Mazzone, giovane fra i giovani "L'entusiasmo l'arma migliore,, di Giulio Accatino

Mazzone, giovane fra i giovani "L'entusiasmo l'arma migliore,, Un roseo futuro per il neo-allenatore della Fiorentina Mazzone, giovane fra i giovani "L'entusiasmo l'arma migliore,, La conquista della Coppa Italia è stato il suo secondo importante successo dopo la promozione dell'Ascoli in serie A - .Ora vuole battersi per il potenziamento della sua squadra (Dal nostro inviato speciale) Roma, 29 giugno. Negli spogliatoi della Fiorentina regna una confusione indescrivibile. Fa un caldo atroce. Si cammina in nuvole di vapore acqueo. Giocatori e dirigenti sono ebbri di gioia. La conquista della Coppa Italia ha nettamente cambiato il consuntivo di una stagione che diversamente sarebbe stata definita «disastrosa». Ora si parla di Coppa delle Coppe, di acquisti per potenziare i quadri, di feste con champagne. Nello standone dell'Olimpico passeggia anche Carlo Mazzone, allenatore della Fiorentina a partire da martedì prossimo, come vuole il regolamento, ma in attività segreta da almeno un mese. Appare stanco come se avesse giocato. E' sudatissimo, il collo della camicia slacciato, la cravatta a sghimbescio. Riceve le congratulazioni dei presenti, ma rifiuta ogni elogio. Dice: «Tutto bene, ma ricordate che il merito principale è di Mario Mazzoni, un collaboratore prezioso, un tecnico di valore-. : Carlo Mazzone commenta la | partita, elogia i suoi, si sofferma • sul carattere della squadra, sostiej ne che i toscani hanno dimostrato ; maggior esperienza dei più esperti | giocatori del Milan. Carlo Mazzo; ne è un vulcano di parole. Nel| l'euforia del successo (il secondo , successo importante della sua carI riera calcistica dopo la promozio| ne dell'Ascoli in serie A) parla con foga in netta contraddizione j col suo carattere di uomo riflessi-1 I vo. Il neo-traìner dei toscani è nato a Roma nel 1937. Ha appena trentotto anni. E' uno dei più giovani allenatori della serie A. Calcisticamente non ha fatto una grande carriera. Da Roma finì presto all'Ascoli (in serie C) e colà rimase per sedici anni prima come giocatore, poi come tecnico. Guidò l'Ascoli dalla terza serie alla serie A. Ora il salto tra le grandi ed addirittura il volo in campo internazionale con la Fiorentina impegnata nella Coppa delle Coppe. Anche i riconoscimenti incominciano ad arrivare. Proprio oggi, gli è stato assegnato a Uliveto Terme il premio «Nonna d'oro» per i suoi meriti di allenatore e preparatore. Definito giustamente da Giovanni Arpino «Mago in pantaloni corti», Carlo Mazzone diventa uno dei trainers più seguiti del nostro calcio. Ha idee moderne, crede che la condizione fisica degli atleti sia essenziale per il risultato, parla di «gioco programmato», non accetta i rischi della manovra a tutto campo preferendo una prudente copertura per sfruttare il contropiede. Nella Fiorentina dovrebbe trovare il suo ambiente naturale. Giovane fra i giovani, moderno tra ragazzi che giocano anche per divertimento. Succede a Rocco, un collega anziano, esperto ma poco adatto a guidare una squadra di ragazzini esuberanti. Carlo Mazzone è esattamente tutto il contrario di Nereo Rocco: ha più entusiasmo perché deve ancora vincere (mentre Rocco aveva già vinto tutto), ha più pas¬ sione perché vuole fare carriera, ha un sistema di comando più docile perché conosce meglio di altri l'evoluzione della gioventù di oggi. Parliamo con lui di calcio e della Fiorentina. Dice: « La responsabilità di passare ad un grande club non mi opprime, anzi mi esalta. So che sarà molto diverso lavorare a Firenze che non ad Ascoli, ma il calcio in fondo è materia eguale sotto qualsiasi latitudine. Bisogna vincere, senza rischiare troppo. Proprio come abbiamo fatto contro il Milan ». E prosegue: « L'entusiasmo dei ragazzi è elemento essenziale per il risultato. Si dice "gioco " e gioco deve rimanere anche se siamo nel campo dei professionisti ». Gioco con sacrifici però, e con regole da rispettare. Gli chiediamo un giudizio sull'attuale Fiorentina: « E' una squadra interessante. Lo si è visto anche contro un forte Milan. E' una squadra che applica bene il collettivo. Non ancora come piace a me, ma gioca con entusiasmo ». Non vuol parlare dei singoli atleti. Preferisce limitare il discorso alla squadra. Vorremmo un suo giudizio su Antognoni: « Grande, ma può migliorare ». La prospettiva della Coppa delle Coppe dovrebbe modificare sostanzialmente i programmi già preparati per la campagna acquisti e cessioni. Carlo Mazzone è esplicito: « Chiederò ai dirigenti di potenziare i quadri con almeno due giocatori esperti. Gli impegni internazionali ad alto livello ci ob¬ bligano a tenere una rosa di almeno venti elementi di buon valore. Parlerò con il presidente nei prossimi giorni ». Carlo Mazzone vorrebbe un grosso attaccante. Per averlo sarebbe disposto a rinunciare anche ad un centrocampista. L'Inter vorrebbe Merlo ma Merlo e Guerini sono richiesti anche dal Torino. Le trattative sono bloccate. I dirigenti toscani cederebbero o Merlo o Guerini In cambio di Boninsegna o di Graziani o Pulici. Da Milano e da Torino è stato risposto: ■ Non è possibile ». Firenze ha fatto eco: « Non parliamone più ». E' certo che la Fiorentina vincitrice della Coppa Italia continuerà il mercato con un programma diverso: più uomini e maggior classe per non sfigurare in campo internazionale. Concludiamo il discorso con Mazzone. Ha rimpianti d'aver lasciato Ascoli dopo sedici anni? Risponde: « Certo ad Ascoli ho lasciato molti amici. So che qualcuno mi accusa di tradimento. Evidentemente non sono stato capito. Di Ascoli conservo graditi ricordi, ma anch'io ho diritto di lare la mia carriera ». E si tratta di una buona carriera: il contratto con la Fiorentina è annuale ma potrà essere rinnovato d'accordo fra le parti. Carlo Mazzone percepirà un ingaggio di circa quaranta milioni l'anno più stipendi e premi. Il premio spettantegli per la vittoria nella Coppa Italia è di sei milioni tondi. Ad Ascoli certe cifre farebbero venire il capogiro. Giulio Accatino