Vilipendio e istigazione Marco Pannella in assise

Vilipendio e istigazione Marco Pannella in assise Le accuse risalgono alla primavera 1972 Vilipendio e istigazione Marco Pannella in assise Manifestazione in piazza Navona per la nuova legge sulla droga Roma, 4 luglio. In un'aula di tribunale gremita di amici e simpatizzanti — c'erano esponenti del partito radicale, del movimento di liberazione della donna, delle leghe obiettori di coscienza, omosessuali, per la non-vio-1 lenza, in un susseguirsi di te- ! ■| ste ricciute, zoccoli, jeans, volantini, tuniche leggere — Marco Pannella è apparso stamattina davanti ai giudici della terza corte d'assise per rispondere di istigazione a delinquere, apologia di reato, vilipendio del governo, vilipendio delle forze armate. Tali reati — per cui rischia fino a vent'anni di reclusione — gli furono contestati nel '72, quando «Notizie radicali», di cui egli era direttore responsabile, pubblicò una mozione del partito in prossimità delle elezioni politiche. Nella mozione si accusava il governo Andreotti di essere «illegale» perché privo di una maggioranza parlamentare e di avere' imposto «elezioni trulla»: si invitavano quindi gli elettori a protestare votando scheda bianca o astenendosi dal voto. Nello stesso numero del giornale si invitavano i giovani a non prestare il servizio militare, «per dire no all'esercito dei De Lorenzo, dei Birindelli, del Sifar, del Sid». Rinviato a giudizio per direttissima, Pannella comparve per la prima volta davanti ai giudici della terza corte d'assise il 31 maggio '74. I legali esibirono una dichiarazione nella quale tutti i membri della direzione del partito si assumevano la responsabilità della mozione. Si apriva il conflitto che ancora oggi è in corso: da un lato il partito radicale che rivendica il valore politico, e collegiale, del documento; dall'altro i magistrati che parlano di reato d'opinione a mezzo stampa e di responsabilità strettamente individuali. Nel 1974 il dibattimento venne sospeso. Il procedimento nei confronti dei componenti della direzione radicale è stato archiviato. E Pannella è rimasto l'unico imputato del processo. L'udienza di oggi è stata dedicata alla discussione di una serie di eccezioni preliminari sollevate dai difensori: anzitutto che i capi d'imputazione vengano allargati, rilevando le incongruenze e l'illegittimità del precedente provvedimento di archiviazione. Tutto si è svolto fra una serie di battibecchi fra i difensori di Pannella, il presidente della corte e il rappresentante della pubblica accusa, prima con toni cerimoniosamente polemici, poi via via con parole di aspra contrapposizione. Il processo riprenderà domani, con la discussione di altre quattro eccezioni. Quando Pannella è stato portato via dai carabinieri, il pubblico lo ha salutato con un applauso. Subito è ripreso il lavoro organizzativo per la manifestazione che si è svolta nel pomeriggio a piazza Navona: per la liberazione del Zea- ^er radicale, per la depenaliz zazione del consumo dei deri vati della canapa indiana, per la creazione di centri sanitari di somministrazione controllata per i tossicomani, per l'inasprimento delle pene che colpiscono gli spacciatori. Hanno preso la parola Spadaccia e Mellini, i neuropsichiatri Neri e Cancrini (neoeletto, quest'ultimo, nelle liste del pei alla Regione Lazio), l'on. Loris Fortuna. Egli ha detto: «Se la legge sulla droga del '54 è iniqua, non meno perversa e micidiale è l'interpretazione vessatoria della Cassazione alla quale pedestremenie sì adegua la magistratura di merito. Noi rivolgiamo un pubblico appello alla magistratura perché nell'interpretazione della legge salvi i nostri ragazzi e pu¬ nisca solo i trafficanti: chiediamo che sollevino ovunque, anche d'ufficio, eccezioni di incostituzionalità della legge. Chiediamo inoltre che il"go-verno, in ottemperanza alle concezioni internazionali in materia, emetta al più presto nuovi provvedimenti». Verso la mezzanotte dovrebbe essere dato il via al «grande gesto» — collettivo — di disubbidienza civile. Spiega Spadaccia: «Ho pensato a lungo all'opportunità di invitare il pubblico a "fumare" in piazza. Abbiamo rinunciato a una provocazione tanto diretta. Inviterò i presenti, dal palco, a fumare ciò che fumano abitualmente. A far girare la sigaretta ai propri vicini. A spegnerla infine a metà. Dei sacchi passeranno a raccogliere i mozziconi. Daremo poi questi sacchi alla polizia, perché ne tragga le indicazioni che crede. E', questo un momento della battaglia sulla droga che abbiamo appena incominciato». Liliana Madeo

Luoghi citati: Regione Lazio, Roma