La convalescenza

La convalescenza PANORAMA CONGIUNTURALE La convalescenza Maurice Bommensath Questo studio mensile, realizzato da una équipe di esperti europei di analisi congiunturali con la collaborazione della Cégos-Economie, presenta un panorama comparato delle gestioni a breve termine di quattro Paesi: Germania Occidentale. Francia, Crai' Bretagna e Italia. A questo scopo sono stati selezionati sei indici: tasso di sviluppo della produzione industriale, prezzi di consunto, saggio di disoccupazione, equilibrio degli scambi commerciali, strozzature nella produzione e negli in- vestimenti, grado di sensibilità al mercato internazionale. I primi quattro vengono espressi in grafici, in modo da mostrare il più chiaramente possibile la posizione relativa di ciascun Paese. Le valutazioni saranno ottenute raggruppando i risultati attorno ai tre principali obiettivi di una buona gestione a breve termine: a) sviluppo più accentuato possibile; b) sviluppo di buona qualità, cioè con poca inflazione e poca disoccupazione; c) sviluppo tale da poter continuare, cioè caratterizzato da un sufficiente ritmo d'investimenti, da scambi equilibrati, da un limitato grado di sensibilità all'andamento del mercato internazionale. Osserviamo anzitutto il contrasto fra la tenuta del franco e quella della sterlina: il primo dimostra il suo ritrovato vigore rientrando solennemente nel "serpente" monetario dopo aver recuperato il 14 per cento perso dopo la fluttuazione del 19 gennaio 1974. La sterlina, invece, ha avuto un crollo di oltre il 25 per cento in rapporto alla parità del dicembre 1971. Queste evoluzioni divergenti non sono altro che la sanzione delle differenti strategie economiche"* di fronte all'inflazione, al deficit petrolifero e alle attuali difficoltà mondiali: austerità da una parte, anche se con un certo ritardo, continuo lassismo dall'altra. Ed è anche sorprendente che — tenendo conto del tasso d'inflazione e di aumento dei salari, che supera rispettivamente il 24 e il 30 per cento — la Gran Bretagna non si sia trovata in difficoltà anche prima. E' la sua tradizionale posizione di mercato finanziario ad aver consentito a Londra di ritardare la scadenza con un massiccio indebitamento. Ma esistono dei limiti: voler recuperare gli effetti di una spirale interna salari-prezzi ormai incontrollabile nonostante il "patto sociale", attraverso un continuo slittamento d'ella sterlina, e allo stesso tempo sostenere l'attività economica cercando di attirare capitali, è un esercizio di acrobazia che può riuscire fino a quando non interviene la caduta, che allora è brutale. Il problema della Gran Bretagna non è d'altronde soltanto congiunturale, ma anche e soprattutto strutturale. Per la Germania, la Francia e l'Italia, che mantengono ancora il controllo della situazione, i problemi congiunturali non si pongono più secondo gli schemi abituali. Il ritorno alle condizioni normali di gestione è molto più lungo del previsto, come indicano i nostri strumenti di bordo. Così, per quanto riguarda la produzione, si osserva un arresto del deterioramento della crescita industriale, ma non ancora una reale ripresa. In Germania si notano ancora numerosi sintomi positivi: il numero di offerte di lavoro non soddisfatte è sempre in leggero aumento, essendo passato da 260 mila in marzo a 262 mila in aprile. Ma purtroppo continuano a essere presenti segni negativi, ad esempio il persistente marasma in settori come la siderurgia o la chimica. La Germania sembra avviata a uscire dal tunnel, ma soltanto a piccoli passi. In compenso i progressi in materia di prezzi sono più nettamente caratterizzati: la media per t quattro Paesi passa dal 13.8 per cento in gennaio al 13,6 in febbraio e al 12,8 in marzo. Se non si considera il caso abnorme della Gran Bretagna che continua ad andare in senso opposto (oltre il 30 per cento di aumento dei prezzi, calcolato in tasso annuale, per aprile) si constata che la media discende anche al di sotto del 10 per cento. Questo progresso è soprattutto attribuibile all'Italia che. fatto notevole, in cinque mesi è riuscita a ridurre il proprio tasso d'inflazione dal 26 al 13 per cento. Nel contempo la Francia tende adesso, molto più lentamente, verso il 10 per cento e la Germania rimane sempre fra il 5 e il 6 per cento. I progressi sono ancora più netti per l'equilibrio degli scambi con l'estero, specie per quanto riguarda l'Italia e persino la Gran Bretagna, benché in quest'ultimo Paese il tasso di copertura delle esportazioni sulle importazioni sia meno buono: in aprile 1*81 per cento, di fronte all'88 per cento (marzo) dell'Italia. Questi miglioramenti della bilancia commerciale, e quelli dei prezzi, sono peraltro generali. I motivi: contrazione dell'attività industriale, delle importazioni e dei prezzi delle materie prime, modulati dai singoli provvedimenti di ciascun Paese e dalla tenuta della