Giolitti: «Giunte di sinistra, ma aperte ad ogni collaborazione democratica» di Carla FontanaAdalberto MinucciPaolo Vittorelli

Giolitti: «Giunte di sinistra, ma aperte ad ogni collaborazione democratica» Le trattative per ramministrazione di Comune, Provincia, Regione Giolitti: «Giunte di sinistra, ma aperte ad ogni collaborazione democratica» Soluzione "facile" per la città (pci-psi), "possibile,, per la Provincia (pci-psi), più complessa per la Regione ■ I comunisti propongono un frontismo "aperto" ovunque, i socialisti sembrano preferire questa linea - De e pri sollecitano il centro-sinistra La prima mossa l'han fatta i comunisti: giovedì scorso il segretario provinciale, Ariemma. ha inviato una lettera al collega socialista, Mondino, proponendo un incontro fra i due partiti perché «siamo convinti che occorre andare il più rapidamente possibile alla formazione di una giunta al Comune di Torino ». La risposta ufficiale del psi non c'è ancora, ma entro la settimana l'incontro avverrà sicuramente. Quella del Comune è la giunta più «facile». La maggioranza è pci-psi. con 41 consiglieri su SO, più il probabile appoggio del rappresentante di «democrazia operaia». Anche il vecchio centro-sinistra 70-75 disponeva sulla carta di 41 voti, ma la coalizione dc-psi-psdi-pri era cos'i eterogenea, cosi travagliata da contrasti politici e personali che nei momenti decisivi all'appello mancava sempre qualcuno. Con la giunta pci-psi questo rischio è di molto ridotto. Sindaco di Torino sarà Diego Novelli, anche se prudenza e savoir faire hanno sconsigliato anticipazioni ufficiali in proposito. Un po' più complesso è il discorso sulla Provincia di Torino e stilla Regione Piemonte. Venerdì scorso il segretario regionale del pei, Adalberto Minucci (che è anche il primo eletto in assoluto al Consiglio regionale con oltre 51 mila preferenze), di- chiarava: «Credo che commetterebbe un errore madornale chi si proponesse di ripristinare la vecchia formula di governo alla Regione Piemonte», cioè il centro-sinistra. Sabato, un documento della sinistra socialista affermava: «Il psi deve portare avanti la linea dell'alternativa a sinistra nel Consiglio provinciale di Torino; tale linea dovrà ispirare anche il comportamento del psi a livello regionale». Alternativa di sinistra significa alleanza pci-psi anche alla Provincia e alla Regione. Sabato sera la de provinciale e cittadina prendeva una posizione ufficiale. Senza accennare alle anticipazioni di pei e psi, il documento finale affermava: «La de torinese cercherà con ogni sollecitudine, secondo le indicazioni dell'elettorato piemontese, accordi con le forze politiche di centro-sinistra ad ogni livello amministrativo ove sussistano le condizioni per tali maggioranze». Pure la direzione regionale del pri, sabato, parlava di centro-sinistra: «I repubblicani del Piemonte si impegneranno per realizzare rapidamente accordi di centro-sinistra, con una proposta capace di richiamare le forze di centro-sinistra alle comuni responsabilità e di sollecitare un rinnovamento dell'azione politica che risponde alle indicazioni e alle richieste del Paese». C'è una chiave per capire la contemporaneità di posizioni così contrapposte (centrosinistra e sinistra), ed è quella dei numeri. Sia alla Provincia sia alla Regione il pei ha conquistato la maggioranza relativa: se si allea col psi «può» formare giunte di sinistra. Ma anche la vecchia coalizione dc-psi-psdi-pri può formare le giunte, anzi ha qualche punto in più. Per la precisione: in Provincia le sinistre hanno 23 consiglieri su 45: il centro-sinistro 24. Alla Regione 30 pci-psi su 60. e 34 dc-psipsdi-pri. E' ovvio che la scelta finale spetta ai socialisti: devono optare per una coalizione o per l'altra. Sui comunisti non ci sono dubbi: propongono giunte di sinistra, anche se alla Regione rischiano di esseì-e 30 contro 30 («Ma la parità sarà "extrema ratio" — precisa Minucci — noi la vorremmo aperta a più forze possibili»). E i socialisti? Non ci sono decisioni unanimi ed ufficiali: la situazione interna è in movimento e si attendono anche le direttive dalla segreteria nazionale. Ma esistono dichiarazioni a titolo personale o di gruppo e una tendenza sembra prevalere, in alcuni casi molto esplicita, in altri più sfumata ma sufficientemente indicativa: ed è favorevole all'alleanza con il pei. D'altronde, tutta la campagna elettorale socialista è stata improntata a durissimi attacchi ai vecchi alleati, in particolare alla de. ed ora che i voti del 15 giugno hanno reso possibili giunte frontiste il psi potrebbe avere convenienza sia politica sia di potere a realizzarle. L'unica preoccupazione potrebbe essere (in teoria, perché nessuno l'ha espressa, anzi) quella di affrettare, così scegliendo, il mutamento di regime in Italia. «Sono stati gli elettori a chiedere la svolta» commentano pei e psi a sostegno delle loro tesi, e i voti di domenica scorsa gli da?ino ragione. Anticipare il futuro, anche se prossimo, è sempre rischioso. Tuttavia si può fare un calcolo delle probabilità. Alla Provincia di Torino gli orientamenti più diffusi sono per una giunta pci-psi. anche se forse le trattative avranno passaggi graduati. Per la Regione Piemonte è possibile che i tempi siano più lunghi: la differenza di 4 voti a favo-re del centro-sinistra esiste e la de vorrà trattare con i so- cialisti. Questi, forti del mag- gior potere contrattuale che la nuova situazione offre loro. porranno sicuramente precise richieste sul programma, sulle forze che lo porteranno avanti (chiederanno l'esclusione del psdìi, sulla distribuzione degli incarichi, sull'apertura al pei. Fino a che punto la de potrà o vorrà fare concessioni? Per ora restano significative le dichiarazioni di due esponenti piemontesi del psi, che hanno responsabilità di partito anche in sede nazionale: Von. Paolo Vittorelli, leader in Piemonte della corrente demartiniana che ha la maggioranza, e Von. Antonio Giolitti. «Come criterio per la 1 formazione delle future giun I te e delle future maggioranze — afferma Vittorelli — valgo 1 no per i socialisti, sia i pro \ grammi e le linee politiche su I cui si costituiranno; sia ri \ dentificazione delle forze alle quali è andata la preferenza del corpo elettorale». E ancora: «Non potremmo accettare, proprio nel momento in cui gli elettori vanno a sinistra, di partecipare a giunte o a maggioranze che vadano a destra o che siano rigidamente chiuse a sinistra». E Von. Giolitti: «Bisogna costituire giunte di sinistra, aperte ad ogni collaborazione e partecipazione democratica. Se la de dovesse insistere nell'assurdo, anacronistico appello alla coalizione antico-1 munista (a ciò si riduce la proposta di quadripartito de psi - psdi - pri) dovremo concludere che siamo agli antipodi». Con queste premesse i dubbi sulla sopravvivenza del centro-sinistra vecchia maniera sono più che giustificati. Carla Fontana Adalberto Minucci Paolo Vittorelli

Persone citate: Adalberto Minucci, Antonio Giolitti, Ariemma, Diego Novelli, Giolitti, Minucci, Paolo Vittorelli, Vittorelli