Moser, vittoria-capolavoro

Moser, vittoria-capolavoro Solo contro tutti ha conquistato il titolo italiano a Pescara Moser, vittoria-capolavoro Ha seminato tutti gli avversari negli ultimi 8 chilometri superando poi Lualdi allo sprint Baronchelli e Battaglin ritirati - Una corsa deludente, dominata dal caldo, però con un vincitore degno - Il campione deluso dai suoi compagni - Bertoglio, un forfait con polemica (Dal nostro inviato speciale) Pescara, 22 giugno. Non serve unire le forze per vincere, quando forze non ce ne sono: Francesco Moser, più che mai solo contro tutti (anche i suoi compagni gli hanno offerto ben poca collaborazione), si è imposto nel Trofeo Matteotti, togliendo a Paolìni — che la indossava da due anni — la maglia di campione d'Italia. Una corsa deludente, dominata dalla paura e dal caldo, ma un vincitore degno: era II grande favorito, ed ha confermato di essere, attualmente, il più forte dei corridori di casa nostra. Contro questo Moser ' super », coalizioni e tattiche non hanno avuto il minimo effetto, perché, tra luì e gli altri, oggi come oggi, esiste quasi un abisso. A parte Lualdi, battuto soltanto allo sprint, Moser ha seminato tutti per strada, e gli sono bastati gli ultimi otto chilometri, per riuscirci. Di Baronchelli e Battaglin, Moser si era già liberato prima, ad una quarantina di chilometri dall'arrivo. Un allungo deciso in salita, dietro di lui la selezione: Glbì e Battaglin già in riserva di fiato, avevano cercato di resistere, ma poi si erano accorti che lottare non serviva a nulla e allora, per evitare il pericolo di essere accolti da bordate di fischi, avevano preferito ritirarsi, imitati da molte mezze figure. Erano stravolti per il caldo e la fatica, avevano le gambe legnose ed i riflessi appannati. Inutile continuare a soffrire, in quelle condizioni. Otto chilometri all'arrivo, dunque. Il gruppo dei migliori è ridotto ad una ventina di unità, gli altri navigano nelle retrovie, oppure sono già sotto la doccia. Lualdi. gregario di Panizza, ha un centinaio di metri di vantaggio, sta per essere riassorbito. La stra- j da sale, Moser scatta come una furia, scovando chissà dove tante energie, dopo oltre duecentocinquanta chilometri sotto il sole, su un percorso che non concede un attimo di respiro. Poche pedalate robuste e Lualdi, all'inizio della discesa, è riacciuffato. Moser passa a condurre, teme che Gimondi e Zilioli riportino sotto il gruppetto: Lualdi si accuccia alla sua ruota, si lascia trainare, pensa allo sprint. Per lui, portaborracce a vita, diventare campione d'Italia sarebbe il più grosso exploit della carriera. Forse la Brooklyn gli raddoppierebbe lo stipendio, visto che non è abituata a vincere quando non c'è De Vlaeminck. Il vantaggio dei due aumenta: duecento metri, poi trecento, poi mezzo minuto. Dietro, Conti riesce a sganciarsi. Zilioli (che già aveva allungato in precedenza con Boilava e Pellai lo imita: gli altri cercano solo di non far aumentare troppo il distacco, ormai sono battuti. Cinquecento metri al traguardo, il campionato italiano è . una partita a due. Lualdi finge di scattare, sperando che Moser reagisca subito e gli passi davanti: e invece FranceSCO non abbocca all'amo, resta in seconda posizione, poi attacca dall'altra parte della strada e i due procedono a gomito a gomito, per un centinaio di metri. Finché Fran- ' cesco passa, e trionfa. A 23 secon- : di Conti, a 30 Zilioli, a 35 Osler. j che batte un gruppetto compren- ! dente anche Boilava. Paolini. Gì- 1 mondi. Bitossi e Panizza. Ottantu- '' no partenti, soltanto ventisei ar- j rivati: un grande Moser, è vero ma gran