Domani il processo alla spia che fece dimettere Brandt di Tito Sansa

Domani il processo alla spia che fece dimettere Brandt A porte chiuse il "caso-Guillaume n Domani il processo alla spia che fece dimettere Brandt Bonn, 22 giugno. L'uomo che provocò nella primavera dell'anno scorso la caduta del cancelliere Brandt, Guenter Guillaume, comparirà martedì dinanzi alla Corte regionale della Renania-Vestfalia, a Dusseldorf, quattordici mesi dopo il suo arresto. Il processo si svolgerà quasi tutto a porte chiuse, che i capi di imputazione contro Guenter Guillaume (48 anni) e sua moglie Christel (47) sono alto tradimento, violazione di segreto d'ufficio e trasmissione di questi segreti al servizio di sicurezza della Germania comunista. Per evitare che orecchie indiscrete possano cogliere quanto verrà detto, a Duesseldorf è stata costruita (come usa in Germania) un'aula speciale, con una spesa di circa 300 milioni. Si tratta di una cantina senza finestre, assolutamente isolata contro qualsiasi tentativo di intercettazione acustica. Per entrarvi, giornalisti e pubblico (60 persone in tutto) dovranno farsi perquisire. Come al processo Baader-Meinhof di Stammheim. Si tratterà di un processo indiziario, perché Guenter Guillaume, il quale al momento dell'arresto disse: «Sono un capitano dell'Armata Popolare (nella Germania comunista, n.d.r.), vi prego di rispettare il mio onore di ufficiale», si è rifiutato finora di fornire particolari sulla sua attività di spia. Sembra invece che la mo- glie Christel, indignata e gelosa per le rivelazioni sulle avventure amorose del marito con diverse segretarie della Cancelleria federale di Bonn, abbia «cantato», fornendo alla procura di Stato elementi di accusa, che però si è rimangiata negli ultimi giorni. I più dispiaciuti per il processo a porte chiuse sono i cronisti dei giornali scandalistici e quelli vicini all'opposizione parlamentare. Si ripromettevano nuove piccan¬ ti rivelazioni sull'attività privata di Willy Brant (dopo quelle diffuse l'anno scorso dopo le dimissioni del Cancelliere, per il quale Guillaume era una specie di tuttofare) e speravano di poter continuare la campagna contro i socialdemocratici i quali, ingenuamente, misero accanto al capo del governo di Bonn un uomo che già vent'anni fa era entrato al servizio dello spionaggio della Germania Orientale e sulla cui fedeltà si erano nutriti più volte sospetti. Il segreto sul processo a Guillaume — definito (d'uomo nell'orecchio di Willy Brandt » — è tale che non è stato reso noto neppure il numero delle pagine del capo d'accusa (si dice che siano 43), né sono stati forniti i nomi dei testimoni (pare che siano una cinquantina). Si sa soltanto che sono previste quindici udienze, suddivise in tre settimane, il pubblico verrà ammesso forse soltanto all'apertura e alla lettura della sentenza. Forse non si saprà mai quali segreti di Stato Guenter Guillaume ha trasmesso alla Germania comunista, che egli tuttora definisce «la mia patria». Se questa tesi dovesse venire accolta, si aprirebbe la via a un processo di revisione. Come è infatti possibile — si domandano alcuni giureconsulti — condannare per alto tradimento del proprio Paese una persona che si riconosce cittadino di un altro Stato? Tito Sansa La « spia » Guillaume

Persone citate: Baader, Brandt, Brandt Bonn, Guenter Guillaume, Meinhof, Willy Brandt, Willy Brant

Luoghi citati: Bonn, Germania, Germania Orientale, Renania