Il senatore Ciccio Franco davanti ai magistrati

Il senatore Ciccio Franco davanti ai magistrati Per la seconda fase dei disordini a Reggio Il senatore Ciccio Franco davanti ai magistrati Potenza. 2 luglio. Il processo contro il senatore Ciccio Franco, il neo consigliere regionale del msi Renato Meduri e altri tre reggini, accusati, secondo i casi, di vari reati per episodi accaduti nell'ottobre del 1972 a Reggio Calabria, è cominciato oggi davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Potenza, presieduto dal dottor Vincenzo Rotunno. Dei cinque imputati, tutti a piede libero (oltre a Ciccio Franco e Meduri, sono imputati Raffaele Mammoliti, di 55 anni, Santo Sortino, di 30, e Antonio Pulitane, di 21), si sono presentati in aula Meduri, Sortino e Pulitanò. Contro i cinque c'erano altrettanti procedimenti penali che furono unificati in base al principio della connessione oggettiva e soggettiva dei reati attribuiti a Ciccio Franco e agli altro quattro. Gli episodi per i quali i cinque sono stati incriminati, avvennero nei giorni precedenti al convegno indetto dalle organizzazioni sindacali a Reggio Calabria, quando vennero compiuti attentati alle sedi della Uil, del pei e del psi. In particolare, Ciccio Franco deve rispondere di apologia di reato per aver fatto stampare un manifestino nel quale definiva «gloriosi» i rioni Sbarre e Santa Caterina, focolai della rivolta, e «storica protesta popolare » l'insurrezione nel corso della quale avvennero numerosi episodi delittuosi tra cui omicidi, lesioni personali, attentati dinamitardi, incendi a edifici pubblici e privati. Il parlamentare del msi, il quale è accusato anche di associazione per delinquere, avrebbe, sempre secondo il giudice istruttore, fomentato tensioni tra i reggini, chiamando a raccolta il «mondo dei boia chi molla» contro la manifestazione organizzata dalla Cgil Cisl e Uil, che egli definì con il nome Ai«spedizione punitiva» e di «carnevalata politica». I reati di istigazione ed apologia vengono contestati al senatore Franco anche per i comizi tenuti il 2 ed il 25 marzo 1973, in piazza Duomo, nei quali il parlamentare, sempre secondo l'accula, sostenne, tra l'altro, che una delle strategie da perseguire poteva essere «la guerriglia delle bombe e del tritolo» e che «contro il tradimento perpetrato da tutti i partiti ai danni di Reggio, bisognava tornare alle barricate». (Ansa)

Luoghi citati: Potenza, Reggio, Reggio Calabria