parto del resto del ciolismo italiano si è liquefatto al sole. Moser si è presa una grossa ri-1 vincita, soprattutto nei confronti. di Battaglin e Baronchelli, enei non erano certo stati teneri con lui quando il trentino aveva deciso di dare lorlait al Giro d'Italia. lo avevano accusato di non averi coraggio: Moser ha replicato con i latti: cioè, prima staccandoli nettamente a Camaiore. poi costringendoli addirittura al ritiro, nel campionato italiano. Una vittoria per k.o, la sua. una vittoria che vale doppio, visto che gli altri correvano soprattutto con l'obiettivo di tarlo perdere. Eppure Moser non è completamente soddisfatto: -Ero solo con- | | | tro tutti — spiega — e lo prevede-1| vo. Ma speravo che i miei compa-1gni, almeno loro, mi avrebbero [dato una mano: e invece, quando qualcuno attaccava, dovevo reagire personalmente, perché nessuno dei miei si muoveva. Oggi ho potuto rimediare, e va bene. Ma ai Tour, che cosa succederà? Se i miei compagni non sono in forma, io rischio di andare in Francia soltanto per fare delle figuracce. Bisognerà che Bartolozzi, il direttore sportivo, parli tutti. Temo, però, che chiaro a Iquesto punto parlare chiaro serva a po- jco. Sono preoccupato, lo ammet-1te: la mia squadra non funziona assolutamente, ho puntato tutto jsul Tour ed ho paura di trovarmi \solo anche in Francia. Con dei !compagni cosi, che speranze pos- jso avere?». iSe alla Fìlotex. nonostante la vittoria, c'è amarezza, anche alla IJolljceramìca non tutto fila per il verso giusto. Oggi. Bertoglio, //vincitore del Giro, ha dato clamo- rosamente lorlait. decidendo di restarsene in albergo soltanto un paio d'ore prima del via. Fontana ha detto che Bertoglio si era sen- tito male nella notte ed aveva la lebbre, ma si tratta soprattutto di una giustilicazione di comodo. La realtà è questa: Bertoglio ha soltanto un raffreddore ed un po' di \ tosse, ed ha colto la palla al balzo, per non essere costretto, come volevano i responsabili della squadra, a lar da gregario a Battaglin. E il discorso non riguarda soltan to il campionato italiano di oggi: Bertoglio sarebbe intenzionato a dare lorlait anche al Tour. Non lo ha ammesso apertamen te. è logico. Però ha detto: « Nei programmi della Jolljceramica, il Tour dovrebbe costituire una ram pa di lancio per Battaglin, che ha deluso al Giro. Mi hanno parlato chiaro: anche se ho portato la maglia rosa fino in cima allo Stel vio. io dovrei sacrificarmi e stargli da "spalla". Se fossi al massimo della forma, potrei anche accetta re: magari vincerei una tappa im portante, riuscirei a piazzarmi be¬ ne nella classifica finale. Ma non sono in forma, mi sento stanco. | non ho febbre ma il raffreddore e : la tosse sono veri. In queste con- : dizioni, dopo due o tre tappe, ri- i schierei di avere già un ritardo di dieci minuti ». In fondo, non ha tutti i torti: al Giro d'Italia Bertoglio sì è fatto un nome, senza rubare nulla a : nessuno. Ora la sua squadra pun- | ta di nuovo su Battaglin. che dal punto di vista pubblicitario rende di più. Ma perché sacrificare lui a tutti i costi, obbligandolo in pratica a lare una figuraccia? Maurizio Caravella 1 Ordine d'arrivo del Trofeo Matteotti (prova unica per il Campionato italiano professionisti): 1. Francesco Moser (G.S. Fìlotex), che copre km 259,200 in 7h5'2", alla media di 36,589 orari: 2. Valerio Lualdi (G.S. Brooklyn) s.t.: 3. Tino Conti (G.S. Furzi F.T.) a 28": A. Zilioli a 30": 5. Osler a 35": 6. Francioni; 7. Pel la: 8. Gavazzi: 9. Boifava: 10. Borgognoni. Francesco Moser ha qualche rimprovero per la sua squadra '|

Luoghi citati: Camaiore, Francia, Italia, Pescara