovest e che richiese, per le difficoltà e la pericolosità della parete ghiacciata, l'uso di chiodi di alluminio lunghi un metro; dopo la vittoria prestigiosa dei "Ragni di Lecco" sul Cerro Torre nelle Ande patagonìche nel 1974 e la recente affermazione della spedizione Busnelli sulle "canne d'organo" dell'Alpamayo, il Huandoy vede tornare gli italiani sulle Ande. La stagione (nell'emisfero I australe ci si avvia verso il i pieno inverno), i venti del : Pacifico che superano anche I i cento chilometri l'ora (sul Cerro Torre fu la più grossa ; difficoltà che dovette affron', tare la cordata di Cesare ' Maestri) e le pareti "miste" cioè ghiaccio e roccia di conformazione diversa dalle Alpi, costituiscono un banco di prova impegnativo. Una vittoria laggiù ha un valore particolare: nella lunga storia delle ascensioni andine che si iniziò con la salita di I Reiss al Cotopaxi nel 1872 an| che gli italiani si sono fatti ■ onore. 1 Gigi Mattana
Persone citate: Busnelli, Carlo Zonta, Hein, Maranon, Nevado, Reiss, Schneider
Luoghi citati: Bassano Del Grappa, Lecco, Lima, Milano, New York, Perù, Venezia
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