Anna Carla al Balòn di Giorgio Calcagno

Anna Carla al Balòn 66 La donna della domenica,, diventa un film Anna Carla al Balòn Il regista Comencini 27 luoghi" torinesi ■ missario Santamaria ha iniziato le riprese del romanzo di Frutterò e Lucentini, "in Protagonisti Jacqueline Bisset e Mastroianni, nel ruolo del com- Perché non è stato possibile avere una "signora Dosio" italiana Anna Carla è arrivata al Balòn, il sabato mattina, proprio come nelle pagine più perfidamente verosimili della «Donna delta domenica»; si gira. Il luogo più torinese, per il film ispirato al romanzo più torinese, Frutterò e Lucentini possono sfidare tranquilli il riscontro con la immagine del grande schermo. La macchina da presa inquadra i venditori di ferrivecchi, i procuratori di ex voto, la piemontese di mezza età che esibisce gli scialli della nonna, il giovane meridionale che vende macinini e lanterne magiche del tempo di Bava Beccaris. Molti dei personaggi che finiranno per entrare nel quadro sono gli autentici dettaglianti di borgo Dora, insieme con i loro occasionali clienti del sabato, alla ricerca del pezzo raro, la curiosità incredibile, da mostrare un giorno agli ospiti, negli attici della Crocetta. E' difficile distinguerli dalle comparse «vere», nella folla che sfila e risfila davanti alla distesa dell'usato, fra un fischio e l'altro del regista. Ma Anna Carla Dosio è americana. Questo personaggio ermetico e a suo modo catturante, che per mesi i lettori del romanzo hanno cercato di identificare in qualche signora della società bene subalpina, ha il volto, e le mosse, di Jacqueline Bisset: la interprete di «Effetto notte» e «Assassinio sull'Orient Express», al suo esordio in Italia. Il regista Comencini, che lanciò la Lollobrigida nella «Bersagliera» di «Pane, amore e fantasia», non ha trovato nessuna attrice italiana per impersonare la misteriosa donna dei quartieri alti, che si muove, fuggitiva e irraggiungibile, fra industriali e aristocratici, e finisce nel letto di un educato commissario di pubblica sicurezza. Il regista vuol girare dal vero, ma sa bene, per lungo ed esercitato mestiere, che il vero può essere ingannatone Ha fissato cinque settimane di riprese a Torino, e si è portato dietro una buona troupe di attori internazionali. Il commissario Santamaria è Marcello Mastroianni, la carta sicura, a cui affidare la conduzione dell'inchiesta; l'ambiguo Massimo sarà Trintignant, la maggiore delle sorelle Tabusso Lina Volonghi; il detestato architetto Garrone avrà il volto severo di Claudio Gora, l'antiquario Vollero quello pacioso di Gigi Ballista; e l'americanista Bonetto, che Frutterò e Lucentini descrivono piccolo, complessato dai pochi chili di peso in più, attento agli esercizi mattutini sul vogatore, ha la pancia neghittosa e il pizzetto porte-bonheur di Franco Nebbia. «Abbiamo cercato di rispettare al massimo il romanzo», dice Comencini. «La sceneggiatura dì Age e Scarpelli è molto fedele; c'è stato solo il problema di togliere, per ridurre le cinquecento pagine del libro a due ore di film; e qualche piccolo spostamento, per ragioni cinematografiche». Ma il regista si è accorto, fin dai primi contatti con Torino, che anche questi piccoli spostamenti sarebbero diventati problematici. Difficile cambiare un caffè, o un negozio di abbigliamento, per un romanzo che sembra sia stato letto proprio da tutti. «Certi torinesi che ci accompagnavano nelle ricerche volevano che rispettassimo anche la scelta delle vie. Ci è stata fatta eccezione perché non abbiamo ambientato l'alloggio di Lello in via Berthollet. Neanche fossero i luoghi dei Promessi sposi», dice il regista, sorridendo. La donna della domenica non è I promessi sposi, ma i luoghi, sulla pagina, sono così ben segnati che diventa difficile dimenticarli. Una fra le ragioni prime della fortuna del libro è proprio la sua capacità di fotografare all'interno un certo mondo torinese, mimandone perfino i comportamenti con il linguaggio attribuito ai vari personaggi, diverso da zona a zona e da gruppo a gruppo. Comencini è regista troppo abile per non avere colto il vero segreto di questo successo letterario, e la difficoltà che comporta la sua resa cinematografica. «Nonostante quello che comunemente si pensa, non era un romanzo fatto per il cinema. Quando ci si accosta, e lo si guarda nei suoi meccanismi, ci si accorge che le cose sono diverse. Il piacere della lettura non è dato dai fatti, ma dai dialoghi. La storia è povera di colpi di scena, vive soprattutto per la galleria dei personaggi, che, tutti insieme, creano un certo clima. La difficoltà era trovare una galleria di facce giuste, per ricostruire quel clima». Per questo, avverte Comencini, la scelta degli attori è stata cosi laboriosa; soprattutto per i personaggi chiave di Anna Carla e di Lello (l'attore Aldo Reggiani); e per questo il regista ritiene tanto importanti le riprese in Torino. Prima che sulla sceneggiatura, Comencini lavora su una carta topografica della città, dove sono segnati ventisette punti: dalla galleria d'arte sul lungopò alla bottega di parrucchiere nel centro storico, dal ristorante di collina alla villa di Cavoretto. E tutti portano al Balòn, il luogo nodale del giallo, e il capitolo più spiritoso del romanzo « This — disse l'americanista — is the Balloon». Ieri mattina, fin dalle prime ore di lavorazione, l'anglopiemontese del professor Bonetto si è venuto colorando di tanti altri diversi accenti, dal romano dei tecnici al siciliano di alcuni venditori. Forse anche La donna della domenica deve un po' aggiornarsi. Giorgio Calcagno Jacqueline Bisset (Anna Carla) e Mastroianni (Santamaria) fra la gente del Balòn

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