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L'Azione cattolica deve cambiare rotta Severo discorso di Paolo VI L'Azione cattolica deve cambiare rotta Città del Vaticano, 4 luglio. (e. p.) La crisi che ha investito da tempo l'azione cattolica italiana è attribuita da Paolo VI, per non piccola par te, anche al comportamento del clero specialmente addet to all'organizzazione. Lo ha dichiarato egli stesso, rivol- gendo questa mattina a cin quecento assistenti ecclesia stici dell'azione cattolica un discorso concluso con queste severe parole: «L'atmosfera spirituale del giubileo esige da noi sacerdoti, prima che eta ogni altro, il dovere della conversione; chiediamoci serenamente come abbiamo finora adempiuto ai compiti cui ci ha abilitati il nostro sacerdozio e proponiamo seria mente quanto vediamo neces sario per un serio cambiamento di rotta». Alcuni passi del discorso pontificio hanno assunto il carattere di veri e propri richiami: «L'azione cattolica — ha detto — ha subito anch'es sa prove negli anni passati e non lo vogliamo certo ignorare; ma non crediamo di esagerare dicendo che, se un vento troppo forte di novità o di intolleranza ha talora tatto perdere, qui come in altri campi, frutti preziosi e tem po, che solo ora si sta recupe- rondo, è stato spesso perché da certi sacerdoti non è verni- ta quella parola che si atten- deva, quella luce che si desi- derava». Preme soprattutto alla Chiesa — ha affermato ancora Paolo VI — il settore della gioventù, il cui risveglio ha bisogno di essere seguito inmodo tutto particolare. Ha chiesto agli intervenuti: «Se non lo fate voi, chi lo farà? 1 Subentreranno i falsi profeti, come lupi rapaci travestiti da agnelli. Il momento richiede da voi ogni impegno: le forme stesse di critica e di contestazione che salgono dal mondo dei giovani debbono farci avvertiti che forse non siamo stati capaci di comprendere le loro aspirazioni, che non abbiamo cercato di presentare loro il Vangelo con quella integralità e totalità che si attendevano».