L'improvvisa rottura d'una vite causò il tragico crollo della gru

L'improvvisa rottura d'una vite causò il tragico crollo della gru 25 settembre '74, cinque morti ad Altessano L'improvvisa rottura d'una vite causò il tragico crollo della gru Lo ha accertato la perizia depositata sabato dal prof. Mortarino - Il traliccio travolse sei operai che lo stavano montando: uno solo riuscì a salvarsi, dopo mesi di cure in ospedale E' stata depositata sabato la perizia che chiarisce le cause della morte dei cinque operai schiacciati da una gru crollata ad Altessano il 25 settembre 1974 II prof. Cor-lo Mortarino, dell istituto di meccanica applicata del Politecnico, ha stabilito che la sciagura è stata provocata dalla rottura di un pezzo del dispositivo di sollevamento, Se il sostituto procuratore della Repubblica, dott. Luigi Moschetta, riterrà decisiva la perisia dell'ingegnere, l'i struttoria potrà avviarsi al la conclusione. Il crollo della gru di Altessano è stato uno degli incidenti di cantiere più drammatici di questi ultimi anni ed aveva provocato una serie di manifestazioni di protesta da parte delle organizzazioni dei lavoratori che chiedevano maggior sicurezza nei luoghi di lavoro. Sul momento nessuno era riuscito a comprendere le cause dell'incìdente verificatosi nel cantiere dell'impresa Recchi che costruiva per conto della Gescal un complesso di diciotto edifici. In totale 500 alloggi alla cui realizzazione lavoravano 90 operai. Quel 25 settembre, alle 13,30, finito il pranzo, sei uomini hanno preceduto i colleghi al lavoro. Erano: Albino Manarin, caposquadra, 35 anni, di Vajont; Tommaso Nicoli. 30 anni, di Cimolais in provincia di Pordenone; Pietro Siviero, 46 anni, originario di Verona; Pietro Corona. 32 anni, di Vajont; Bartolo Corona, 36 anni, suo lontano parente; Francesco Frau, 26 anni, dì San Nicola d'Arcidano, in provincia di Oristano. Dovevano finire di montare prima di sera una dì quelle alte gru metalliche che servono a sollevare il materiale da costruzione. Il traliccio centrale era già eretto. Si stava sollevando il braccio trasversale, che ha il contrappeso ad un'estremità e il gancio all'altra. L'operazione era quasi conclusa quando il braccio è precipitato. Il contrappeso in cemento ha urtato come un maglio il traliccio e l'intera gru si è abbattuta al suolo trascinando nel crollo i sei uomini. Come è spiegato nella perizia del prof. Mortarino la grossa madrevite che comandava il dispositivo di sollevamento, si è rotta e il cavo di sicurezza che ancorava la colossale struttura ha ceduto. Pietro Corona, Nicoli. Frau e Siviero morirono sul colpo. Bartolo Corona sopravvisse otto giorni. Albino Manarin è l'unico superstite, nonostante le gravissime fratture.

Luoghi citati: Altessano, Cimolais, Oristano, Pordenone, Vajont, Verona