rispettiva moneta che tende a favorire il volume delle esportazioni quando è debole, e a rendere meno care le importazioni quando è forte. II riequilibrio degli scambi avviene finalmente a scapito dei Paesi produttori di materie prime: lo straordinario surplus dei Paesi petroliferi registrato dall'inizio del 1974 è già fortemente tagliato dalla relativa flessione dei prezzi e del dollaro, ma anche — cosa più favorevole — da una ripresa delle loro importazioni superiore al previsto. Se dunque si può osservare qualche progresso in materia di prezzi, di scambi e anche di produzione industriale, si è ben lontani dal poter dire altrettanto per la disoccupazione e gli investimenti. In Germania si era osservata nel mese di marzo una contrazione del tasso di disoccupazione, corretto delle variazioni stagionali. Questa evoluzione non sembra essere proseguita in aprile: la disoccupazione rimane sempre superiore al milione nel totale, e sale a 900 mila per quella parziale. Anche negli altri tre Paesi i tassi aumentano, raggiungendo adesso o superando il 4 per cento, salvo nel caso della Gran Bretagna che è andata in questo un po' meno male, con un tasso del 3,3 per cento. In ogni caso sarà difficile poter attuare un'inversione di tendenza prima di un termine abbastanza lungo, e occorrerà accontentarsi di attenuarne gli effetti attraverso soluzioni finanziarie, umane e politiche: a questo fine si stanno studiando in Francia i modi per accogliere t giovani che, da oggi fino all'autunno, si presenteranno numerosi sul mercato del lavoro. Negli ultimi mesi la flessione degli investimenti si e aggravata soprattutto in Francia. E' una situazione molto preoccupante, ma a differenza della disoccupazione, sembra sia possibile raddrizzarla rapidamente. Risiede in questo l'idea chiave dei piani di rilancio messi in atto in Germania e più recentemente in Francia. Se ripartono gli investimenti si apre la possibilità di una veloce ripresa della marcia con il gioco degli effetti moltiplicatori. In teoria, tutto sembra semplice, così come lo è la ripresa tecnica attraverso la ricostituzione automatica degli stock di cui si parla da molti mesi, ad esempio in Francia, senza però vederla arrivare. In realtà, le cose sono più difficili, come dimostra il piano tedesco lanciato alla fine di dicembre dell'anno scorso. Gli industriali hanno ancora tempo lino al 30 giugno per approfittarne, ma finora non hanno mostrato eccessivo interesse. | VALUTAZIONE DELLE GESTIONI COMPARATE A BREVE TERMINE 1 OUALITA' DELLO SVILUPPO I CONTINUITA1 DELLO SVILUPPO Tasso -~ ■ 1 -a- _ — sb x; — GERMANIA ; +, : (J, (+ + + {++ _ L ... -| | — FRANCIA , , (_, ^ (ZZ) (_) it X) it) _|—- | _ _ ITALIA ( j ( ] ( } (_) ( + ) ( J GRANBRETAGNA (JZ) (ZZZ) (Z) rZZ) (Z) "fZZZ il;.. + + + eccellente + + buono + abbastanza bene — mediocre cattivo pessimo (tendenza precedente) (1) La sensibility internazionale, valutata in rapporto alia struttura degli scambi, non e comparabile da un Paese all'altro. Piu e alta, plii rappresenta un ostacolo per la gestione a breve termlne. PREZZI JLvt Gran Bretagna Italia Francia Germania 1—r GFMAMGLASONDGFMAMG 1974 I 1975 OCCUPAZIONE i Italia j Francia Germania Gran Bretagna i i i i i ~~i i i i GFMAMGLASONDGFMAMG 1974 I 1975 SCAMBI Germania j Francia i—l—I—I—I—i—i—i—l—i—i—r GFMAMGLASONDGFMAMG ►20- % SVILUPPO 10- ■10 -20 Gran Bretagna Francia Italia Germania n i r GFMAMGLASONDGFMAMG QUALITÀ' DELLO SVILUPPO DEI PREZZI. — Indice dei prezzi al consumo (dati su base OCSE]. Scarti in rapporto alla media dei quattro Paesi. La situazione continua a migliorare: il tasso medio d'inflazione, che era in gennaio del 13,8 per cento, è tornato in febbraio al 13,6 per cento, e al 12,8 per cento in marzo. CONTINUITÀ' DELLO SVILUPPO SCAMBI CON L'ESTERO. — Tasso di copertura delle esportazioni (FOB) rispetto alle importazioni (CIF). [Dati su base OCSE). L'Italia e la Gran Bretagna tendono verso l'equilibrio, benché gli ultimi tassi di copertura siano meno favorevoli: 88 per cento in marzo per l'Italia e 81 per cento in aprile per la Gran Bretagna. QUALITÀ' DELLO SVILUPPO-OCCUPAZIONE. — Disoccupati iscritti a domande di lavoro non soddisfatte in percentuale sulla popolazione attiva (dati su base OCSEJ. Tasso di disoccupazione calcolato in percentuale sulla popolazione attiva (dato non confrontabile). I tassi di disoccupazione in rapporto alla popolazione attiva continuano purtroppo ad aumentare in tutti e quattro i Paesi. TASSO DI SVILUPPO INDUSTRIALE. — Indice della produzione industriale, esclusa l'edilizia (dati su base OCSE). Tasso di sviluppo trimestrale di ciascun Paese (espresso su base annuale). Nei quattro Paesi si conferma il calo della produzione industriale. II tasso di flessione si attenua in Francia (—6 per cento), in Italia (—10), in Germania (—10) e in Gran Bretagna (—3).

Persone citate: Italia Francia, Maurice Bommensath