Condannati a sette anni i banditi che assaltarono il treno a Caselle

Condannati a sette anni i banditi che assaltarono il treno a Caselle Dal vagone postale rapinarono sessantadue milioni Condannati a sette anni i banditi che assaltarono il treno a Caselle Scoperti perché si erano messi a spendere come nababbi dopo il colpo - Un altro della banda è morto in Francia, ucciso dalla polizia, un quinto è ancora latitante Si è concluso ieri il processo | ai banditi che armi alla mano assaltarono due anni fa il posta le Cirlè-Lanzo, realizzando un bottino di sessantadue milioni, La seconda sezione del tribuna le preceduta dal dottor Lacqua niti ha condannato 1 tre maggio ri responsabili della rapina, Ser gio Settimo, Franco Calcagno ed Emilio Caputo, a sette anni di reclusione ciascuno e alla inter dizione perpetua dai pubblici uf nei. A pena scontata dovranno scttoporsi alla libertà vigilata per un anno e dovranno restituire alla amministrazione postale, rap presentata in giudizio dall'avvo \ cato D'Amato, l'intera somma ra pinata. Due degli altri cinque prota | gonisti della vicenda, Umberto ; De Troia e Laura Montanari, en j trambi accusati di ricettazione, | sono stati condannati a quattro j mesi ciascuno con il beneficio | Ideila sospensione condizionale e1 della non menzione. Antonio Schiavoni, per il quale il p. m. Triblsonna aveva chiesto la pena di 4 anni e sei mesi, è stato | assolto per insufficienza di prò I ve ed immediatamente scarcera- , stato ucciso l'ottobre scorso ad lto. Manca all'appello Angelo Testa di 30 anni, che non si è mal presentato al processo, men- ! tre Giovanni Durando, altra fl | gura di rilievo della rapina, era Aix-les-Bains (in Francia) in un.conflitto a fuoco con la polizia. 1si conclude così la prima fase J( la difesa ha già annunciato che interporrà appello) della vicenda, |iniziata due anni fa con un as- ìsalto al treno da film western. IAlle 7,35 di una livida mattina ;di febbraio quattro sconosciuti Ifecero irruzione nella motrice del | , postale subito dopo la stazione l dj Caselle. Puntando la pistola . ai viso del macchinista lo co- 1 strinsero a fermare il convoglio J e dopo aver svuotato alcuni sac- chi postali del loro contenuto | (assicurate e soldi destinati alle ì pensioni) fuggirono sull'Alfa di I un complice, non senza prima ; aver indicato a! conducente per I ritardare le ricerche, un involto | scuro sui binari: «E' una bomba». i Una prima traccia per le in ! daglni, era stata proprio fornita dalla perfetta conoscenza dei | ! luoghi: « Devono essere canave- | ] sani » avevano pensato i carabi- j i a r o carabinieri di Venaria e del Nucleo di Torino, svolgendo le prime indagini. Ma la banda doveva successivamente commettere numerose imprudenze: si erano fatti notare da un teste mentre si trasferivamo dall'Alfa su una I 1 « 125 » già notata in precedenza sul luogo della rapina ed appartenente ad uno di loro. Poi aveI vano cominciato a dilapidare allegramente il ricavato del "colpo", spendendo come nababbi. I I primi a cadere nella rete eraho stati il Caputo, un venditore ambulante di Potenza già condannato per reati contro il pa- j trimonio e il Settimo, ritenuto il capo di una banda specializzata in asfalti ai treni. Il suo nome doveva spesso riapparire sulle pagine dei giornali, soprattutto per le numerose evasioni da lui incompiute: una delle più clamorose avvenne la notte del 27 maggio di due anni fa quando riusci a scappare dalle "Nuove" con altri sei detenuti. | | 1 I inI ! l Sergio Settimo e Franco Calcagno dovranno scontare 7 anni

Luoghi citati: Caselle Scoperti, Francia, Potenza, Torino, Venaria