Studentessa di 18 anni rapita davanti alla sua villa a Erba di Remo Lugli

Studentessa di 18 anni rapita davanti alla sua villa a Erba Nella notte mentre tornava da una festa con amici Studentessa di 18 anni rapita davanti alla sua villa a Erba E' Cristina Mazzotti, figlia di un mediatore di cereali milanese - Era in vacanza nel Comasco e rientrava a casa dopo una festicciola con i compagni di scuola - L'auto bloccata da 4 banditi mascherati (Dal nostro inviato speciale) Como, 1 luglio. Hanno rapito una studentessa, di diciotto anni, figlia di un mediatore di cereali milanese, che ha la villa di campagna nel Comasco. Un ennesimo sequestro per estorsione, non v'è dubbio. Un'impennata di recrudescenza della malavita in questa città che di solito è tranquilla: in cinque giorni due rapimenti ed un omicidio (venerdì a Pizzarone è stato rapito il geometra Diego Bruga, sabato ad Alzate Brianza una donna ha ucciso il marito). La vittima di stanotte è Cristina Mazzotti, ha compiuto i diciotto anni il 24 giugno scorso. Erano per lei giorni di lieta vacanza: gustava la sua nuova condizione di maggiorenne e la fine della scuola, la promozione dalla seconda alla terza liceo classico che frequentava al «Carducci» di Milano. Per questi festeggiamenti sabato scorso si era trasferita con la madre, Carla Airoldi, 49 anni, dall'abitazione milanese di piazza Repubblica 25 alla villa di Galliano, una frazione di Eupilio, fra Erba e Canzo. Aveva fatto venire con sé, ospite, una compagna di classe, Emanuela Luisari, pure diciottenne, abitante a Milano in via Settala ! 1. Il padre, Elios Mazzotti, 54 anni, è partito domenica per l'Argentina dove abita, con il marito, un'altra figlia, Marina, 26 anni. Un figlio maschio, Vittorio, 29 anni, era rimasto nell'abitazione milanese. Elios Mazzotti lavora come mediatore per conto di ditte che importano cereali soprattutto dall'Argentina. «Non è commerciante — precisa Vittorio, che si preoccupa di dare le giuste dimensioni alle possibilità finanzia-1 rie della famiglia —, lavora a I percentuale, è un brooker. La sua impresa è la società a responsabilità limitata Mazzotti e C. In questo periodo in Argentina c'è sentore di una certa mutazione Ira le ditte esportatrici e lui è quindi andato giù per studiare la situazione. Adesso, comunque, sa quello che è successo, siamo riusciti a raggiungerlo per telefono: sta già tornando». Cristina Mazzotti e la sua amica Luisari ieri sera escono di casa alle 21. Ad aspettarle, davanti al cancello della villa, c'è un amico comune, Carlo Galli, diciannove anni, studente di medicina a Pavia, che abita a Civenna (Como). E' lì con la Mini Minor di proprietà di sua sorella. Il programma è di trascorrere la serata incontrando un po' di amici. I tre vanno ad Erba, nel bar «Bosisio» dove trovano un gruppo di ragazzi ehe li attendono. Alle 22 escono e parto-1 no in otto con due auto per j un giro in Brianza. Questi giovani hanno una fitta rete di ! amicizie disseminate per le1 molte ville; amicizie ravvivate ! di weekend in weekend All'una e mezzo la Mini sta per far ritorno alla villa Mazzotti, dopo che gli altri amici, con la seconda auto, se ne sono andati già alle loro abita- gscinsAnd, zioni. La vetturetta, lasciataj la Valassina, imbocca la stra- j dina che da Eupilio porta a ; Galliano Emanuela Luisari, i che con il Galli ha vissuto la fase iniziale del rapimento | dell amica, racconta: «A po- j che centinaia di metri dalla villa siamo stati superati da una "Giulia" che si è fermata bloccandoci il passaggio e dietro di noi c'era una "125" gialla. Da questa seconda auto sono scesi in quattro, bendati con fazzoletti e sciarpe e armati di rivoltelle. Hanno imposto a Carlo ed a Cristina che sedevano davanti, di passare dietro con me. "State tranquilli perché non vi succede niente", ha detto uno. Due di loro sono saliti sulla "Mini" e gli altri due sono montati sulla "125". Così siamo partiti. Io non ho più visto nulla perché ci hanno