Parla il responsabile dell' ufficio narcotici di Fabrizio Carbone

Parla il responsabile dell' ufficio narcotici Parla il responsabile dell' ufficio narcotici I . (Segue dalla 1" pagina) questo tipo di sostanza. Costa cara; è ricercata; rende moltissimo». Come si stronca il crimina-1 le traffico della mafia italomarsigliese (la più attiva in Italia)? «Con i mezzi a dispo- \ sizione — sono gli esperti del ramo a confermarlo — si può I fare ben poco. Ci vuole effidensa e competenza. Gli agènti devono essere speciali- \ sti e in maggioranza non lo sonò. Perché? Forse il problema è stato preso sotto gamba; siamo rimasti a guarda-1 re». Al secondo piano della questura centrale c'è l'ufficio narcotici. Sulla finestra una piantina di canapa indiana appassita, sequestrata in casa di ragazzi. Le pratiche sono allineate sui mobili. Fa spicco una bacheca con una «mostra» di siringhe, pipe, sacchetti di marijuana. Non è certo il « Narcotic Bureau » americano. Per anni, grazie anche ad una legge del '54 del tutto inadeguata al fenomeno, si è fatta confusione tra droga e droga: 10 mila giovani sono finiti in carcere per aver ( fumato una sigaretta di ma! rijuana. Torna alla mente il caso dell'attrice americana, morta in manicomio dopo es| sere stata arrestata per deten! zione di tre grammi di ha| shish. Oggi si capisce che c'è un'atmosfera diversa. Polizia le magistratura si dimostrano «comprensive» con il drogato I che per legge devono arresta' re e giudicare. Se possono firmano la libertà provvisoria; j chiedono aiuto allo psichiatra e al sociologo; seguono le sorti di chi si sta «bruciando» fino al punto di accorrere alla | telefonata disperata che li av, visa di un possibile suicidio. E per uno specialista antidroga c'è più amarezza che delusione per aver arrestato un ragazzo tossicomane con in tasca poche dosi di eroina. «Possiamo essere sicuri che il criminale non lo troveremo mai in piazza con la "neve" in tasca. La fa portare dai ragazzi che lo accompagnano». Ogni «big» ha la sua corte di schiavi. Ma il vero boss è imprendibile. Ecco alcuni esempi. Irruzione di polizia nell'appartamento di uno spacciatore di ! cocaina che fa in tempo a di¬ i sfarsi del grosso quantitativo versandolo nel bagno. L'arresto è per detenzione. Chi lo ha rifornito? Può essere un lavorante in proprio. Ma se dietro c'è la mafia, non parla; sconta la pena in carcere e ricomincia. Parlare equivale a essere giustiziato. C'è il caso che un lavoro di mesi porti all'arresto di una decina di elementi tutti collegati tra loro. Si è rotta una catena, un braccio della piovra. A Marsiglia fu sequestrata una nave carica di eroina purissima. E' il colpo più a segno degli ultimi anni. I corrieri con la merce cadono in trappola. Chi c'è dietro? «L'organizzazione che decide di installarsi in una grande città parte con grossi mezzi finanziari. Acquista appartamenti, night club o ristoranti. Tutto legale. E' la copertura: una tela di ragno costruita con tecniche "sperimentate"». E' il discorso che più ricorre tra gli uomini della questura. Mancano i mezzi e gli uomini. Ci vorrebbe un centro antidroga che funzionasse d'intesa fra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Questi ultimi hanno i mezzi migliori a disposizione. Manca la ricerca sul campo. Nel '61 un decreto del ministero Sanità istituì i centri i per lo studio e cura delle tos; sicosi da sostanze stupefacen| ti e psicodroghe. In 14 anni i ne è stato aperto uno solo, a i Roma, nel '67. Era diretto e I coordinato dal professor De j Mattei, un anziano farmacologo. Fu chiuso nel '72. Se si esclude una raccolta di 34 do! cumenti, curata dall'ufficio studi e legislazione della CaI mera dei deputati, allegata al i progetto di legge Gaspari, la | più seria ricerca da parte del■ lo Stato è quella condotta nel ! '72 da Giuseppe Di Gennaro: I una bibliografia che compren! de 2400 titoli di opere sulla droga, prevalentemente sull'aspetto criminologico-legislativo. Al Senato le commissioni riunite Giustizia e Sanità si sono incontrate 30 volte per discutere il progetto di legge Gaspari ma non hanno mai invitato gli operatori scientifici per ascoltare le loro proposte. Avevano invitato Di Gennaro, ma il ministero Grazia e Giustizia rese noto che il giudice non poteva andare. Fabrizio Carbone

Persone citate: Gaspari, Giuseppe Di Gennaro, Mattei

Luoghi citati: Italia, Marsiglia, Roma