Il tredicesimo Festival del film fantastico a Trieste di Sandro Casazza

Il tredicesimo Festival del film fantastico a Trieste Il tredicesimo Festival del film fantastico a Trieste La fantascienza lascia i robot i nuovi nemici sono le formiche Dopo la conquista della Luna il cinema cerca le sue nuove avventure nel mondo animale Un intelligente, ironico film sul satanismo di Juan Eunuci, figlio del grande regista spagnolo (Dal nostro inviato speciale) Trieste, 7 luglio. King Kong e i dischi volanti sono entrati nel museo della fantascienza cinematografica. I mostri alti come grattacieli, le guerre nucleari intergalattiche, le esplorazioni di pianeti misteriosi, carichi di insidie, sono ormai materiale per rassegne retrospettive e «nostalgiche» organizzate con favore di pubblico in varie città italiane, da Roma a Milano a Torino. Il tredicesimo Festival internazionale del film di fantascienza che presenta a Trieste dieci lungometraggi e venti documentari sembra confermare, nelle prime opere presentate, la nuova tendenza. La cronaca, con le passeggiate lunari teletrasmesse in tutto il mondo, e il cinema, con il film di kubrick «2001: odissea nello spazio», hanno segnato una svolta decisiva, chiuso il capitolo delle paure artificiali, dei trucchi illusionistici, del romanticismo avventuroso. All'invenzione fantastica è riservato uno spazio limitato: prevale il culto della scienza e della tecnologia. Nell'americano «Scelti per la sopravvivenza» di Sutton Roley, un gigantesco elaboratore elettronico regola la vita di un gruppo di uomini rinchiusi in un rifugio antiatomico a molte centinaia di metri sotto la superficie terrestre. In una struttura scintillante e asettica di vetro e metallo, la macchina domina la scena incutendo il sacro rispetto di un altare. Né il perfetto meccanismo, né l'intelligenza degli uomini riusciranno però a sconfìggere la minaccia di una colonia di pipistrelli vampiri che popolano una vicina caverna. La scienza esce sconfitta soltanto temporaneamente. Quando i sopravvissuti lasciano il luogo dell'esperimento la macchina continuerà a mandare i suoi messaggi. Dagli Stati Uniti arriva anche «Fase IV» di Saul Bass. I nemici da combattere sono le formiche. Una specie di insetti intelligenti guidati da una regina ultra prolifica ed espertissima nella tecnica di guerriglia che sfida apertamente la tecnologia dell'uomo. Il cervello elettronico piazzato in una cupola argen■ tea al centro di una landa desolata non riesce a spuntarla contro i minuscoli ma efficientissimi nemici. Il computer, protagonista assoluto, è l'ostacolo da abbattere e la lotta si sviluppa in momenti di buona efficacia drammatica. Riprendendo l'ammonimento allarmistico lanciato dal documentario «Le cronache di Hellstrom», il film di Bass lascia supporre sulla terra una futura civiltà delle formiche, insetti tenaci, resistentissimi, socialmente evoluti. Dopo i pipistrelli e le formiche, l'America manda i topi. Ma dai roditori nessuna minaccia. Sono le cavie degli esperimenti di uno scienziato che cerca il siero per arrestare l'invecchiamento delle cellule umane. La sfida contro la morte si chiude con un pareggio. Il biologo compie eccezionali scoperte e finisce in manicomio bloccato da una società spaventata dalle sue stesse conquiste. Scomparsi i gorilla di cartapesta e le catastrofi spaziali realizzate con plastici e modellini, il cinema di fantascienza aggiorna il suo messaggio pessimistico con motivazioni più razionali, concrete, che nascono dall'insicurezza per il nuovo culto tecnologico oppure scavano nel subconscio alla ricerca di paure più nascoste. Nota a parte merita «All'appuntamento della morte gioiosa» di Juan Buiiuel, figlio del grande regista spagnolo, in concorso per la Francia. Scarsi sono i collegamenti con la «science fiction». L'autore di «La ragazza con gli stivali rossi» racconta una storia di «satanismo» tra vetri in frantumi e tavolini volanti. Un esempio di cinema intelligente, maturo, tipicamente «francese» nel calcolo intellettualistico e nei riferimenti culturali. All'eredità paterna di matrice surrealista, Juan Buiiuel aggiunge, nella satira antiborghese, il sale di una piccante ironia personale. Il regista affonda nell'irrazionale divertendosi ad offrire allo spettatore una serie di chiavi interpretative e seminando la storia di nodi simbolici da decifrare. Il film è lontano dalla fantascienza, ma può risultare una divertente parodia del filone «esoreistico». Per chi preferisce le astronavi e le avventure spaziali della fantascienza «tradizionale», in margine alla rassegna cinematografica è stata allestita da Piero Zanotto al castello di San Giusto una mostra del fumetto da Flash Gordon fino a Barbarella. Cento pannelli e altrettante diapositive raccontano in sintesi la storia della fantascienza illustrata dalle sue origini americane nel 1929 sino ai nostri giorni con la Valentina di Crepax o gli Astrostoppisii di Castelli e Zeccara che navigano per lo spazio in gondola cercando di salvare Venezia dall'incuria dei terrestri. Tra i «classici» come Gordon nella prima apparizione italiana sull'Avventuroso, molte le curiosità, dai fumetti su soggetto di Zavattini al «Finocchio sulla Luna» scritto da Paolo Lorenzini, nipote di Collodi. Sandro Casazza

Luoghi citati: America, Francia, Milano, Roma, Stati Uniti, Torino, Trieste, Venezia