imposto di stare giù con la testa. Carlo ogni tanto cercava di sollevarla per vedere che strada si percorreva, ma uno I dei due gli dava delle botte perché si riabbassasse. Per quel poco che ho sentito par- ] lare, mi pare che le pronunce fossero meridionali». La «Mini» si arresta alla periferia di Appiano Gentile (Como), a quaranta chilome tri da Eupilio. C'è anche la i«125» con gli altri due bandi- !ti, nessuna traccia invece del- jla «Giulia». Uno dei rapitori a 1questo punto chiede alle ra- I gazze: «Chi è di voi due Cristina Mazzotti?». Lei pronta e con calma, risponde: «Sono io». Le infilano un cappuccio nero sulla testa, la fanno scendere e salire sulla «125». Al Galli ed alla Luisari vengono legati i polsi con una cordicella dietro la schiena. I ra- pitori tentano anche di narcotizzarli premendogli contro il naso un batuffolo imbevuto di cloroformio, ma senza ottenere alcun risultato. «Solo un po' di intontimento — dice la Luisari — non ho mai perduto la conoscenza». La «125» parte, ma di lì a qualche minuto è di ritorno. Un bandito scende, toglie dal cruscotto la chiave della «Mini» che aveva dimenticato di sfilare e con un coltello buca i pneumatici delle ruote posteriori. Ora la macchina dei rapitori riparte velocemente e definitivamente. E' stata ritrovata questa mattina a Solbiate Arno (Varese), a pochi chilometri da Appiano. Era stata rubata a Milano l'8 giugno scorso; a bordo è stata trovata soltanto della cordi-j cella identica a quella usata j per legare i due giovani. Il Galli e la Luisari riescono a liberarsi mezz'ora dopo, circa alle due. Vanno, a piedi, in cerca di una casa dalla quale dare l'allarme. Non è facile, a quell'ora e con i tempi che corrono. Dopo un paio di vani tentativi riescono a farsi aprire dall'ingegner Giorgio Montandon, uno dei dirigenti della cementeria di Merone. E' la ragazza che compone il 113 ed annuncia alla questura di Como il sequestro dell'amica. Di lì a poco arrivano alla villa del Montandon il dottor Ceriotti della Mobile ed alcuni collaboratori. I giovani fanno un primo racconto che riprendono poi questa mattina in questura, alla presenza anche dei funzionari della Criminalpol, il dirigente dottor Sgarra ed il dottor Aragno. Non ci sono punti oscuri, ! tutto è abbastanza chiaro, il I sequestro a scopo di estorsione è evidente, anche se per il momento non c'è alcuna prò- j va. Nel pomeriggio si diffonde una voce secondo la quale ! sarebbe già arrivata una tele-1 fonata con la richiesta di riscatto, ma i familiari lo negano, anche la polizia è convinta che ancora non si siano fatti vivi. Dove è stato ideato I il rapimento? A Milano, forse, ma non si può escludere che il | piano sia stato preparato qui La famiglia Mazzotti è molto nota, viene per ogni fine settimana, i giovani, come si è detto, hanno molti amici; e il nonno materno di Cristina è stato per diversi anni sindaco i di Eupilio, è uno dei notabili I più in vista. ' Carla Airoldi Mazzotti, la I mamma, in preda all'ango-1 scia, non vuole vedere nessu-1 no. Il figlio Vittorio riceve noi giornalisti al cancello. Con Vittorio Mazzotti si parla del probabile riscatto I che prima o poi i banditi I chiederanno. Il giovane — | barba e baffi castani, maglione scuro su una camicia bianca — dice: «Noi stiamo bene, | portare uno di piccole dimen ma non è che possiamo far I fronte a qualsiasi riscatto: di- clamo che ne possiamo sop- sioni ». In attesa del rientro del padre vuole essere lui a condurre le eventuali trattati ve: «E' una cosa troppo deli cata, c'è anche la necessità di avere le garanzie che dall'altra parte ci sono i rapitori veri e non degli sciacalli». Ai giUnge: «Abbiamo chiesto agli inquirenti di non interferire con le loro indagini sugli eventuali nostri contatti ed a voi giornalisti chiediamo ora di osservare, dopo la pubbli cazione di domani, il silenzio stampa». Remo Lugli 9 j j ! I Emanuela Luisari Carlo Galli Como. Cristina Mazzotti, la ragazza rapita (telcfoto Ap)