Trasferimenti e perequazione alla Fiat: si cerca un accordo

Trasferimenti e perequazione alla Fiat: si cerca un accordo La discussione sui due punti più difficili Trasferimenti e perequazione alla Fiat: si cerca un accordo L'intesa su altre questioni come la "mobilità" all'interno dello stabilimento e la rotazione sulle linee appare possibile - Anche ieri in alcune officine scioperi prolungati Per la seconda giornata consecutiva Fiat e sindacalisti dei metalmeccanici si sono incontrati all'Unione industriale di Torino per definire i criteri generali che dovrebbero poi consentire di risolvere il «pulviscolo di vertenze» che è sorto nelle varie sezioni e stabilimenti. Per decisione della Firn, ieri, nelle aziende automobilistiche o collegate all'auto si sono svolte due ore di sciopero a sostegno della vertenza nazionale per lo sviluppo del trasporto pubblico ( come diversificazione produttiva rispetto all'auto 1. Lo sciopero — informano i sindacati — ha avuto adesioni intorno al YO per cento. Se- rando l'azienda, invece, han-no scioperato il 28 per cento degli operai (primo e secondo turno, turno normale) e l'uno per cento degli impiegati. In alcune sezioni Fiat è accaduto che le due ore di sciopero siano diventate otto perché gli operai hanno prolungato l'astensione dal lavoro per le questioni di fabbrica aperte e che formano oggetto degli incontri all'Unione industriale. Alla carrozzeria di Mirafiori si è scioperato per otto ore con cortei interni; al montaggio di Rivalta duemila persone hanno prolungato lo sciopero per protestare contro un licenziamento; alle «grandi presse» di Mirafiori il lavoro è stato sospeso per sei ore. All'Unione industriale le parti hanno avuto incontri sia al mattino che al pomeriggio, con alcune sospensioni, per valutare di volta in volta i rispettivi punti di vista. I due punti più difficili sono i trasferimenti e la perequazione. Trasferimenti — Nel caso di trasferimenti da uno stabilimento all'altro l'azienda propone di comunicare il provvedimento ai sindacati (specificando il numero delle persone da trasferire e le modalità) e di discuterlo congiuntamente entro un periodo di tempo prestabilito, (per esempio, cinque o dieci giorni) dopo di che, in mancanza di una intesa, il provvedimento diventa esecutivo. I sindacalisti ammettono la necessità di trasferimenti, ma sostengono che non si devono fissare scadenze entro le quali discuterli e un'intesa perché «ci possono essere trasferimenti che richiedono un esame approfon dito non soltanto di carattere strettamente sindacale ma anche produttivo». I trasferimenti dovrebbero avvenire applicando alcuni criteri ge nerali: preferire i lavoratori che desiderano essere trasfe riti, scegliere quelli che abita no vicino al nuovo stabilimento, tener conto dei trasporti pubblici, eccetera. raggiungere Perequazione — Con l'ac cordo del marzo del 1974 l'azienda ha operato degli «as sorbimenti». cioè ha trasferi to sulla paga base una parte degli aumenti di merito. Con l'accordo del marzo 1974 si erano anche stabiliti dei sistemi di verifica per evitare che l'azienda, attraverso gli aumenti di merito, ristabilisse le distanze erose dal contratto. La Fiat afferma che la situazione non è stata modificata dagli aumenti di merito concessi dal marzo del 1974 ad oggi. I sindacati, invece, sostengono che si sono create in alcuni stabilimenti situazioni anomale (specie nelle sezioni dove si svolgono lavo¬ ri maggiormente specializza ti). I sindacati puntano, perciò, a ristabilire un certo livellamento, mentre l'azienda ribadisce che non deve essere snaturato l'accordo del marzo 1974 e che non possono essere annullati i criteri che sono alla base degli aumenti di merito. Tuttavia l'azienda è disponibile ad esaminare le situazioni che i sindacati ritenessero «anomale». Sugli altri punti in discussione le distanze tra Fiat e sindacati sono meno grandi. Sintetizziamo le questioni principali. Mobilità — Si tratta degli spostamenti che avvengono da un reparto all'altro dello stesso stabilimento L'azienda afferma che questa flessibilità è irrinunciabile per far fronte ad esigenze improvvise di produzione (per esempio, sostituire gli assenti e gli ammalati). I sindacati vogliono evitare il pericolo di una «mobilità selvaggia» o di un vero e proprio «nomadismo» da un posto di lavoro all'altro. Una soluzione che tenga conto delle esigenze dell'azienda e delle preoccupazioni dei sindacati è possibile. Rotazione alle linee — Oggi gli operai addetti alle linee passano dal secondo al terzo livello dopo 52 mesi di lavoro alle linee. La Fiat ha offerto di abbreviare questo periodo affidando agli operai mansioni diverse lungo la linea, in modo da determinare un arricchimento professionale. Per esempio, un operaio fa un lavoro per alcuni mesi, poi passa ad un altro lavoro e così via. I sindacati tendono ad allargare al massimo i criteri per il passaggio dal secondo al terzo livello, anche a settori diversi dalle lavorazioni in ! linea. La difficoltà, non insormontabile, è quella di stabilire dei criteri generali validi per le singole situazioni. Sergio Devecchi

Persone citate: Sergio Devecchi

Luoghi citati: Rivalta, Torino