Germania ad un livello record

Germania ad un livello record Germania ad un livello record Hans-Juergen Mahnke Dio Wclt Lo spettro della bancarotta si aggira ancora in Germania. Già nell'anno passato i dissesti di società e i fallimenti finanziari privati avevano raggiunto il livello più elevato dai tempi della seconda guerra mondiale. Nel 1974 la procedura prevista dalla legge per i casi di insolvenza è stata applicata 7722 volte di fronte ai tribunali fallimentari, cioè il 40 per cento di giudizi in più dell'anno precedente. E già nel 1973 i casi di insolvenza erano aumentati del 20,5 per cento rispetto al 1972. Se si paragona il 74 col 72, l'ultimo anno prima che scoppiasse la recessione che dura tuttora, si osserva che i casi di insolvenza hanno subito un incremento pari al 70 per cento. Quale record precedente si ricorda quello registrato nel 1951, l'anno della crisi coreana: 5800 casi. Sono cresciuti in modo particolare i fallimenti delle ■ società. Nel complesso sono stati contati nello scorso anno 5976 casi, cioè non meno di 1976 procedimenti (ossia 49,4 per cento) in più rispetto all'anno passato e il doppio nei confronti del 72. Un settore in cui si sono verificati i crolli più clamorosi è quello dell'edilizia, come conseguenza della pessima situazione economica in cui si dibatte il settore delle costruzioni. Solo in quest'ambito sono già fallite 1375 aziende, cioè l'80 per cento in più dell'anno precedente. Nell'industria manifatturiera si segnalano 1597 casi (51 per cento in più), nel commercio 1519 (39 per cento in più) e nel settore dei servizi 1225. Colpisce il fatto che siano soprattutto le aziende più giovani, quelle ad esempio con meno di 5 anni di vita, a dover imboccare la via del tribunale fallimentare (il 54 per cento). E' anche cresciuto il numero dei fallimenti con milioni di marchi di passivo, che preoccupano soprattutto le autorità di governo: da 620 (nel 73) ai 1004 dell'anno passato. Quanto alla situazione debitoria generale si parla anche in questo caso di aumenti eccezionali: da un 2,9 a un 6,2 miliardi di marchi. Solo se l'attuale congiuntura economica che colpisce la Germania occidentale si normalizzerà nei prossimi mesi l'attuale superlavoro dei giudici fallimentari potrà riassu¬ mere i soliti livelli. Secondo le vittime di questi tracolli finanziari la causa è tutta da ricercarsi nell'attuale recessione. Essi dicono infatti che nei due anni passati è venuta meno soprattutto la domanda di prodotti. Già nella primavera del 73 il governo e la banca centrale avevano del resto prescritto all'economia tedesca una « cura ricostituente ». Secondo le vittime dei tracolli finanziari la causa è tutta da ricercarsi nella attuale recessione. Essi dicono che nei due anni passati è venuta meno soprattutto la domanda di prodotti, mentre il ministero delle Finanze ribatte che già nella primavera del 73 il governo e la Banca centrale avevano prescritto all'economia tedesca una « cura ricostituente ». Gli interessi passivi, e in secondo luogo i salari, sono aumentati in modo considerevole e non è stato possibile « scaricare » il conscguente aumento dei costi sul consumatore, dal momento che questi si è limitato negli acquisti. Risultato: le aziende che non disponevano di fondi sufficienti sono state costrette a chiedere il giudizio fallimentare. Nella situazione attuale gioca anche un ruolo determinante la minor dotazione media di capitale delle aziende tedesche rispetto a quelle degli altri Paesi. Devono ricorrere infatti, più dei loro concorrenti stranieri, ai finanziamenti esterni, con la conseguenza di essere più esposte in caso di restrizioni valutarie. La situazione registra comunque qualche miglioramento. I livelli della domanda non tendono più a diminuire e si è un po' arrestata lu spinta ascensionale dei salari. Perfino gli interessi passivi tendono a decrescere. Naturalmente non tutti i casi di fallimento trovano spiegazione nella crisi congiunturale. Alcune aziende sono semplicemente vissute al di sopra delle loro possibilità, regolandosi sui ritmi di sviluppo che avevano caratterizzato gli anni passati, senza pensare troppo ai « tempi di magra ». Si aggiunga anche il fatto che molte imprese hanno finanziato i loro investimenti prendendo a credilo molto denaro. Speravano, in tempi di inflazione, di poter restituire più tardi denaro deprezzato, al posto di quello « buono » che ricevevano in prestito, ma il « giochetto » non è riuscito.

Luoghi citati: Germania