La congiuntura: produzione, investimenti, export di Giulio Mazzocchi

La congiuntura: produzione, investimenti, export La congiuntura: produzione, investimenti, export Colombo e Carli hanno esaminato il piano di sostegno per Veconomia E' caduto nello scorso mese di maggio l'indice dei prezzi all'ingrosso internazionali Roma, 3 luglio. Colombo e Carli hanno stamane esaminato i modi d'intervento nell'economia nazionale che dovrebbero essere approvati entro pochi giorni se il governo non sarà investito da una crisi. In favore di nuove misure s'era espresso, circa un mese fa, il Consiglio dei ministri. Le misure servono tanto più in quanto la situazione economica è pesante in tutto il mondo: oggi l'indice dei prezzi delle materie prime internazionali elaborato dalla Confindustrla testimonia d'una nuova caduta in maggio rispetto ad aprile. La ctduta dei prezzi ingrosso Internazionali di maggio riguarda soprattutto i generi alimentari con esclusione di avena, burro, caffè. Preso il '66 come base uguale a 100, a maggio l'indice alimentare era a quota 240, dopo aver toccato 370 in novembre. Per le materie non alimentari la quota era a 315, dopo essere stata a 345 un anno prima. E' fermo da un anno il prezzo del petrolio, tutto il resto è in diminuzione, salvo una rimonta in maggio delle materie prime tessili e dell'acciaio. L'interpretazione del fenomeno internazionale non è certa, si può solo porre una domanda: i pochi rialzi dipendono da una qualche ripresa di domanda del pubblico, o si tratta solo di ripresa di domanda delle imprese trasformatrici, dopo l'esaurimento delle imponenti scorte da tutti fatte un anno fa ? Una propensione per la seconda iotesi deriva dal fatto che, per esemplo, la rimonta dell'acciaio in maggio è certo conseguenza della forte riduzione concertata dalla produzione nel Mec. Anche altri aumenti di prezzi potrebbero derivare da azioni in loro sostegno, cioè da strozzature dell'offerta, non dalla domanda in ripresa, visto il nuovo crollo dei prezzi tlimentari in generale. Per l'Italia l'Istat pubblica 1 dati definitivi di aprile per il commercio estero e per la produzione industriale. Per quest'ultima, il dato definito conferma che, dopo l'accenno di ripresa in febbraio e la ricaduta di marzo, in aprile v'è stato solo un lieve miglioramento su marzo. Si attende il dato di maggio, che certo stamane Colombo e Carli conosceranno: crediamo di poter già affermare che il dato di maggio sarà il peggiore dei primi cinque mesi dell'anno. Né il commercio estero — di fronte al crollo della domanda interna — riesce a dar sostepno sufficiente rispetto alla capacità conseguita dagli impianti industriali, nonostante gigantesche variazioni percentuali delle quantità importate ed esportate. Prendendo 11 '70 come base uguale a 100, si ha che nei primi 4 mesi del '74 importammo quantità pari a 122,5 e nell'uguale quadrimestre di quest'anno a 94,1. Il crollo da un anno all'altro è del 23,2 per cento e rispetto a 5 anni prima è del 6 per cento: nel '70 l'Italia era in piena depressione, che cosa dire di oggi? All'esportazione si è passati (con la stessa base) da 126,7 nel primo quadrimestre '74 a 124 nello stesso periodo di quest'anno. Si parla di quantità. Si vede che o il resto del mondo assorbe meno o che noi non ce la facciamo a consegnare ciò che forse sarebbee richiesto. Ma è un fatto che in cinque anni v'è stato un incremento d'un quarto delle quantità che vendiamo fuori casa, laddove v'è stata diminuzione d'un buon ventesimo nelle quantità che compriamo. Il rapporto quantitativo è per noi migliorato d'un terzo: misura enorme, come sperare di poter fare di più? Il problema è semmai quello delle qualità e quindi dei prezzi. Nel quinquennio i prezzi unitari all'importazione sono cresciuti del 157,1 per cento e quelli all'esportazione solo del 101,6. C'è il peggioramento d'un terzo. Bilanciare il deprezzamento con l'aumento delle quantità comporta sacril durissimi e offre poche prospettive. Il problema è d'investire. Ma le borse mostrano in questi giorni che le banche continuano ad assorbire titoli: vuol dire che la domanda di denaro per investire i debolissima, mentre manca un'azione dello Stato sostitutiva dei privati e del crollo di domanda privata provocato ad arte dallo Stato (per frenare il deficit este¬ ro) manca la funzione di sostegno pubblico, alternativa nell'edilizia, ma manca pure da pirte delle imprese pubbliche. Il segno della crisi è lì. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Carli

Luoghi citati: Italia, Roma