Vini doc: squilibri per i "piemontesi"

Vini doc: squilibri per i "piemontesi" Alcune ombre per il futuro Vini doc: squilibri per i "piemontesi" Abbiamo visto, in un precedente articolo, come la realtà dei vini a D.O.C, piemontesi riveli alcuni notevoli squilibri che proiettano ombre preoccupanti nel futuro. La grande preponderanza quantitativa tra le D.O.C, del «Moscaio naturale d'Asti» e la scarsa incidenza sulla produzione vinicola totale degli attuali quantitativi di vini rossi classificati pure a D.O.C, costituiscono gli aspetti salienti della situazione. Il problema del « Moscato naturale d'Asti- e dei due spumanti a D.O.C, che ne derivano [«Moscato d'Asti spumante" e «Asti spumante») propone, a nostro avviso, alcuni interrogativi. Possiamo, ad esempio, presumere che in futuro tutta l'attuale produzione di Moscato potrà accedere ad una classificazione per la quale occorre una sempre più attenta osservanza del disciplinare di produzione, soprattutto per quanto attiene il limite minimo della gradazione alcooiica naturale ed il massimo di produzione ad ettaro? Altra domanda molto importante che ci si pone è se si potrà ritenere idoneo anche in futuro il quantitativo medio oggi raggiunto, di 300 mila ettolitri di Moscato naturale d'Asti, valutando le esigenze dell'esportazione e le probabili modificazioni del gusto dei j consumatori. Tra le scelte da fare a breve termine ve la modificazione del disciplinare di produzione del -Moacato naturale d'Asti», nel quale è ; prevista una gradazione alcooiica minima naturale non sempre raggiungibile ogni anno dal prodotto ottenuto in tutti i vigneti iscritti all'Albo. Tale vino, se usato per il consumo diretto, può restare con l'attuale gradazione alcooiica complessiva minima naturale di 10,5; ma se usato come prodotto base per la spumantizzazione tale vino può servire egregiamente anche con una gradazione leggermente inferiore. Rammentiamo, ad esempio, che il -Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene» è disciplinato con una gradazione alcooiica complessiva minima naturale di 10. Altro provvedimento urgente sembra quello del passaggio alla «controllata e garantita» del solo «Asti spumante», eliminando l'altra denominazione «Moscato d'Asti spumante» che ormai si è rivelata un inutile doppione. Il problema dei vini rossi piemontesi a D.O.C, è invece di tutt'altro genere. Esso riguarda da un lato vini prestigiosi come il «Saro/o», il «Barbaresco» e tutti gli altri derivati dal Nebbiolo: da un altro lato i sette Dolcetti a D.O.C, le cui più recenti discipline non consentono ancora precise valutazioni; quindi i Barbera d'Asti, del Monferrato e d'Alba, il Freisa d'Asti ed altre D.O.C, il cui prestigio è stato finora affidato ad una minore parte delle aziende produttrici dei vini derivati dagli stessi vitigni o la cui valorizzazione risale a tempi non lontani. Per quanto riguarda il «Barolo» I e il «Barbaresco» si tratta dei due i primi vini italiani avviati alla i D.O.C.G. Le relative pratiche, do-, po il parere favorevole del Comitato Nazionale per la tutela delle denominazioni di origine dei vini, sono ora all'esame del ministero dell'Agricoltura. Nel caso dei vini Barbera piemontesi, le cui produzioni a D.O.C, non superano attualmente il 10 per cento del vino derivato dallo stesso vitigno, è da prevedersi qualche modificazione in aumento nelle entità produttive classificate quando entrerà in applicazione il regolamento comunitario per la designazione e la presentazione dei prodotti vinicoli. Questo stabilisce infatti che. ove si intenda presentare un vino con un nome di vitigno, tale nome deve essere accompagnato dalla denominazione geografica della zona di produzione. Un obbligo del genere sovvertirà dunque molti usi commerciali. In Piemonte la maggior parte dei vini da pasto è stata finora avviata al consumo con il solo nome del vitigno da cui il prodotto deriva. Dovendosi ora aggiungere in etichetta un nome geografico, ciò spingerà molti produttori ad acquisire il diritto all'uso di uno dei nomi classificati tra le "Controllate» (Asti, Alba o Monferrato), presentando domanda di iscrizione dei loro vigneti agli Albi. Paolo Desana

Persone citate: Barbera, Dolcetti, Freisa, Paolo Desana

Luoghi citati: Alba, Asti, Conegliano, Monferrato, Piemonte, Valdobbiadene