Leone assicura: la nuova legge contro la droga è quasi pronta

Leone assicura: la nuova legge contro la droga è quasi pronta Comunicazione dal Quirinale all'arcivescovo Pellegrino Leone assicura: la nuova legge contro la droga è quasi pronta E' allo studio delle commissioni che dovrebbero approvarla prima delle ferie - Il card. Pellegrino aveva spedito al Capo dello Stato un telegramma dopo la visita alla tenda del Gruppo Abele - Il digiuno di protesta in piazza Solferino continua Dopo otto Riunii di sciopero della rami', 1 sette ragazzi del Gruppo Abele, tra i quali alcuni ex tossicomani, hanno raggiunto un primo risultato. Il Presidente della Repubblica Leone s'è messo Ieri In contatto telefonico con II card. Pellegrino, assicurando il suo vivo Interessamento per la riforma della legge sulla droga. L'Ufficio comunicazioni sociali della Curia metropolitana ha diffuso ieri un comunicato nel quale si legge: « Il Presidente della Repubblica ha dichiarato all'arcivescovo di Torino di aver preso molto a cuore il gravissimo problema portato alla ribalta In modo cosi significativo con la tenda eretta in piazza Solferino». Mentre al Gruppo Abele continuano a giungere adesioni di solidarietà da ogni parte d'Italia, «le commissioni parlamentari della Sanità e Giustizia sono in riunione congiunta per accelerare l'iter della legge, la cui approvazione è data per certa prima delle ferie». L'Ufficio della Curia «confida che i rappresentanti del Gruppo Abele possano essere ricevuti il più presto possibile dal presidente Leone, dal ministro della Sanità Gullottì e dalle commissioni parlamentari, che si occupano della riforma della legge». «Anche perché — si sottolinea — i sette giovani hanno deciso di proseguire il digiuno ad oltranza». Lo sciopero della fame, iniziatosi sabato scorso nella tenda di piazza Solferino, ha dunque le sue prime ripercussioni. Il sottosegretario alla Sanità Foschi, in un incontro con i cattolici torinesi del Gruppo Abele, impegnati nella lotta per il recupero dei drogati, ha sostenuto che «è disumana la pretesa che i sanitari — pena la carcerazione — siano costretti a denunciare i pazienti solo perché drogati. Qeusta circostanza — ha detto — induce i tossicomani non rcorrere al medico per timore di conseguesze penali ». Ha quindi sollecitato l'immediata soppressione della normativa in atto, « ricorrendo magari a un decreto legge che consenta l'ìm- mediata azione di recupero dei trogati, la repressione del traffico degli stupefacenti e la depenalizzazione dell'uso e della detenzione di droga per fini personali ». Nella tenda color senape di piazza Solferino i giovani, che hanno affrontato lo sciopero della fame sabato scorso, incominciano a dare segno di spossatezza fisica. Un comunicato di ieri del Gruppo Abele precisa: « Stamane, durante i consueti controlli clinici un ragazzo è svenuto». Smagriti e con la pressione bassa, sono decisi però a continuare, finché una loro rappresentanza non sarà ricevuta, come hanno richiesto, dal Presidente Leone, dal ministro Gullotti e dalle commissioni che starino studiando il problema della droga per una adeguata riforma della legge. L'azione di protesta partita da Torino (La Stampa ha pubblicato Ieri una fotografia eloquente in prima pagina) si sta diffondendo a macchia d'olio. In molte città d'Italia si aprono «tende di denuncia». Prosegue lo sciopero della fame a Milano (si era iniziato martedì), oggi sarà alzata una tenda a Valenza Po; fra qualche giorno un'analoga protesta incomincerà a Chieri da parte di venti giovani. Intanto in piazza Solferino si è recato ieri dom Giovanni Franzoni, ex abate di S. Paolo in Roma. «Il fenomeno della tossicomania — ha detto — non deriva da una sorta di distrazione collettiva da una parte e di un'irrefrenabile debolezza dall'altra. 1 trafficanti di droga non si drogano, come i trafficanti di armi non fanno la guerra, ma la fanno fare ai poveri. Bisognerà dunque colpire a fondo l'organizzazione della mafia, locale e internazionale, che è responsabile di questo come dt altri crimini ». Anche Franco Basaglia, già direttore dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, ha inviato un messaggio di solidarietà ai giovani del Gruppo Abele a nome della sezione triestina di Psichiatria democratica. L'attore Daiio Fo, a Torino per una manifestazione teatrale, è stato ieri pomeriggio alla «tenda di denuncia» in segno di appoggio e di sostegno al Gruppo Abele. Messaggi di adesione sono giunti da parte di Madeddu, direttore del Centro Assistenza Drogati di Milano, e di don Mario Picchi del Centro italiano di solidarietà di Roma. I dodici detenuti delle carceri di Torino, internati per droga, hanno concluso ieri sera il digiuno dì protesta durato due giorni. L'opinione pubblica, sensibilizzata dalla dimostrazione dei sette ragazzi torinesi, dimostra sempre più interesse per il problema del ba u «consumatore», in pratica viti la droga e l'assurda legislazione j che pone sullo stesso piano di condanna spietata lo spacciatore e carnefice e la sua vittima». I Don Luigi Ciotti, animatore del Gruppo Abele, ha inviato l'altro giorno un telegramma al direttore del telegiornale, protestando ener- gicainente «per la discriminazione ingiusta da parte della televisione di Roma», che «mentre ospita giù- stamento il gesto del radicale Pennella (ha fumato in pubblico i una sigaretta di hashish, n.d.r.), | i miniiiiiiiiiiiii numi m nulla dtee dello sciopero della fame in atto a Torino •>. « La nostra manifestazione — ha aggiunto don Ciotti — scaturisce dalla lunga esperienza che il Gruppo Abele ha acquistato nel mondo della droga per il recupero dei drogati e serve la causa della lotta contro ogni tipo di emarginazione ». Dario Fo con i giovani del « Gruppo Abele » sotto la tenda di piazza Solferino

Persone citate: Dario Fo, Don Luigi Ciotti, Fo, Franco Basaglia, Giovanni Franzoni, Gullotti, Madeddu, Mario Picchi, Pellegrino Leone